Il 14 giugno 2019 è uscito Trinkets, teen drama di Netflix composto da 10 episodi.
Il tema dell’adolescenza, con annessi problemi, è spesso presente sulla piattaforma. Temi delicati come il bullismo e la violenza vengono affrontati in Tredici – rinnovata per una quarta stagione – ma anche la sessualità nel periodo della pubertà, raccontata in modo divertente e irriverente in Sex Education, la cui seconda stagione è uscita in questi giorni confermandone il successo.
A questo punto è normale chiedersi: dove collocare Trinkets in questo panorama così variegato? E soprattutto, è all’altezza delle serie del passato?
La storia ruota intorno a tre personaggi inizialmente molto differenti tra loro: tre ragazze che frequentano la stessa scuola si ritrovano alle sedute di gruppo per la cleptomania. Motivo per cui inizieranno, non senza esitazioni, a legare.
Elodie Davis
Il personaggio di Elodie (Brianna Hildebrand) apre le porte della storia: si è appena trasferita dal New Mexico e, all’inizio del primo episodio, la vediamo entrare nella nuova scuola. Appare sin da subito una ragazza singolare: capelli da maschiaccio, viso pulito, vestiti comodi che danno l’idea di essere indossati senza badare troppo al risultato. Elodie è impacciata e ha l’atteggiamento di qualcuno che fa di tutto per non essere notato; naturalmente ottiene l’effetto contrario perché, a causa della propria goffaggine, si ritrova in situazioni imbarazzanti e strampalate. La ragazza ha un passato oscuro, qualcosa la tormenta e la porta spesso a isolarsi. Elodie è un mistero che però ha spunti divertenti: la sua tendenza a cacciarsi così facilmente nei guai, fa pensare che siano i problemi a cercare lei.
Moe Truax
La seconda protagonista è Moe (Kiana Madeira), Elodie la incontra per la prima volta nei bagni della scuola. “Stammi alla larga” è il messaggio che Moe inizialmente rivela all’altra.
Moe aggiunge un tono rock al terzetto: l’abbigliamento dai toni scuri, il trucco pesante e spesso sbaffato sugli occhi, l’iconica collana a cerchietto. Tutto, di lei, ci ricorda gli indimenticabili look degli anni ’90.
Moe è sulla difensiva, rifiuta l’eccessivo coinvolgimento da parte degli altri perché si illude di non averne bisogno. In realtà è la possibilità di essere abbandonata a spaventarla. I suoi modi pungenti sono solo una coperta che nasconde il suo sentirsi spesso inadeguata, questo a causa di una situazione familiare particolare. Nel corso degli episodi, però, Moe rivelerà un grande senso dell’amicizia che terrà il trio unito nonostante le divergenze. Tutte queste sfaccettature rendono il personaggio di Kiana Madeira, forse, il più coinvolgente.
Tabitha Foster
Terzo elemento ma non meno importante è Tabitha Foster (Quintessa Swindell). Economicamente agiata e all’apparenza superficiale e snob, si rivelerà molto diversa da un possibile cliché.
Tabitha è il personaggio più criptico delle tre: una cascata di riccioli perfetti che incorniciano lineamenti fini, grandi occhi da bambola in cui si legge malinconia. Lei è imprigionata in una gabbia di perfezione rifinita da lustrini, chiusa a chiave da un fidanzato opprimente, mentre la famiglia le gira intorno vezzeggiandola con qualche regalo costoso. Tabitha vuole uscire ma allo stesso tempo non vuole farlo e dimostra questo dualismo attraverso i suoi due profili instagram. Il primo dove si presenta come gli altri la conoscono – seguitissimo – e il secondo in cui esprime il suo malessere, pubblica frasi enigmatiche, scritte su uno specchio con il rossetto di marca che di lì a poco indosserà.
Temi nuovi: la cleptomania
Trinkets ha uno sviluppo lineare e semplice, non ci sono molti elementi nuovi bensì un ripescaggio intelligente. Uno di questi sta nella scelta di rendere protagoniste tre ragazze che non si sarebbero mai avvicinate in circostanze normali. Anche la loro caratterizzazione, se ci si mette a riflettere, l’abbiamo già rivista in maniera sfalsata in almeno una dozzina di serie televisive. Al contempo però, Trinkets ha i suoi elementi forti. Uno di questi è costituito dalla scelta di avvicinare le ragazze mettendo subito in luce la loro grande debolezza: il taccheggio, un tema delicato e degno di attenzione.
La cleptomania non è il piacere di rubare per avere cose costose, bensì, come ci rivela in special modo Elodie, una via di fuga dall’imbarazzo o dal dolore. O la semplice trasgressione. Nel caso di Tabitha è il tentativo di fingersi un’altra persona, in realtà potrebbe permettersi molte delle cose che ruba. La ragazza però si vergogna di più del denaro proveniente dalla sua famiglia asettica che di rubare con le sue stesse mani.
L’amore e le sue facce
Altro asso nella manica della serie sono i rapporti d’amore: differenti e anche non giusti come nel caso di Tabitha.
Tabitha è la fidanzata perfetta ma al contempo si sente soffocata dalla morbosità del suo ragazzo. Solo con il tempo, grazie anche a Moe e Elodie, riesce a capire che non è l’amore a legarli.
Poi c’è rapporto complicato tra Moe e Noah: lei continua a oscillare tra l’essere indipendente e il voler lasciarsi andare, ha paura di indebolirsi e perdere sé stessa, aspetto molto comune e mai affrontato abbastanza.
Poi c’è Elodie e la conoscenza con la bellissima cantante Shawn. Profondamente affascinata dal suo modo di vivere e dal senso di libertà che Shawn le fa percepire, Elodie inizia a provare sensazioni nuove che le danno in un certo modo sicurezza. Naturalmente questo la porterà a nuovi guai.
L’unione fa la forza
Quello che ci lega a Trinkets è il profondo senso di amicizia che tutti nell’adolescenza abbiamo provato. Ci fa ricordare il tempo in cui rivelavamo i propri problemi alla migliore amica, o amico, visti come delle enciclopedie viventi di buon senso e salvatori scesi dal cielo a cui pensavamo di poter affidare la nostra vita. Il tutto suggellato da un tatuaggio rigorosamente uguale che ci fa sentire uniti da un filo invisibile, qualora dovessimo separarci. Questo è quello che viene raccontato in Trinkets e viene fatto in modo intelligente. Infatti il trio non è unito sin da subito, la complicità nasce dal caso e cresce piano piano, ci pensano gli eventi e il destino con i suoi piccoli imprevisti a far prendere per mano Elodie, Moe e Tabitha. Perché quando hai qualcuno che ti ascolta è più facile guardare in faccia il passato, accettarsi per quello che si è e affrontare qualcuno o qualcosa di cui si ha paura.
Questa è la forza di Trinkets: i temi conosciuti riproposti in una formula nuova, gli episodi della giusta durata e una lista di questioni irrisolte che ci fanno aspettare una seconda stagione (confermata come conclusiva). Forse non è la serie più originale che ci sia, ma sicuramente regge il confronto con quelle del passato da cui trae spunti interessanti.