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I 10 grandi temi esistenziali affrontati in True Detective

6. Perdono
“Io dissi qualcosa sul perdono e lui rispose che il perdono non esiste. Che la gente tende solo a dimenticare.” – Maggie.
Tale citazione è emblematica del tema del perdono nel modo in cui è trattato in True Detective.
E’ esattamente ciò che accade, di fatto, se ci riferiamo a Rust e Marty dopo il tradimento della moglie di quest’ultimo. Nessuno perdona nessuno, nessuno CHIEDE perdono a nessuno, e nessuno sente che manchi qualcosa per tale motivo. Il perdono, in True Detective, è trattato come una formalità convenzionale, resa superflua dal tempo che rende la memoria debole, le resistenze remissive, e le persone nuovamente predisposte al confronto.true detective

 

7. Morte
“La Morte ha creato il Tempo affinché facesse crescere tutto ciò che poi lei avrebbe ucciso.” – Rust.
Forse c’è troppo, tutto. Motivo per cui sarebbe banale spiegare come il concetto di “morte” nella serie faccia da inchiostro ad ogni virgola. Non si muove una foglia, se questa non è conscia di cadere al suolo. Non agisce uomo che non sappia di essere in movimento verso l’inesorabile ultimo respiro. Una verità che si trasmette come un virus alla sola conoscenza di ciò che sta avvenendo nei boschi ai bordi di una Louisiana che rafforza il senso di solitudine umana. A Rust (E spaventosamente a Marty, nella sua banale integrità inconsapevole), che incarna tale visione, basta dare uno sguardo a Ledoux. Sentirgli nominare “Carcosa”, per percepire che forse una verità ancestrale sulla vacuità dell’esistenza esista già in ognuno, ma che vada solo evocata con un cenno. Che, forse, bene e male sono dallo stesso lato. Un’atmosfera perpetua indica che ogni personaggio sembra muoversi consapevolmente verso qualcosa che lo distruggerà.true detective

 

8. Esoterismo
“Sono chiamato ad ascendere. A volte, al mattino, mi sembra quasi di vedere il piano infernale.” – Childress.
L’esoterismo è il mezzo. Il treno che congiunge i due capi. Il tunnel, LA SPIRALE, il passaggio tra questa conoscenza e quella dell’altrove. Un mezzo che è talmente lecito alla causa che lo stesso Rust ne viene tentato. Tutto è terribilmente e spaventosamente giusto nello schema avveniristico di cui conosciamo ogni esito finale. Non ha senso opporsi, perché ci si sta opponendo a ciò che reconditamente si vuole. Smettere di essere nulla nel tutto, nella speranza di divenire qualcosa nel nulla.true detective

 

9. Timore
“In fondo ai tuoi occhi io la vedo, la tua anima. Hai un demone che ti divora dentro. C’è come un’ombra su di te, ragazzo.” – Ledoux.
Rust non sembra intimorito da tutto ciò che circonda il mistero del caso; e questa non è una maschera. Lui è realmente privo di timore verso ciò che sta affrontando, in quanto realmente radicato nelle proprie convinzioni che lo portano a credere in un’unica, casuale, entropica esistenza. Tutto però cambia, quando si trova a plasmare sensorialmente ciò che fino a quel momento ha ritenuto stupida utopia sensibile: “Carcosa”. Un’auto-suggestione che lascia protagonista e spettatore dove è giusto che si rimanga in True Detective: nel dubbio.true detective

 

10. Catarsi
“Ad un certo punto quando ero immerso nell’oscurità, so che qualcosa… qualsiasi cosa fossi diventato, non era neanche coscienza. Più una indistinta consapevolezza.” – Rust.
La parvenza di aver conosciuto una nuova verità che ha la forza di generare insolito timore laddove dovrebbe causare sollievo. Solo chi si immedesima nella personalità di Rust può provare a capire che la stessa forma di pensiero che genera l’aporia di voler universalizzare una realtà non universalizzabile, è lo scudo di pessimismo sicuro che rende immuni dall’esistenzialismo insicuro che genera timore. Nel momento in cui è in fin di vita, Rust lo capisce. Ed è catarsi. True detective

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