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Top Boy, la recensione della quarta stagione: Summerhouse ha ancora molto da dirci

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Il ritorno di Dushane e Sully (interpretati dai famosi rapper britannici Asher D e Kano) in quel di Summerhouse è avvenuto lo scorso venerdì su Netflix, a distanza di due anni dal terzo capitolo, il primo dopo il rinnovo ordito da Drake in persona. Top Boy ha ancora molto da raccontare (qui trovate un nostro articolo sull’intera serie), e in questa stagione ci ha dimostrato che non tutto è sempre quel che sembra. La nostra recensione.

ATTENZIONE:l’articolo contiene GROSSI SPOILER sulle vicende di questa stagione.

Top Boy: un po’ di girl power a Summerhouse

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Andiamo per gradi. Tra le varie sotto-trame sviluppate lungo questa stagione, pare evidente come i creatori della serie abbiano deciso di puntare con una certa convinzione sullo sviluppo dei personaggi femminili del cast. Se già nella scorsa stagione avevamo visto cose interessanti da parte di Jaq, sprazzi di una forte personalità nascosta, in questo quarto capitolo la ragazza si è confermata come uno dei punti fissi della gang di Dushane, nonché come uno dei tenenti più fidati del Top Boy. Jaq è una one-woman-show: è lei inizialmente a condurre le indagini sull’omicidio di Ats, e contestualmente si ritrova a dover gestire nuovamente i fardelli di sua sorella Lauryn, allontanatasi da Summerhouse nella stagione precedente per aver involontariamente causato problemi all’irascibile Sully, ed ora vittima di violenza psicologica da parte del compagno dal quale aspetta un figlio. In tutto ciò Jaq dimostra di avere coraggio, proponendosi lei stessa come esca pur di salvare la sorella, e riuscendo a mediare tra quest’ultima e i suoi due capi, che non la vedono di certo di buon occhio. La storyline più interessante che vede Jaq protagonista però, è anche quella sulla quale si poteva fare di più. La ragazza, insieme alla sua nuova fiamma Becks, viene aggredita da un gruppo di teppisti omofobi, e decide di interiorizzare il trauma gestendolo a modo suo e vendicandosi sul capo dei teppisti, cambiandogli i connotati a suon di pugni. Sarebbe stato interessante, a nostro parere, sviluppare con più profondità il modo in cui Jaq gestisce il suo orientamento, dato che lei stessa ha nascosto a Dushane i reali motivi dei segni lasciati dall’aggressione subita. 

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Altro lavoro sorprendente è quello fatto sul personaggio di Shelley. La compagna di Dushane si è da subito tenuta lontana dai loschi affari di Summerhouse, mettendo al primo posto sua figlia e facendo prevalere l’istinto materno. Tuttavia, in questa stagione l’abbiamo vista alle prese con un brutto scheletro nell’armadio, che mai e poi mai ci saremmo immaginati potesse appartenerle, visto il suo temperamento e la sua dolcezza. Per quanto effettivamente il suo personaggio stoni un po’ in determinate logiche, è pur vero che si tratta della compagna del capo, e questa nuova piega presa dal suo personaggio potrebbe anche essere un indizio su un futuro più vicino agli affari di Dushane. Troppo da contorno e forzata invece la prima apparizione del personaggio di Pebbles, la nipote di Sully, protagonista di quella che, secondo noi, è la sotto-trama più evitabile e (appunto) forzata di questa stagione, utile soltanto per far tornare Sully al cospetto di Dushane, oltre che per aggiungere carne al fuoco in quanto a sparatorie ed azione.

In queste strade vivi o muori

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La terza stagione di Top Boy aveva fatto innamorare buona parte dei fan di Jamie, presentato come autentica next big thing della serie. Era partito col botto, salvo poi essere costretto ad una brusca frenata, pagando una certa inesperienza nei confronti della vecchia guardia. I modi bruschi dei ragazzi terribili di Summerhouse avevano creato scompiglio nel quartiere, mettendo in seria difficoltà Dushane nel tentativo di riprendersi la piazza, di rientro dalla Giamaica. In questa stagione Jaime è altrettanto bravo ad auto ridimensionarsi, accettando il ruolo di comprimario sulla scacchiera. Il lavoro svolto sul suo personaggio è stato molto diverso da quello della passata stagione, un po’ perché l’effetto sorpresa era già stato utilizzato, un po’ perché a determinate condizioni non si poteva fare altro. Summerhouse appartiene ancora a Dushane, ed è troppo presto per un ricambio. Nonostante ciò, è lo stesso Top Boy a definire Jamie il suo “piano per il pensionamento”, convinto di potersi ritirare presto a vita privata (e serena), lasciando spazio al maggiore dei fratelli Tovell. Ed infatti Dushane mette a dura prova il ragazzo, prima spedendolo in Marocco per fare le sue veci, poi chiedendogli una pesante dimostrazione di fedeltà, ordinando l’omicidio di Kit, suo braccio destro e amico di sempre.

E mentre fatica a mantenere saldo quel che resta della sua famiglia, in particolare con il piccolo Stefan, sempre più problematico, Jamie risponde presente alle richieste del capo, ma non senza fare a modo suo. Sulla via del ritorno dal Marocco si ferma in Spagna, dove rassicura il contatto di Dushane dicendogli che presto sarebbe stato lui a comandare, venendo però intercettato da Sully. In seconda battuta si vede costretto ad eliminare il suo migliore amico pur di non perdere la poca fiducia in lui rimasta nei due fratelli minori. Jamie è tanto sveglio da capire chi è il capo, ma non abbastanza da riconoscere il momento adatto per agire. La sua impulsività è la principale causa della sua fine. Il finale di stagione, letteralmente di quelli che fanno sgranare gli occhi, è presto spiegato rielaborando il percorso di Jamie in questa stagione. Tuttavia, è sicuramente una chiusura di stagione che lascia aperti tanti dubbi su quale sarà il futuro di Summerhouse. 

A Summerhouse c’è spazio per un solo Top Boy

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Il finale di Top Boy deve necessariamente far riflettere sulla posizione di Sully all’interno della gang. Per tutta questa stagione Dushane ha cercato in ogni modo di evitare guerre ed inutili spargimenti di sangue. Il protagonista della serie ha messo subito in chiaro il suo intento: fare più soldi possibile ora per poi cominciare a guadagnare legalmente e ritirarsi da questa vita. Il solito pretesto di un gangster a fine carriera, insomma. E per fare ciò Dushane è stato vicino a voltare le spalle al suo quartiere, proprio nel momento del bisogno. La morte di sua madre ha riacceso in lui qualcosa, un senso di appartenenza che si era affievolito, facendolo tornare sui suoi passi. L’inseguimento dei due poliziotti sotto copertura sembrava destinato a creare non pochi problemi al boss, che però con un paio di minacce (a Ruben) è riuscito a cavarsela di persona, con molta tranquillità, sulla falsa riga della comune lamentela riguardo il fatto che lo Stato non abbia un ruolo credibile in drama di questo tipo, analogamente a Gomorra. Ma tralasciando questo particolare, la posizione di Dushane rimane piuttosto salda in questa stagione, non ci sono minacce credibili in giro, e anzi, l’unica, rappresentata da Jamie, viene gestita come un’opportunità, uno sguardo ad un futuro più tranquillo. E se da una parte Dushane sembra essersi fin troppo calmato, complice il fatto che i suoi affari sono destinati ad ingigantirsi a tal punto che pistole e quant’altro non saranno più necessari, d’altro canto Sully si risveglia da un sonno profondo.

Il più gangster di tutti, quello più vero, più autentico, all’inizio della stagione sembra nuovamente essere in procinto di defilarsi, sia perché è un lupo solitario che fatica a stare stabilmente sotto qualcuno, sia perché in cerca anche lui di un po’ di tranquillità. Ma all’improvviso, con il discutibile escamotage della nipote nei guai, Sully torna al suo status iniziale e semina il panico. Elimina il contatto spagnolo in un duello nervi tesi alla far west, e poi di punto in bianco decide di eliminare il possibile quello che per lui è sempre stato il pericolo numero uno. Tuttavia, nel dialogo finale, al balcone con Dushane, Sully ammette di avere vedute differenti dalle sue, ma effettivamente ancora non ha mai preso una posizione sulle sue intenzioni future. Resta da capire innanzitutto se ci sia di mezzo la mente di Dushane nell’agguato a Jamie e, se così non fosse, come potrà reagire il re di Summerhouse a questo gesto? Ma soprattutto: cosa avrà in mente Gerald “Sully” Sullivan?

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