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Abbiamo visto in anteprima i primi 5 episodi della 2a stagione di Tin Star: la recensione

Tin Star
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Il 15 febbraio in prima serata debutterà la nuova stagione di Tin Star su Sky Atlantic, e grazie a Sky Atlantic abbiamo avuto il piacere di vedere in anteprima i primi 5 episodi della season two. Ma tranquilli, è una recensione senza spoiler!

Torna con la seconda stagione Tin Star: la serie tv di Sky Atlantic con protagonista Tim Roth.

Siamo di nuovo a Little Big Bear dal punto in cui è finita la prima stagione, ma ovviamente nulla è più come prima. A partire dal sentimento che trainerà l’intera seconda stagione: si passa dalla violenta ricerca di una vendetta, agli strascichi che quest’ultima ha lasciato, fino a perseguire il suo contrario. Il perdono.

Scritta da Rowan Joffe, ritroviamo l’eccezionale Tim Roth, come protagonista di punta della serie, accompagnato poi da un cast di tutto rispetto (Christina Hendricks, Genevieve O’Reilly, Abigail Lawrie, Ian Puleston-Davies, John Lynch, Anamaria Marinca, Janessa Grant). Tin Star 2 debutterà su Sky Atlantic venerdì 15 febbraio alle 21.15 con i primi due episodi.

Tin Star
credits: Sky

La seconda stagione di Tin Star deve fare i conti con la traumatica fine della stagione precedente: la famiglia Worth è ormai macchiata dal sangue e si dibatte per cercare di ritrovare un certo equilibrio, anche quando ormai il nucleo familiare è ridotto in pezzi. La figlia Anna, sconvolta dagli eventi, scappa, trovando rifugio in questa nuova comunità religiosa non poco distante da Little Big Bear. Ad accoglierla nella loro casa sono la famiglia Nickel formata dal pastore Johan (John Lynch), da sua moglie Sara (Anamaria Marinca) e dalla figlia Rosa (Janessa Grant).

Nel frattempo Jim, abbandonato a sé stesso sulla montagna, cerca di rimettere insieme i ricordi di quello che è accaduto. L’ultima cosa che ricorda di aver visto, infatti, è proprio la figlia che scappa via da lui.

Nel tentativo di cercarla, la scopre rifugiata in questa comunità religiosa, che non è così tanto pia come dimostra di facciata.

Oscuri segreti si aggirano intorno a quel paradiso in terra, tanto da far pensare che Anna sia soltanto caduta dalla padella alla brace. Infatti, dopo non molto, la piccola di casa cerca nuovamente l’aiuto del padre, prima che una minaccia ben più grande di lei emerga del tutto.

Tin star
Credits: Sky

La prima stagione, tra alti e bassi, è riuscita nell’intento di creare un torbido quadro generale che si è rivelato soltanto nell’ultima puntata. Già, perché Tin Star lavora lentamente, macerando svariate caratteristiche per arrivare al punto finale con gran maestria, proprio come nella prima stagione. Un episodio scoppiettante che ha posto molti puntini sulle i e ha dato risoluzione ai vari segreti che serpeggiavano tra i protagonisti e lasciandoci con un fotogramma finale ricco di suspense.

Questa seconda stagione non è da meno, anzi, proprio per i vari elementi ormai presentati al pubblico, ha la strada spianata per approfondire una nuova storyline.

Con il personaggio di Tim Roth, sapientemente sviscerato durante la scorsa messa in onda, abbiamo un gigantesco capo saldo della serie. Per quanto il resto del cast sia molto bravo e l’arco narrativo di ognuno è stato gestito molto bene, dandogli spessore e introspezione, la figura di Jack/Jim è mastodontica.

Un ruolo ben cucito addosso a Roth, che ne esalta molte qualità attoriali, ma che a volte soffoca il resto del cast.

Questa particolare serie tv si impernia su questo personaggio, molto simile ad un Dottor Jekyll e Mr Hyde, senza però essere in fin dei conti un vero punto a sfavore. Il suo ruolo centrale infiamma lo show ogni volta che è sullo schermo: dona quel gusto dark e misterioso che si appoggia perfettamente intorno alla figura spavalda e irascibile di Jim. Riesce ad essere magnetico anche quando il suo alter-ego alcolista non è ancora uscito fuori.

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Credits: Sky

Tin Star cade però in un tranello un po’ scontato: riecheggia in questa seconda stagione, quell’amore/odio che ha contraddistinto il rapporto di Jim con la moglie Angela. Colei che inizialmente era mandante della vendetta per suo figlio, ora vuole vendetta sul marito a cui ha fatto sporcare le mani. Fortuna vuole che questo spaccato della trama non solo duri poco ma dia anche modo di strutturare meglio l’arco narrativo della PR della North Stream Oil, Elizabeth Bradshaw, che nella prima stagione era stata messa da parte.

In sostanza, la seconda stagione è trainata principalmente dal filone riguardante questi nuovi super-religiosi da cui la figlia di Jim ha trovato riparo.

Una trama non scontata, che aggiunge nuovo mistero e regala un degno avversario a Roth: il pastore Jonah, interpretato da John Lynch, è un antagonista stravagante, coi propri demoni che lo rendono un personaggio molto interessante.

E mentre si cerca di riportare indietro Anna il drama della stagione si mette in moto, riunendo la famiglia sotto il fuoco nemico e regalando degli sviluppi inaspettati. Con ritmo lento ma cadenzato, un protagonista che buca lo schermo e ci ricorda perché in fin dei conti guardiamo questo show, e nuovi intrighi molto meglio sviluppati, la seconda stagione di Tin Star riesce a salire di un gradino rispetto alla precedente in questi primi 5 episodi. Catturando la nostra attenzione in attesa dei successivi.

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