La prima stagione di True Detective è una delle opere televisive che negli ultimi anni ha fatto più riflettere in assoluto: i motivi sono tanti, in quanto innumerevoli sono gli spunti. Tuttavia, è innegabile che le principali analisi riflessive provengano dai pensieri e dalla filosofia di Rust Cohle: il controverso detective interpreta a modo suo gli eventi, seguendo precise dinamiche psicologiche che da fuori potrebbero sembrare strane o assurde. E invece fanno riflettere, e non poco: ecco i momenti più significativi.
1) Assunzione di droghe
Una delle caratteristiche del personaggio che salta subito agli occhi è la sua intensa relazione con le droghe: nella fase della storia in cui ci viene presentato (1995), Rust Cohle si è liberato della dipendenza della droga, aspetto che gli era entrato nella pelle a causa del suo lavoro sotto copertura alla narcotici. Dunque il primo spunto è: quanto la devastazione che la droga assunta può aver portato ha influenzato la stabilità mentale del protagonista? Smettere di assumere droghe, si sa, è fisicamente e psicologicamente difficile: non è quindi complesso immaginare che riuscire a superare una tale dipendenza lasci degli strascichi a livello sia fisico che mentale. Eppure, la lucidità dei suoi pensieri è impressionante…
2) Relazione con l’alcool
Se le droghe sono qualcosa di cui con il tempo è riuscito a fare a meno, il suo rapporto con l’alcol è stato invece una costante sia nel 1995 che nel 2012. Il prossimo punto è probabilmente la spiegazione a questa dipendenza, ma andiamo per gradi: smettere di assumere droghe doveva avere necessariamente degli effetti collaterali e, quando nel 1995 Rust deve relazionarsi in maniera “normale” con la gente, spesso trova il coraggio negli alcolici. Emblematico è l’evento dell’invito a cena da parte di Marty, serata in cui si presenta completamente ubriaco; nel 2012, invece, il suo assumere alcolici sembra semplicemente parte integrante della sua giornata: tutto l’interrogatorio a cui è sottoposto è accompagnato da innumerevoli sorsi di lattine di birra, in piena mattinata. La domanda (e anche risposta) è dunque lecita: si potrebbe dire che il raggiungimento dell’equilibrio fisico-mentale per Rust Cohle è subordinato all’essere ubriaco (almeno nel 2012)? Sembra un paradosso, ma i fatti sono proprio questi.