“Mi dica signor Rust Cohle …”
“No guardi, non credo sia il caso di cominciare così!”
“Come vuole che cominci?”
“Non ho tempo da perdere, lasciamo a chi ha tempo i convenevoli. Ho un problema, è vero. Ma probabilmente lei ne ha più di me, e tutti molto più gravi del mio.”
“Per quale motivo lei crede di essere qui, signor Cohle?”
“Mi guardi, cosa vede?”
“Un uomo con un problema a quanto dice.”
“Non le ho chiesto cosa vedo io in me, ma cosa vede lei in me.”
“Vedo un uomo con un problema.”
“È vero.”
“Signor Cohle, non può fumare qui.”
“Vuole che rimanga? Mi faccia fumare.”
“In realtà è lei che ha deciso di venire, non la obbligo a rimanere.”
“Stia zitto, riesco a vedere del desiderio in lei. Mi obbliga a stare qui con lo sguardo.”
“Non sto facendo nessuno sguardo.”
“Come fa a sapere di non star facendo nessuno sguardo, se lei non riesce a vedere il suo volto in questo momento?”
“Riesco a controllare le mie espressioni signor Cohle e non può fumare qui, non l’accenda neanche.”
“Mi sta sfidando?”
“No, signor Cohle. Le sto ricordando cosa non è possibile fare in un luogo pubblico.”
“Senta, chiariamo una cosa.”
“Mi dica.”
“No, è inutile che lei manifesti questo atteggiamento accondiscendente. Era il lontano 1997…”
“Signor Cohle rimanga ai giorni nostri.”
“Sono qui, giusto? Come crede che sia possibile che io rimanga ai giorni nostri se sono qui con lei.”
“Rust, le va di fare un esperimento e di disegnarmi su un foglio un orologio che segna l’ora esatta in questo momento?”
“Guardi. Io ho visto Hannibal, lo hanno visto tutti. Non creda di potermi ingannare.”
“Sto solo cercando di aiutarla.”
“Facendomi passare per un pazzo?”
“Will Graham non era pazzo.”
“Cosa ne sa lei, ha visto la fine?”
“Non l’hanno ancora messa su Netflix, quindi no.”
“Vuole che le faccia degli spoiler?”
“Cos..? No, signor Cohle mi dia una mano ad aiutarla.”
“Perché dovrei?”
“Siamo qui per lei. Spenga quella sigaretta per favore o sarò costretto a chiamare la security.”
“La security gne gne. Dove siamo a Quantico?”
“Signor Cohle, la lascio fumare ma deve cominciare a parlarmi di lei.”
“Cosa dire? Sono un uomo dai sani principi, per i cibi invece sono un po’ meno sano.”
“Cosa ha fatto scattare tutta questa rabbia secondo lei?”
“Ho paura sia stato il 1997.”
“Va bene, mi parli di allora.”
“Credevo non volesse saperne.”
“Mi dia soddisfazione Rust, parli.”
“Fu un anno difficile.”
“Perché?”
“Mi faccia spiegare, non mi interrompa.”
“Scusi, vista la durata della pausa credevo di dover intervenire.”
“Ma chi le ha dato la laurea?”
“Ebbene era il lontano 1997 quando…”
“Che fa, prende in giro?”
“Mi scusi, continui.”
“Ero ormai sfiduciato a causa dei miei colleghi, della mia vita e delle accuse contro di me. Scusi, mi sta ascoltando?”
“Ovviamente, ascoltavo con trasporto, mi ha detto di non interromperla.”
“Bravo! Dicevo… nel 1997 seguivo molto il mio istinto.”
“Ho notato. Mi scusi, prego continui.”
“Ho finito le sigarette, ne avrebbe un paio?”
“Di sigarette?”
“No, di pacchetti.”
“Non fumo signor Cohle.”
“Qual è allora il suo scopo nella vita?”
“Non sono io a dover rispondere alle sue domande, le ricordo che lei è venuto da me.”
“Come è difficile parlare con lei.”
“Signor Cohle sarebbe più semplice se lei mi venisse incontro.”
“Quegli anni erano duri, sotto tutti i punti di vista. La polizia non aveva tutti i mezzi tecnologici di cui si serve oggi. Il caso era complicato e io e il mio partner riuscivamo a capire solo metà del puzzle. Ero frustrato, sentivo di essere solo e non potevo chiedere aiuto.”
“Perché non poteva chiedere aiuto?”
“Andiamo, ero e sono Rust Cohle. Come avrei potuto fare? A chi avrei potuto chiederlo? Ero il fuori luogo, Rust Cohle, quello che non rispetta le regole.”
“Ed era vero?”
“Ovviamente sì! Ma non era questo il punto. Alcuni di loro erano troppo sciocchi per poter capire.”
“Capire lei?”
“No, capire il quadro generale.”
“Cosa mi dice del suo partner? Ha riallacciato i rapporti con lui?”
“Beviamo qualche birra insieme ogni tanto, ricordiamo i bei vecchi tempi.”
“Mi scusi, ha appena detto che sono stati tempi difficili, adesso mi dice che sono ‘bei vecchi tempi’?”
“Senta, se vuole sindacare sempre su ogni cosa che dico o non dico posso anche andare via e farlo da solo.”
“Le ripeto, non la obbligo a stare qui Rust.”
“Non cambiate mai, sapete usare sempre e solo la psicologia inversa.”
“E va bene, farò una cartella per lei, potrà venire la prossima volta se lo desidera oppure no. Ecco scrivo il suo nome sul calendario per il prossimo appuntamento, Rust Cohle, vede? Io sarò qui per aiutarla” .
“Dottore, il tempo è un cerchio piatto, tutto quello che abbiamo fatto e che faremo lo rifaremo ancora e ancora e ancora.”
“Sembra un po’ Nietzsche.”
“Mi scusi come ha detto che si chiama lei?”
“Non l’ho mai detto, sono Michael Carcosa. Ma come ha fatto a raggiungermi senza sapere il mio nome?”
“Ho seguito gli indizi dottore, e stavolta non ho tralasciato nulla.”
“Perché mi guarda in quella maniera, signor Cohle? Cosa sta cercando di dirmi?”
“Che finalmente l’ho trovata.”
“Cos’è quella, una pistola?”