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Jack Pearson: quando l’idealizzazione offusca la dura verità

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“Non riguarda Jack, vero? Perché lui è decisamente off limits. Jack è intoccabile, nessuno di noi lo eguaglierà mai.”

Il giudizio è emesso con caustica amarezza dagli outsiders della famiglia Pearson, coloro che sono entrati a farne parte legandosi a uno dei suoi membri: Beth, Toby e Miguel. Nel contesto di un discorso che verte proprio sul loro status di “esterni”, i tre rilevano una tendenza che, seppur taciuta, è sotto gli occhi di tutti: quella che porta a idealizzare la figura di Jack Pearson, personaggio di This Is Us interpretato da Milo Ventimiglia.

This Is Us

Se si assume il punto di vista di Kate, Kevin e Randall, il processo diventa comprensibile. I figli che hanno la fortuna di venir affiancati da un buon padre tendono a mitizzarlo, a concepirlo non come un semplice uomo ma come il loro personale supereroe. Jack Pearson non è stato solo un buon padre, ma anche uno che se n’è andato troppo presto. È legittimo che il dolore provocato dalla sua perdita abbia portato i figli a sublimarne l’immagine come forma di reazione al lutto.

Pur disponendo di uno sguardo esterno alle vicende, gli spettatori di This Is Us sembrano aver mutuato la tendenza dei Big Three, che ha radici piantate all’interno dei loro vissuti individuali e familiari. La loro è una visione parziale e non la realtà dei fatti. Eppure, per i fan della serie, Jack è il prototipo del padre perfetto e del marito irreprensibile, un cavaliere la cui armatura è priva di graffi e di ammaccature. Questa prospettiva è indubbiamente monca e impedisce di vedere la verità su Jack Pearson, una verità che potrà risultare dura da digerire per chi parte dall’idea di cui sopra.

Il ritratto di Jack che This Is Us realizza si pone lontano dall’edulcorazione sin dalle prime linee. Già nel secondo episodio Jack ci viene mostrato alle prese con problemi di alcolismo che influiscono negativamente su di lui e sul suo matrimonio. È Rebecca a mettere sul piatto l’argomento l’ennesima sera in cui Jack rincasa tardi e in cattive condizioni. Loro due potrebbero essere genitori da dieci, sostiene Rebecca, se Jack non facesse abbassare il loro rendimento bevendo come una spugna.

Rebecca non ha più intenzione di tollerare quello stato di cose, così lancia a Jack un ultimatum duro e perentorio, uno di quelli che non lascia scampo: “Se hai un problema risolvilo, comportati da uomo e risolvilo. Perché non sopporto più che tu ci riduca a un sei.”  

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Tutti riconoscono le colpe di cui Rebecca si è involontariamente macchiata rispetto alle insicurezze di Kate in merito al suo fisico. Pur essendo mossa da nobili intenzioni, è innegabile che abbia mancato di tatto le numerose volte in cui è intervenuta per regolare il rapporto di sua figlia con il cibo. Ma Rebecca non è stata l’unico genitore ad aver commesso questo genere di errore in casa Pearson. Come lei ha alimentato i complessi di Kate, così Jack ha contribuito a far nascere il disturbo d’ansia di Randall e la sua generale reticenza a cercare aiuto. A rivelarcelo è l’episodio della seconda stagione in cui Big Three affrontano la prova del trasferimento nei loro nuovi letti da bambini grandi.

Il cambiamento non è facile da metabolizzare e porta Jack a passare una nottata insonne per stare al fianco dei suoi figli. Anche per Randall adattarsi alla nuova sistemazione si rivela un problema. In preda alla stanchezza, Jack lo invita a farsi coraggio e a tornare a rivestire il ruolo che ha sempre ricoperto: quello del figlio più autonomo e responsabile, che non dà preoccupazioni ed è sempre in grado di cavarsela da solo. Un carico sicuramente troppo grande per quello che all’epoca era solamente un bambino e che avrebbe meritato di essere preso per mano e rassicurato esattamente come i suoi fratelli.

Isaac Aptaker, uno dei produttori della serie, ha sottolineato come quello non sia stato uno dei momenti migliori che Jack abbia avuto da genitore. Di certo non poteva immaginare gli esiti a cui il suo comportamento avrebbe condotto, ma resta il fatto che ha mostrato scarsa sensibilità nei confronti di Randall, mettendogli sulle spalle un peso che non era in grado di sostenere e che nemmeno meritava di portare.

Il litigio che Jack e Rebecca consumano al termine della prima stagione di This Is Us è di quelli che restano scolpiti nella memoria. È violento e viscerale, un’esplosione di rabbia repressa in cui entrambi vomitano addosso all’altro le frustrazioni accumulate in anni e anni di matrimonio. Come spesso capita in certe situazioni ragione e torto non stanno da una parte sola, ma Jack oltrepassa decisamente il limite quando mortifica Rebecca sentenziando che andare a cantare cover nei locali a quarant’anni suonati non significa star costruendo una carriera.

L’infelice uscita è preceduta da un brutto episodio di cui Jack si rende protagonista, lo stesso che fa da casus belli rispetto allo scoppio della lite. L’uomo si presenta ubriaco al locale in cui Rebecca si sarebbe dovuta esibire e sferra un pugno al capo della band che l’ha reclutata. Non è un gesto immotivato, dal momento che lui gli aveva confessato di aver fatto delle avances a sua moglie, ma nel compierlo Jack si mostra ancora fuori controllo e mette Rebecca in una situazione spiacevole da affrontare.

This Is Us - Milo Ventimiglia

Momenti di debolezza, errori di valutazione, scatti d’ira di cui ci si pente. Sono cose in cui tutti incappano e Jack non ne è stato esente, come dimostrano queste e altre circostanze che This Is Us ha raccontato senza fare sconti al beniamino del suo pubblico.

La verità su Jack Pearson è questa, non quella che lo dipinge come una specie di superuomo privo di pecche e immune da sbagli. Ciò non sminuisce il valore del personaggio, ma gli conferisce un’impronta realistica e tridimensionale, evidenziando insieme alle sue incontestabili qualità i suoi altrettanto innegabili difetti. Il fatto che Jack ne possegga non lo rende un marito o un padre meno meritevole, ma semplicemente la copia ben fatta di un essere umano in carne e ossa, con i suoi alti e i suoi bassi, le sue luci e le zone d’ombra. D’altronde, se Jack Pearson fosse stato simile a un robot senza difetti di fabbricazione, non sarebbe riuscito a darci così tanti motivi per amarlo.

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