L’episodio 2×06 di This is Us (che vi abbiamo raccontato qui) ci trascina in un altro balzo temporale, concedendoci un tassello fondamentale nel grande puzzle della vita: i vent’anni.
I vent’anni sono un periodo di vita davvero molto particolare: chi li ha passati li ricorda con nostalgia, chi deve raggiungerli li osserva con occhi pieni di sogni e di progetti meravigliosi. E anche noi eravamo così. Credevamo che una volta raggiunta quell’età ci saremmo ritrovati con il futuro in mano, con la certezza di poter dare finalmente quella svolta alla nostra vita e diventare gli adulti che abbiamo sempre sognato di essere.
Tuttavia quando ti ci trovi è davvero tutta un’altra faccenda.
Chi attraversa questa fascia di età ha potuto completamente rispecchiarsi in ciò che afferma Rebecca nella parte introduttiva dell’episodio sei di This is Us: a vent’anni sei circondato dai no. No perché sei troppo giovane, no perché non hai ancora esperienza, no perché sei troppo grande e devi cominciare a comportarti da adulto, no perché semplicemente non devi fare domande e imparare a cavartela.
Tra i venti e i trent’anni ti viene presentata la realtà esattamente per come è fatta.
Non ci sono più zuccherini per addolcire la pillola. Non ci sono più giustificazioni che tengano: sei un adulto e ti devi comportare come tale. E forse al liceo, quando ci immaginavamo i nostri 23,24 o 25 anni ci vedevamo davvero come degli adulti, ma adesso?
Improvvisamente ci ritroviamo circondati da amici di una vita che vanno a convivere, si sposano e mettono su famiglia, altri che avviano un’azienda, altri che invece stanno a casa a giocare con i videogames, e poi ci sono quelli che studiano, e sembra che non facciano altro nella vita, sembra che quella vita se la stiano sprecando sui libri senza combinare niente, e magari lavorano come camerieri o parrucchieri o quel capita per racimolare qualcosa.
Quando hai vent’anni ti ritrovi a doverti rendere conto che tutti quei programmi così perfetti che ti eri fatto da ragazzo non sono altro che sogni effimeri senza una base di concretezza, esattamente come capita a Randall, Kate, Kevin e alla giovane Rebecca in This is Us.
Il Randall ventenne è un uomo di successo all’apparenza che ha fatto sempre tutto come doveva essere fatto. Lui ha seguito i suoi piani, la mappa per raggiungere il suo tanto agognato tesoro, e alla fine ci è arrivato: un lavoro di successo, una donna meravigliosa e un matrimonio perfettamente funzionante.
Eppure qualcosa non torna.
Quello che vediamo nella sesta puntata della seconda stagione di This is Us è un Randall spaventato a morte dalla vita che si è costruito tanto faticosamente. Ha paura del futuro che lo sta aspettando, ha paura di un nuovo inizio, di nuove responsabilità, ha paura di non saper gestire l’imprevedibilità della vita.
La Kate ventenne è una ragazza persa. Com’è facile sentirsi persi in questo periodo?
Cerchi di farti strada nella vita, e, soprattutto se sei donna, cominci ad aspirare a una sorta di stabilità, hai bisogno di cominciare a costruirti qualcosa di concreto, una base su cui fondare il futuro che sognavi di avere. Kate è così, una ragazza che ha perso il suo punto di riferimento, la via giusta, perché la crudeltà della vita si è messa di mezzo e come un uragano ha spazzato via tutto. Rimettersi in piedi diventa una sfida che non si sa neanche se la si vuole veramente vincere. Kate va ai corsi serali, studia, e lavora come cameriera per guadagnarsi da vivere. E sopratutto Kate ventenne cerca l’amore.
Cerchiamo tutti l’amore, e probabilmente lo cercheremo sempre così come lo abbiamo sempre cercato, è nell’istinto umano, ma a vent’anni è diverso.
In questo periodo ambisci a qualcosa che cresce man mano che ci si avvicina ai trenta. Mentre a ventuno cerchi la grande avventura che ti fa battere il cuore e stare sveglia la notte, a ventisei hai bisogno di qualcosa d’altro, di qualcuno che ti voglia esattamente per come sei, in pigiama, con i calzettoni e il mal di pancia. Ma che siano ventuno o ventisei, se quell’amore ci manca finiamo per trasformarci in zombie che farebbero di tutto per ottenerlo, svendendoci, raggiungendo compromessi inammissibili e in un qualche modo perdendoci per strada. Poi impariamo. C’è chi è più lento a capire e c’è chi l’ha sempre saputo, ma alla fine impariamo tutti che cosa è giusto per noi.
E poi c’è Kevin.
Il Kevin ventenne ha quella fame che abbiamo tutti noi.
Lui non è perso, lui ha un sogno tra le mani che continua imperterrito a sgretolarsi. Vuole fare l’attore, l’ha sempre voluto e sa che quello è il suo futuro. Ma a vent’anni i sogni passano, alcuni hai dovuto vederli finire, altri sei deciso a difenderli con le unghie e con i denti, e Kevin in This is Us sa quello che vuole anche se non è più certo di poterlo ottenere.
Che tu faccia l’attore, lo scrittore, o l’universitario, o ancora che tu voglia lanciarti e inaugurare la tua attività e realizzare il tuo sogno, ti ritrovi in ogni caso a vedere la perfezione dell’idea corrompersi nella realtà.
Ed è proprio in quel momento che non bisogna mollare.
La realtà rovina tutto, la vita è difficile e niente va mai come vorresti. Ce lo sentiamo ripetere milioni di volte perché in fin dei conti è vero. La vita è un casino per tutti, ma ciò che fa la differenza tra un vincente e un perdente, è che mentre il secondo si lascia trascinare a oltranza dalla corrente, il primo troverà un modo per puntare i piedi, e per trarre dal limone più aspro che la vita gli offre qualcosa di simile a una limonata.
E così fu per la Rebecca ventenne.
In quella che sembrava una fine, è riuscita a creare un nuovo inizio da cui partire. Quel bambino non è stato sostituito, ma Rebecca ha trasformato quel vuoto doloroso nella speranza di una nuova vita.
La parte centrale della vita può essere la più difficile perché tutto va costruito, perché è allora che devi imparare a camminare con le tue gambe, è allora che davvero per la prima volta ti ritrovi a essere solo.
E in questa solitudine tutti, chi prima e chi dopo, ci perdiamo.
Nella parte centrale del percorso i sogni da adolescenti muoiono, e molto spesso smarriamo la strada giusta, non sappiamo più quale sia la direzione da prendere e il futuro ci appare come un enorme buco nero pronto a risucchiarci e a etichettarci come falliti.
Tuttavia è proprio nella caduta del fallimento che i sogni lasciano spazio alle speranze della vita reale. Meno romantiche e perfette, ma piene di meravigliose potenzialità.