Ci sono serie che durano molto e che arrivano a stancare anche i fan più accaniti e altre che, purtroppo, vengono cancellate fin troppo in fretta e magari proprio sul più bello. Tru Calling, per esempio, è una di queste ultime. La serie è stata trasmessa in Italia da giugno a settembre del 2005, in seconda serata e, nonostante la fascia oraria non troppo comoda, è stata seguita da un pubblico abbastanza vasto che ancora oggi ne sente la mancanza.
La trama ci racconta di Tru Davies (Eliza Dushku), una ragazza che si è appena laureata in medicina e che trova lavoro presso l’obitorio cittadino. Subito dopo aver ottenuto questo nuovo impiego, tuttavia, scopre di avere un potere alquanto singolare e un po’ inquietante: riceve richieste di aiuto dai cadaveri. Quando questi, tutti morti per cause non naturali, le chiedono “aiuto”, Tru torna indietro nel tempo di un giorno e il suo obiettivo è quello di riuscire a salvarli dalla morte.
Ad aiutare la protagonista in quasi tutti gli episodi ci sono suo fratello Harrison, che è a conoscenza del suo segreto, e il suo datore di lavoro Davis. Quest’ultimo, inoltre, ha già avuto a che fare con lo straordinario potere della ragazza: anni prima, infatti, è stato salvato proprio dalla mamma di Tru, che è morta quando lei era poco più che una bambina e che possedeva la sua stessa capacità. L’intreccio, tuttavia, si complica quando si viene a sapere che a commissionare l’omicidio della madre di Tru è stato proprio suo padre. Quest’ultimo, infatti, possiede il potere opposto a quello della protagonista: deve assicurarsi che il destino si compia e che le persone che sono destinate a morire, muoiano effettivamente. Nel corso degli episodi scopriremo anche che il nuovo collega di lavoro di Tru, Jack (Jason Priestley), è stato assunto proprio da Richard Davies per ostacolare i “salvataggi” che Tru compie quotidianamente grazie al proprio potere, e che lui stesso ha la capacità di tornare indietro e “aiutare la morte”, esattamente come il padre della ragazza.
Quando Tru fa la conoscenza di Jack, non sa ovviamente chi sia realmente il ragazzo e quale sia il suo obiettivo. Col passare del tempo, tuttavia, arriva a comprendere la sua vera natura e i due iniziano a “lottare” l’uno contro l’altro: da una parte c’è Tru, che vorrebbe riuscire a salvare tutti coloro che la circondano, dall’altra c’è Jack, che crede che il destino debba compiersi sempre e comunque anche se ciò significa permettere che la gente muoia. Durante un episodio in particolare della seconda stagione, intitolato Last Good Day, arriviamo tuttavia a comprendere un po’ di più il “punto di vista” di Jack. In questa puntata i poteri dei due ragazzi si invertono: una donna chiede “aiuto” a Jack, mentre per Tru la giornata si riavvolge semplicemente esattamente come accade al suo antagonista.
Alla fine dell’episodio in questione, Jack potrebbe salvare la ragazza che gli ha chiesto aiuto da morte certa. Proprio mentre è titubante, tuttavia, gli risuonano nella testa le parole di Richard e non riesce a fare a meno di lasciare le mani della donna, lasciandola precipitare e morire. Quando Tru gli si avvicina e gli dice: “Avrei preferito che precipitassi tu al posto di Megan”, tuttavia, lui le confessa: “Anch’io lo avrei voluto tanto”. Ciò ci fa comprendere che, ovviamente, nonostante creda fermamente in ciò che fa, Jack non è di certo immune ai sensi di colpa.
Ciò che più ci lascia perplessi di Tru Calling, in ogni caso, è senza ombra di dubbio il sesto e ultimo episodio della seconda stagione, intitolato Twas Night Before Christmas… Again. La serie, come purtroppo è accaduto molte volte nell’Universo seriale, è stata cancellata senza che gli autori avessero la possibilità di darle un vero e proprio finale. Nel caso di Tru Calling, tuttavia, la puntata in questione ci ha lasciato non soltanto con l’amaro in bocca ma anche con la curiosità di sapere come potrebbe continuare la storia, dato che è stata interrotta proprio “sul più bello”.
Durante questo episodio, ambientato durante la vigilia di Natale, Tru e Jack si ritrovano inaspettatamente a collaborare per aiutare una donna morta ben sei mesi prima. Il fratello di Tru, Harrison, scopre il legame inaspettato tra suo padre e Jack, ma il riavvio della giornata permette a Richard di nascondere tutto perfettamente e di ottenere nuovamente la fiducia di suo figlio. Alla fine della puntata, Jack viene invitato alla cena di Natale come ringraziamento per essere stato d’aiuto: qui, sotto gli occhi di Tru ed Harrison, lui e Richard fingono di incontrarsi per la prima volta e si presentano come se nulla sia mai accaduto. Allo stesso tempo, da alcuni sguardi arriviamo a capire che i due sembrano essere in combutta anche con la fidanzata di Davis, che è in realtà una talpa.
Tru Calling è una serie che avrebbe potuto dare ancora molto, ma che è stata cancellata definitivamente proprio quando l’intreccio cominciava a farsi più interessante. La sceneggiatrice Doris Edgan, inoltre, ha rivelato un dialogo che avrebbe voluto avesse luogo proprio tra Tru e Jack se fossero stati girati anche altri episodi della serie:
Jack: È sbagliato perché c’è un Piano più grande di quanto chiunque possa capire. Se questa donna vive il Piano esce dai binari. Questa donna sarà a casa quando il suo vicino avrà un attacco di cuore. Lo salverà, il vicino sopravvivrà e abuserà dei suoi due figli. Uno dei due bambini diventerà il prossimo Unabomber. L’altro sposerà una donna che era destinata a un altro, a un medico che lei avrebbe aiutato a scoprire la cura per il cancro.
Tru:Non puoi saperlo!
Jack: Ma so che c’è un Piano e che tu lo stai distruggendo.
A questo punto è inevitabile pensare che, anche se nelle prime due stagioni abbiamo inevitabilmente fatto il tifo per Tru, forse se ci fossero state altre puntate non sarebbe stato così facile schierarsi dalla sua parte. Dopotutto, quante volte nei film e nelle serie tv ci è stato insegnato che modificare il passato per fini “egoistici” non è mai una buona idea? Insomma, Tru Calling è senza ombra di dubbio uno dei più grandi rimpianti dell’Universo seriale. È una di quelle serie che, se avesse avuto un’opportunità, sicuramente avrebbe fatto parlare di sé per molti anni.