Che “con i voti cominciano appena nasci” non ce lo dicono mica solo in Da zero a dieci. È un dato di fatto che da noi ci sia questo approccio numerico-valutativo pronto a rincorrerci continuamente.
Certo, a partire dalle scuole elementari la questione prende una piega più seria, ma non crediate che la storia dei voti non inizi molto prima. Che alla fine diventa una mania: non venite a dirmi che non giocavate, alle scuole medie, a Che voto dai a quello o a quella. In che senso che voto? Chiedeva l’amico. Da zero a dieci, rispondevate. Ecco, crescendo noi di Hall of Series non abbiamo perso questa mania e ci divertiamo a fare i professoroni pronti a bacchettare, bocciare, rimandare a settembre o promuovere – che sia con la sufficienza o a pieni voti – i nostri eroi. Per vero, esistono almeno due scuole di pensiero sul significato sotteso a questa distribuzione di voti, due metodi educativi.
Chiameremo il primo di essi, METODO ROTTENMEIER. Se avete avuto una fanciullezza melancolica, nella quale Heidi occupava un posto d’onore tra le vostre frequentazioni seriali, direi che questo approccio pedagogico vi è abbastanza palese. Insomma, non si perdona niente. Si tratta di quelli che credono di più nella forza educatrice del bastone, piuttosto che in quella della carota. I voti si danno per far sentire l’esaminato molto simile al puzzolente risultato marrone di scarto prodotto dall’intero regno animale dopo la digestione. Di tutt’altro avviso è indubbiamente la seconda categoria, che chiameremo METODO WINNIE THE POOH. Anche in questo caso, per la maggior parte di voi lettori, non ci sarà bisogno di spiegazioni. L’orsetto coccoloso ghiotto di miele è già di per sé abbastanza esplicativo. I voti servono per dare fiducia all’esaminato, per infondergli autostima e per premiarlo se ha svolto bene il proprio lavoro. Ora, arriviamo al dunque: io giudicherò i personaggi principali di True Detective 2 e cercherò di non sembrare né un’acida educatrice tedesca, né un orsacchiotto un po’ pirla, ma voi fatemi la cortesia di non fare paragoni con la prima stagione nelle vostre valutazioni mentali, perché non è di questo che si sta parlando. Benché personalmente ritenga che True Detective 2 sia un prodotto molto valido – le cui uniche stonature sono identificabili in una sorta di opacità della trama, che risulta molto – troppo – ingarbugliata – cercherò di essere più oggettiva possibile.