Ogni giorno proviamo a raccontare le serie TV con la stessa cura e passione che ci hanno fatto nascere.
Se sei qui, probabilmente condividi la stessa passione anche tu.
E se quello che facciamo è diventato parte delle tue giornate, allora Discover è un modo per farci sentire il tuo supporto.
Con il tuo abbonamento ci aiuti a rimanere indipendenti, liberi di scegliere cosa raccontare e come farlo.
In cambio ricevi consigli personalizzati e contenuti che trovi solo qui, tutto senza pubblicità e su una sola pagina.
Grazie: il tuo supporto fa davvero la differenza.
Rustin Spencer Cohle. Un nome, mille sfumature. Un moderno Zarathustra che avanza solitario tra le frattaglie di un mondo abbandonato a se stesso. Magnetico, affascinante e disorientante, Rust tocca, a tratti sciocca i nostri sensi e la nostra coscienza come pochi altri prima di lui. Si finisce con il credere che questo personaggio immaginario sia, in qualche modo, la proiezione di quella parte più cupa e celata che alberga nel nostro essere uomini. Ciò che ci lega al ruolo disegnato intorno a McConaughey in “True Detective” è un legame intimo e atavico (pronti a rivederlo nella terza stagione? leggete qui per i dettagli).
Forse la parola “amore” non è quella adatta per descrivere quanto suscitato da questo personaggio così perfetto nella sua imperfezione. L’esperienza emozionale che ci troviamo a subire ammirandolo è ben più simile a quella della sindrome di Stendhal, perché Rust Cohle si può definire un’opera d’arte dei nostri tempi. La sua espressione così passiva e tormentata, le membra tese ed elettriche e una dialogica spiazzante ci turbano e allo stesso tempo cullano durante tutta la visione. Si potrebbe rimanere ore e ore a contemplarlo nel tentativo di cogliere la scintilla primordiale che brucia in fondo ad un’anima e ad un pensiero che vanno “oltre” l’uomo.
Rust è l’eccesso in terra. Imitarlo? Impossibile. Ispirarsi a lui? D’obbligo.
Sveliamo dieci motivi per amare Rust, uomo unico e allo stesso tempo così vicino a noi e addentriamoci un passo dietro l’altro nell’oscurità che avvolge questa figura, in un percorso che vuol dire scoperta di se stessi.
Diretto come un pugno al fegato, coerente al limite del saccente e una lingua velenosa al punto giusto. RustCohle non risparmia niente e nessuno da critiche e analisi viscerali e inappuntabili. Chi non si trova sulla sua stessa lunghezza d’onda è destinato ad essere travolto da un flusso di consapevolezza, che rende questo figlio del Texas incomprensibilmente affascinante in tutta la sua tracotanza. L’estremo controllo con cui il detective conduce la sua esistenza lo porta ad essere sempre un passo avanti agli altri e di certo non sarà lui a rallentare per aspettare che qualcuno si adegui al ritmo.