Terminati dunque i flashback, nel presente i due si incontrano dopo essere stati entrambi interrogati separatamente dai due detective, che sospettano di Rust. A questo punto, fino alla fine si noterà una nuova netta separazione tra lavoro e famiglia, con però una linea che tende ad unire i due aspetti per il gran finale. L’incontro di Marty con la moglie è molto cordiale ma al tempo stesso mette quasi a disagio lo spettatore: il tempo ha fatto il suo corso e ha lasciato soltanto l’affetto minimo tra i due personaggi, lasciando l’idea di una famiglia disintegrata (Marty non sa nulla o quasi delle sue figlie). Tornando all’incontro con Rust, questi vuole mostrargli tutti i dettagli che negli anni è riuscito a raccogliere sul Re Giallo, vista l’errata e prematura archiviazione del caso; per convincerlo, egli mostra a Marty una videocassetta che ha trovato nella casa del reverendo Tuttle (fratello del senatore), in cui sono riprodotte immagini di rituali con bambini al limite della sopportazione umana. L’uomo fedele a sani principi emerge e decide di aiutare Rust nella ricerca di questi psicopatici.
Al fine di comprendere la psicologia dietro questo personaggio, è molto importante sottolineare la risposta che egli dà a Rust quando costui gli chiede perchè si è dimesso dalla polizia e si è relegato all’investigazione privata; Marty racconta che una volta ha dovuto affrontare un caso di un uomo che aveva deciso di asciugare il figlio di pochi mesi mettendolo in un forno a microonde. La follia, dunque. Allora perchè accetta di aiutare Rust? La pedofilia è una forma di follia, dopotutto. Siamo di fronte ad un apparente contrasto che però confluisce in una convergenza: Marty si è voluto allontanare dalla follia dei casi che potevano capitargli stando nella Statale, ma ha un obbligo morale verso il caso del ’95 perchè se non sanno tutta la verità è in parte anche colpa sua, che per rabbia ha ucciso Ledoux. La vita di Marty degli ultimi anni è più triste di quella che egli racconta a Rust: è solo, non vede nessuno se non occasionalmente. Forse è quello che si merita? Come uomo di famiglia forse sì, ma il detective Marty è un eroe.
Dopo lo scontro con il killer, i nostri protagonisti sono in ospedale: a Marty è andata meglio rispetto a Rust. Il primo ha la possibilità di rivedere per una volta la famiglia riunita: ai piedi del suo letto, la ex moglie e le due figlie lo abbracciano e Marty scoppia in un pianto liberatorio, che ha molteplici significati. Forse è finalmente riuscito ad accettarsi per quello che è. Ma l’accenno finale spetta inevitabilmente alla sua ultima conversazione con Rust: la realtà è amara perchè non sono riusciti a prendere tutti i colpevoli; inoltre, l’FBI copre i politici coinvolti. “Abbiamo preso i nostri”, dice Marty che, osservando il cielo, afferma che le tenebre sono decisamente più presenti della luce; e allora, quasi inaspettatamente, il pessimista Rust gli risponde: “Stai guardando il cielo nel modo sbagliato. Una volta c’erano solo tenebre; adesso, se me lo chiedessi, ti direi che la luce sta vincendo”.