Fan delle serie tv ormai non più contemporanee di tutto il mondo: unitevi! È arrivato il momento di scrivere di una serie HBO che, purtroppo, forse non ha avuto il successo che meritava, anche se per fortuna c’è sempre tempo per rimediare. Mi riferisco a Togetherness, una comedy in due stagioni prodotta tra il 2015 e il 2016, una di quelle serie che riescono a parlare un po’ di ognuno di noi: delle soddisfazioni, dei piccoli traguardi, delle relazioni ma soprattutto delle difficoltà che – per quanto ci sembrino sempre solo nostre – sono in realtà umanamente condivise. Lo fa con leggerezza e umorismo, senza mai avere la presunzione di fare la paternale, di dire agli spettatori come dovrebbero vivere le loro vite o, ancor peggio, di affermare che la vita sarebbe molto più rosea se solo noi cominciassimo a guardarla con le lenti giuste. Togetherness ci prende per mano e ci porta in un mondo fittizio che però somiglia davvero molto a quello reale, con le sue bellezze e le sue imperfezioni. E non ci fa sentire soli, cosa che già di per sé la inserisce nella lista delle serie tv che vale davvero la pena guardare.
Togetherness: è l’unione che fa la forza
L’incipit della serie è abbastanza semplice: Brett e Michelle sono una coppia sposata che ha ormai superato i quarant’anni, hanno due figli e, per quanto ancora non se ne rendano conto, sentono la pressione di una vita statica fatta di doveri e responsabilità, genitoriali e non. Il loro già precario equilibrio viene sconvolto dall’arrivo in casa di due personaggi alquanto rumorosi e certamente poco inclini alla tranquillità, Alex e Tina. Il primo è un attore che non ha mai visto il successo professionale, nonché il migliore amico di Brett; la seconda invece, una donna dallo spirito libero e dalla personalità a dir poco imperante, è la sorella di Michelle. Quando Alex e Tina si ritrovano – ognuno per le proprie differenti ragioni – senza una casa, entrambi si trasferiscono sotto il tetto di Brett e Michelle, dando vita a una strana convivenza a quattro (sei se consideriamo anche i bambini) dai risvolti complessi e inaspettati.
Quattro fasi di vita diverse, quattro diverse personalità condividono una casa e un bel pezzo del loro percorso in un contesto che in alcuni momenti gli sta stretto. Ma in realtà è proprio grazie a questa unione, a questa togetherness, che ognuno di loro riesce a capire davvero chi è nel profondo e dove vuole andare. Senza l’arrivo dell’uragano Tina nella sua vita, Michelle – interpretata da Melanie Lynskey – forse non avrebbe mai avuto il coraggio di ammettere le sue frustrazioni; Brett invece senza Alex non avrebbe mai ritrovato quel brio e quella voglia di divertirsi che ormai sembravano sepolte da un pezzo. E, contemporaneamente, l’inserimento delle due mine vaganti in un contesto familiare li aiuta a rivedere le proprie priorità, portando Tina a essere un po’ più responsabile e con i piedi per terra, e Alex a capire che il successo non sempre coincide con la soddisfazione personale. Alla fine della serie ogni personaggio è diverso da com’era nell’episodio 1, così come sono diversi i rapporti tra di loro. Una diversità che sa tanto di capacità di crescere e migliorarsi.
Tra sorrisi e riflessioni
Se siete alla ricerca di una serie non eccessivamente impegnata, facile da guardare, veloce e leggera ma che non rinunci agli spunti di riflessione, allora Togetherness fa certamente al caso vostro. Ironia e umorismo sono presenti in ogni episodio: mentre Brett e Michelle sono personaggi più seri e inquadrati, cosa che deriva dal tipo di vita familiare che portano avanti più che da una loro incapacità di essere divertenti, Alex e Tina si mettono continuamente in situazioni assurde e con le loro immense differenze caratteriali creano delle dinamiche davanti alle quali non si può che sorridere.
Non si tratta di una serie comica, una di quelle che provocano grosse risate una scena sì e l’altra pure, o dalle quali ci si aspetta che ogni episodio abbia la sua dose di divertimento. Togetherness è però un prodotto che con il suo essere ironico riesce a tirare fuori tematiche interessanti e per nulla scontate, trattandole in maniera poco pesante. E tutto ciò rende questa comedy la soluzione perfetta per quelle fasi in cui alla voglia di accendere la tv e mettersi davanti a una bella serie si affianca la stanchezza che non permette di affrontare quelle caratterizzate da dinamiche complesse o per le quali bisogna tenere costantemente il filo. E poi, diciamocelo, ricordare che non siamo delle isole e che il più delle volte è l’unione a fare la forza – anche quando sembra che la forza manchi – è un messaggio che non può che fare del bene a chi lo riceve. E allora forse sarò di parte, perché il genere al quale si avvicina è senza ombra di dubbio tra quelli che preferisco, ma sono convinta del fatto che a questa serie debba essere data una chance, anche e soprattutto perché gliene sono state date troppo poche.