Recentemente Netflix (che ci ha preparato un’estate da urlo) ha rilasciato la nuova serie originale Trinkets. Il teen drama ruota intorno alle vite di tre ragazze che non potrebbero essere più diverse in apparenza. Nel corso degli episodi, infatti, si scopriranno più simili di quello che avrebbero potuto immaginare. Insieme riusciranno ad affrontare situazioni difficili e a battersi per ciò che ritengono giusto. Eppure Elodie, Moe e Tabitha non sono adolescenti comuni. Infatti, tutte e tre soffrono di cleptomania ed è proprio incontrandosi a un gruppo di sostegno che le loro strade si legheranno indissolubilmente.
Presentata con realismo, la storia di Trinkets evidenzia gli aspetti patologici del taccheggio e le situazioni differenti vissute delle protagoniste, a modo loro, tutte molto precarie. Elodie, da poco trasferitasi dal New Mexico, trova nei furti la sua unica valvola di sfogo dopo la morte della madre; Tabitha vive una vita apparentemente perfetta, ma in realtà viene continuamente maltrattata fisicamente dal fidanzato mentre la madre finge di non essere a conoscenza dei numerosi tradimenti del marito; infine, Moe sembrerebbe la meno problematica del gruppo dal momento che pare non soffra di cleptomania, ma continua ad allontanare tutti come conseguenza del trauma dell’abbandono da parte del padre. Insomma, ognuna convive con i proprio demoni finché non troveranno l’una nell’altra la forza di affrontarli.
Rapiti da queste ragazze e dalle loro storie, in alcuni momenti il tema del taccheggio sembra passare in secondo piano.
Nonostante rimanga sempre uno dei motivi portati della serie, cede il posto al rapporto tra le tre e al loro bisogno di indipendenza. Episodio dopo episodio assistiamo all’evolversi della loro amicizia che nasce, come la maggior parte delle volte, per puro caso. Una sfida a rubare l’oggetto più costoso in un negozio e poi messaggi sporadici per ridere tornate a casa. E da semplici compagne di taccheggio, diventano confidenti che si coprono le spalle a vicenda. Ciò che sembra unirle fin dal primo momento non è la comune patologia, ma proprio i loro drammi personali e sogni. Inadeguate e portate a fingersi qualcun altro, in realtà reclamano l’indipendenza. Sia essa dal fidanzato, dal padre o semplicemente dalla società. Dapprima questa autonomia viene chiesta sottovoce, poi inizieranno ad urlarla in un crescendo di liberazione dalle loro maschere.
Da collante farà la relazione opprimente di Tabitha che non ha il coraggio di lasciare il fidanzato Brady. Senza amiche sincere, ogni giorno si sente costretta a fingere e a mostrarsi serena in una relazione che in realtà la costringe a nascondere lividi sempre più estesi. La madre e il padre sembrano non capire il suo disagio e lei non vuole deludere le loro aspettative e piani per il suo futuro. Per fortuna, le sue nuove amiche le daranno la forza per troncare definitivamente con Brady e le rimangono accanto anche quando questi, per ripicca, pubblicherà una foto della fidanzata in intimo. Diventa evidente la frustrazione di Tabitha che, più volte, sembra vacillare e rischiare di tornare succube del ragazzo. Ma Moe ed Elodie troveranno un modo per vendicare l’amica.
Il furto dell’auto dell’ex ragazzo di Tabitha e la decisione di gettare l’auto nel lago avrà delle conseguenze decisive nella trama di Trinkets.
Il crimine, anche se inizialmente inconsapevole, renderà le protagoniste ancora più unite. Legate ormai dalla necessità di nascondere la verità e di coprirsi le spalle a vicenda. Ma ciò che traspare è quanto sia disposta ognuna di esse a difendere le altre in difficoltà. Quando Brady minaccia Tabitha di denunciarla alla polizia come responsabile della sparizione della sua automobile, Elodie affronta il ragazzo e si presenta come vera colpevole. Anche Moe difende la dignità dell’amica e – presa da un impeto di rabbia – gli tira un pugno in pieno viso, compromettendo con questo gesto la sua ammissione a un college coreano.
Allo stesso modo, quando è Elodie ad aver bisogno di aiuto le amiche accorrono. Organizzano un piano semplice, ma ben congeniato per permetterle di scappare di casa prima che il padre la mandi in una clinica di riabilitazione. Non mettono in dubbio la scelta dell’amica di voler seguire la sua fidanzata in concerto e non tentano di fermala. La paura per ciò che potrebbe riservare loro il futuro è tanta, ma allo stesso tempo non frenano Elodie perché la comprendono. Capiscono cosa si prova a non essere capiti dai genitori, o a non essere ascoltate, e sanno cosa vuol dire sentire il bisogno di fuggire e sentirsi finalmente libere di essere se stesse.
Nelle scene finali si legge la preoccupazione nei loro occhi per quello che potrebbe accadere: il futuro di Elodie con Sabine, quello di Moe e di Tabhita ora che Brady vuole denunciarle e come evolverà la loro amicizia. Il tatuaggio che hanno fatto insieme, un triangolo che rappresenta la loro amicizia, è un monito a non dimenticare quanto hanno condiviso. Un simbolo di quanto sia forte il legame che le unisce: non importa cosa abbiano potuto fare o dire, ci saranno sempre l’una per l’altra. Trinkets è una serie tv semplice (e non è l’unica), ma che cela un importante messaggio: l’invito a battersi per quello che ci sta a cuore, senza aver paura di mostrarsi per chi si è realmente. Se si hanno anche delle amiche come le protagoniste al proprio fianco, c’è ben poco da temere!