Se come me appartenete a una generazione fa, ricorderete senza dubbio quel periodo di gloria dei vampiri al cinema e nelle serie tv (True Blood, The Vampire Diaries, Moonlight). Siamo attorno al 2008, in sala arrivava una pellicola destinata non solo a diventare un successo mondiale ma a lanciare un nuovo trend. Ovviamente il film in questione era Twilight (la cui influenza la potete notare in 5 serie tv) e la moda era quella vampiresca. Di vampiri si era già parlato a lungo, anche nelle serie tv erano stati protagonisti di uno show cult come Buffy the Vampire Slayer. Eppure è la spinta di Twilight a ridare nuova vita all’immaginario del succhiasangue.
Il vampiro bello e dannato torna a essere il malinconico protagonista di nuove storie, in cerca di qualcuno che possa ricordargli cosa significa essere umano.
Protagonista indiscusso dello scorso decennio, torna con l’aspetto di sconosciuti affascinanti, dalla bellezza ammaliante ma anche dall’oscuro passato. Immancabile è l’innamoramento della protagonista che prima cade fra le braccia della nostra creatura e poi, in virtù della sua bontà d’animo, riesce a salvarlo dalla perdizione. Insomma, un po’ la versione soft horror di Romeo & Giulietta.
In questo panorama idilliaco si inserisce, tuttavia, True Blood, uno show che ha deciso di approfondire il lato più perturbante dei vampiri rimanendo, in tal senso, fedele all’originale.
La serie tv, andata in onda su HBO dal 2008 al 2014, è basata sulla nota saga letteraria “The Southern Vampire Mysteries” di Charlaine Harris. Nel corso dei romanzi, la nostra protagonista Sookie Stackhouse vive diverse avventure e disavventure, tutte legate al suo insolito potere telepatico e alla relazione che intreccia con il vampiro Bill Compton. La serie tv, per quanto si sia distanziata molto dal materiale letterario, conserva quello spirito provocatorio e senza dubbio sensuale. I vampiri non sono più tormentati ed eterni adolescenti in attesa di redenzione ma creature assettate di sangue e sesso. True Blood non lesina infatti nelle scene di nudo, che con l’avanzare della serie diventano sempre più numerose e bislacche, mostrando che tutto, ma davvero tutto è possibile.
La stessa Sookie è un personaggio femminile molto diverso, decisamente più emancipato e sessualmente libero di una Elena Gilbert o una Bella Swan.
Nel corso dello show, infatti, Sookie non rimane cocciutamente legata all’immagine sognante di Bill, si rende ben presto conto dei suoi lati oscuri e decide di conseguenza. Allo stesso tempo, il triangolo che vede protagonisti lei, Bill e Eric (un esordiente e fascinoso nordico Alexander Skarsgård) è molto più complesso di quanto non si creda e privo di quel dramma adolescenziale così vivo in altri prodotti legati al genere. L’altra faccia della medaglia è che l’amore con la A maiuscola ha un ruolo indubbiamente meno rilevante e, senza farvi spoiler, alla fine di tutto Sookie farà una scelta estremamente pratica.
I vampiri in True Blood non vivono nascosti, perché la creazione di un sangue sintetico permette loro di vivere a stretto contatto con gli umani. Non possiamo aggiungere “in pace”, d’altronde, perché così non è e nel corso delle puntate la stessa Sookie si ritrova in mezzo a intricati complotti, attentati, sparizioni, omicidi e sette. Il mondo in cui si aggirano questi nuovi mostri civilizzati consiste in una realtà oscura fatta di locali a luci rosse e giochi di potere, una realtà in cui ogni alleanza viene attentamente misurata e non si può mai stare al sicuro.
A confronto con la regina Sophie-Anne Leclerq, i Volturi sembrano degli allegri vampiretti di quartiere.
Esiste una struttura gerarchica alla quale i vampiri sono strettamente legati e delle regole che vanno rispettate. Siamo quindi di fronte a una società moderna, che vive accanto a quella degli umani e dalla quale spesso viene influenzata e condizionata. Attraverso gli occhi di Sookie, la cui vita di semplice cameriera subisce una svolta inaspettata, veniamo a scoprire le diverse dinamiche che regolano questo mondo. I vampiri di True Blood, d’altronde, non perdono quelle caratteristiche ferine che colorano l’immaginario collettivo: molti di loro non rinunciano al caro vecchio sangue, infischiandosene del nuovo ordine mondiale. La serie tv indulge spesso negli aspetti più carnali e primordiali delle creature notturne, sottolineandone pulsioni e istinti. L’amore trova spazio ma sempre in misura minore, quasi come necessità secondaria a quella più pressante del nutrirsi e accoppiarsi.
True Blood è senza dubbio uno show pensato per un pubblico più adulto, privo di luccicanti vampiri che possono essere salvati dalla loro vita dannata. Sookie decide, almeno fino a un certo punto, di far parte di questo mondo ma sa benissimo di non poterlo cambiare.