Vai al contenuto
Home » This is Us

Lettera di Kevin Pearson a suo padre Jack

Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

La quinta stagione di This is us regalerà a Kevin (interpretato da Justin Hartley) l’esperienza della paternità. Il pensiero corre inevitabilmente a Jack, quel padre con il quale Kevin non potrà condividere le emozioni che la prospettiva di avere figli gli suscita. La scomparsa di Jack, che è indubbiamente l’episodio più drammatico della serie, ha scavato un vuoto profondo all’interno della famiglia Pearson e la sua assenza è rimarcata da tutti gli eventi significativi che i suoi membri si ritrovano a vivere senza di lui.

Ma se in un episodio di This Is Us Kevin decidesse di renderlo partecipe prendendo carta e penna? Abbiamo provato a chiederci cosa ne verrebbe fuori e questa è la risposta che ci siamo dati.

This Is Us

Papà,

ho una notizia da darti: diventerò padre. Di due gemelli. Mi è sembrata una di quelle novità che meritano di essere affidate alla permanenza della carta anziché alla fugacità di un pensiero, e quindi eccomi qui, con un foglio bianco steso davanti a me e una penna stretta nel pugno. Da quanto tempo non facevo una cosa del genere? Dai tempi della scuola, suppongo, quando incidevo dediche smielate su bigliettini da consegnare a Sophie allo scopo di conquistarla.

Mi sentivo un novello Dante che omaggia la sua Beatrice, e invece ero solo un ragazzino che dava troppo peso alle parole e troppo poco alle azioni. A volte quel ragazzino mi appare come una reliquia del passato e altre mi sembra di coglierne ancora il riflesso allo specchio. A volte ho l’impressione che sia morto insieme a te e altre che non riuscirò mai a disfarmene, come se fosse un’ombra perennemente incollata ai miei piedi.

Oggi le lettere non si usano più. Oggi la comunicazione, sempre che ci sia, è delegata a una messaggistica istantanea che ha come massima ambizione quella di colorare due spunte di blu. Oggi si centinella il tempo come se consumarlo fosse un reato; pur di risparmiarne si riducono le parole, si comprimono le emozioni, si restringono i rapporti. Ma io per te, papà, spenderei fino all’ultima briciola del tempo che mi è stato messo a disposizione. Lo farei con tutto il cuore, ma non ne ho la possibilità, e la manciata di minuti che impiegherò a colmare queste righe mi sembra una ridicola compensazione a fronte degli anni che non ho potuto offrirti.

Non so niente di come si faccia a essere padre. È un ruolo totalmente inedito, per me, uno completamente diverso da quelli in cui il cinema mi ha spinto a calarmi. Di una cosa, però, sono consapevole: voglio essere come te. Come te voglio assecondare le fantasie dei miei figli, prestandomi a qualsiasi gioco verrà partorito dalla loro immaginazione; come te voglio alleviare i pesi che gli piomberanno sulle spalle, rispondendo con una carezza a ogni pugno che la vita deciderà di sferrargli; come te voglio sorreggerli quando cammineranno su gambe malferme, evitando che cadano o aiutandoli a rialzarsi.

This Is Us

Già mi vedo a cercare sui loro volti e nei loro atteggiamenti una traccia di te, una prova che il filo che ci lega si è dipanato oltre noi stessi e si è intrecciato all’essere di un altro individuo che forse lo tramanderà a sua volta. Già mi vedo a tentare di imprigionare la tua essenza in mille aneddoti e a ritenere puntualmente di non aver saputo renderle giustizia. Avrò l’impressione di parlare a vanvera e di non dire mai abbastanza, ma non mi fermerò; racconterò di te ai miei figli fino a quando non avranno un’immagine del nonno quanto più possibile vicina a ciò che sei stato realmente, una in cui i tuoi lineamenti siano ben riconoscibili.

La verità è che sono già stato come te, papà. Lo sono stato tutte le volte che ho cercato sul fondo di una bottiglia le risposte che non sapevo procurarmi da solo; lo sono stato ogni volta che ho ceduto alle mie debolezze e quando mi sono deciso a combatterle; lo sono stato perché tu eri umano, malgrado i miei occhi ti vedessero come il più forte dei supereroi, e umano è tutto ciò che sono anch’io.

La verità è che sono già come te, papà, perché quel giorno in ospedale, mentre il mio mondo andava rovinosamente in pezzi, mi hai detto che avevi trovato in me il tuo scopo e che un giorno anch’io avrei rintracciato il mio da qualche parte. Non ti ho creduto, in quel momento, e ho continuato a non farlo per molto tempo a venire, ma ora so che quelle parole contenevano una verità che mi si sarebbe presentata sotto forma di due culle vuote da riempire.

Pretenderò dai miei figli il meglio, non per metterli sotto pressione, ma per fargli capire che credo fermamente che ci sia della grandezza in loro; gli insegnerò a rispettarsi e a volersi bene, perché sappiano che un fratello è un dono che non va sprecato; li spronerò a sfoderare il loro grido di battaglia, perché è così che un Pearson reagisce di fronte alle avversità: urlando a pieni polmoni, in modo da mettere subito in chiaro chi è che comanda.

This Is Us

Sono tutte lezioni che ho imparato da te, papà, perché senza di te non saprei niente di ciò che so e non sarei niente di quel che sono.

Voglio essere proprio come te, papà, anche se i gemelli che accoglierò saranno due e non tre. Voglio essere ciò di cui i miei figli avranno bisogno come tu sei stato ciò di cui ho avuto bisogno io.

Ce la metterò tutta per riuscirci. Ci riuscirò, per te e per loro.

Da tuo figlio,

presto papà,

Kevin.

LEGGI ANCHE – This Is Us: cosa ci aspettiamo da “Noi”, il remake italiano