Bentornati al secondo appuntamento di Trash Box, la rubrica in cui parleremo e elogeremo tutto ciò che è trash senza vergognarcene. Oggi ho scelto di parlare del personaggio di Suor Angela, protagonista di Che Dio Ci Aiuti, serie Rai in onda dal 2011 e che continua ad appassionare una grande fetta di pubblico, riuscendo a raggiungere picchi di share interessanti.
Di cosa parla questa serie? Per chi non lo sapesse, Che Dio Ci Aiuti, spesso definita una Don Matteo al femminile, racconta le vicende di una suora impicciona che cerca di aiutare le persone in difficoltà, intervenendo e infiltrandosi, talvolta, anche nelle indagini di polizia. Ma non c’è solo questo: Suor Angela cura e si occupa di un convitto per ragazze in cui farà la conoscenza di personaggi oggi amatissimi come la viziatissima Azzurra Leonardi, interpretata da una simpaticissima Francesca Chillemi, di un serioso professore universitario, Guido Corsi, interpretato dal bravissimo e bellissimo Lino Guanciale, Margherita Morbidelli la studentessa di medicina un po’ goffa e sfortunata interpretata da Miriam Dalmazio. E tanti altri ancora.
Bisogna menzionare la fantastica Serena Rossi, protagonista della prima stagione nel ruolo di Giulia Sabatini assieme a Massimo Poggio nel ruolo dell’ispettore Marco Ferrari. Diana Del Bufalo come Monica Giulietti, Cristiano Caccamo nel ruolo del dottore Gabriele Mattei, ma soprattutto lei, la grandissima Valeria Fabrizi nel ruolo di Suor Costanza, la madre superiora del convento con il debole per il Lambrusco. Ricordiamo che tra le guest star ricorrenti figurano i nomi di Alessandro Borghi (qui la sua incontenibile evoluzione) nel ruolo di Riccardo Manzi, Ivano Marescotti come Achille Gentileschi, Ludovico Fremont come Emilio Della Rosa e Andrés Gill come Carlo Romero.
Ho scelto di parlare nello specifico del personaggio di Suor Angela perché trovo che sia innovativo, infatti la sua persona non è determinata dall’abito che indossa. Quella raccontata da di Elena Sofia Ricci è una suora diversa da come ce la si aspetta. È fuori dal comune, è fuori di testa. Riesce a trattare temi complicati mantenendo sempre toni leggeri. Suor Angela è una tosta e perciò merita attenzione. Che Dio Ci Aiuti sarà anche una serie talvolta banale e frivola, ma riesce ad arrivare dritta allo spettatore senza ostentare e imporsi di essere un capolavoro.
Trovo Suor Angela una tosta perché non si ferma davanti alle avversità, non è una donna che si lascia frenare dalle convenzioni o dagli ostacoli. Lorenza Rapetti al secolo, ora Suor Angela, ci dimostra fin dal primo secondo di essere diversa, di viaggiare in direzione ostinata e contraria, per usare le parole del grande De Andrè.
Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità, di verità.
È spontanea, è testarda, è ficcanaso, è impicciona, è istintiva, a volte manipolatrice e tanto perspicace. Capisce le persone prima che loro stesse abbiano il tempo di farlo. Allo stesso tempo è buona, genuina e ha davvero a cuore le persone del suo paese, anche se non le conosce nello specifico. Farebbe di tutto per tirare fuori dai guai e aiutare chi è in difficoltà, per aiutare gli esclusi, gli ultimi, gli emarginati, aiutandoli a ritrovare la dignità che gli è stata tolta.
Prende i voti dopo aver scontato un pena per rapina a mano armata e concorso in omicidio. Lei sa cosa significa essere un’esclusa, un’emarginata, sa cosa significa vivere ai margini della società. E vede in tutti la possibilità di redenzione. Guida come una forsennata tra le strade del paese senza curarsi delle regole. Parcheggia in divieto di sosta e accumula multe come mia nonna fa con i punti del supermercato. Cita anche Meredith Grey da Grey’s Anatomy!
La verità fa male, per questo mentiamo
-Suor Angela che cita Meredith Grey nella terza stagione
Insomma non ha nulla della figura classica della suora. È disposta a finire nuovamente in carcere (stavolta ingiustamente) o a mettere in discussione la sua fede per gli altri. Suor Angela non è una supereroina, ha gli stessi problemi, le stesse paure, gli stessi dubbi, ma soprattutto gli stessi difetti di tutti.
Da atea non credevo che un personaggio del genere avrebbe mai potuto conquistarmi, ma è stato così. Perché chiunque abbia inventato e continui a scrivere le storie di Che Dio Ci Aiuti è riuscito a fare qualcosa di eccezionale. Ha estrapolato la figura di Suor Angela dal contesto strettamente religioso e l’ha resa un personaggio con cui è facile identificarsi, nonostante quell’abito impegnativo.
Quello di Suor Angela è un personaggio estremamente bello e positivo che si fa spazio in un contesto semplice, dedicato alle famiglie, apparentemente a bassa intensità. Riesce, attraverso i suoi monologhi finali, a dispensare un po’ di saggezza, rivelando gli errori umani, ma senza mai condannarli. La sua non è filosofia spicciola, perché è consapevole dell’estrema fragilità dell’essere umano essendo lei stessa fragile. Non si eleva mai rispetto ai suoi fedeli, non crede di essere superiore a nessuno solo per la tunica che indossa. Suor Angela è genuina e questo è uno dei motivi per cui trovo che sia un personaggio speciale oltreché una tosta.
Che Dio Ci Aiuti è un inno alla semplicità e alla vita nella sua complessità, nella sua problematicità, nella sua precarietà.
Perciò sarà anche una serie trash, ma è una piacevole serie trash!