Nessuna serie tv come True Detective regala allo spettatore un valore iconico, allusivo e metaforico delle immagini ed oggetti presenti in essa e tutto ciò se collegato al pensiero critico di Rust Chole-il detective filosofo, può assumere dei contorni ,a dir poco epici. La posa pagana del corpo esanime di Dora Lange, il valore simbolico dell’oggettistica primitiva del serial killer sulla scena del crimine, la continua riproposizione visiva della spirale, la disturbante sceneggiatura di Carcosa ricostruita dalla mente insana dell’omicida.
Oltre alla filosofia di Rust, ai dialoghi catartici in auto col collega Martin Hart, alla psicosfera intrisa di cenere ed alluminio percepita da R.C. nelle lande selvagge e paludose della Louisiana, si può dire che il successo, tanto sconfinato quanto meritato di True Detective, sia fondato proprio dal valore simbolico-allusivo delle immagini, dalle visioni del detective, alle pose delle vittime, passando per i tatuaggi violenti di Reggie Ledoux; tutta l’immensa capacità visionaria che esse suscitano. L’occhio dello spettatore è attento, fermo e paralizzato dall’evocazione iconica e dalla bravura e intensità degli attori (True Detective per mille aspetti, è cinema vero e proprio)
Rust Chole è un misantropo, non crede nella coscienza umana, è un nichilista ed un pessimista “in termini filosofici” (come ben ci tiene a precisare). Rust manifesta il suo agnosticismo, e come ben sanno i fan di questo capolavoro seriale, si difende dall’accusa di Marty (Woody Harrelson) che sottolinea la presenza di un crocifisso cristiano nel suo caotico appartamento. Rust si difende spiegando che quel crocifisso è una forma-simbolo di meditazione, ma in realtà è la metafora della sua fragilità, che tanto prova a nascondere con la sua profonda cultura. Il lavoro di detective nella sua anima è come se servisse in una misera parte a riequilibrare le storture e le nefandezze del genere umano, rappresentate in tal caso dai delitti commessi dall’omicida seriale, sul quale Rust sta investigando con Marty.
Il pessimismo del Rust-pensiero è rappresentato da quello che il detective stesso definisce: “il tragico passo falso”, quella manovra mentale di autoconvincimento che permette ad un essere umano di collocarsi al di sopra delle legge naturali, quella logica fallace che costruisce artificialmente il senso di coscienza. Il pragmatismo di Marty Hart avrà nella filosofia di Rust, un ostico nemico da fronteggiare nei dialoghi tra i due. Nessun luogo e momento può essere migliore del dialogo in auto, uno spazio ristretto ed angusto che non ammette lunghi silenzi, un posto in cui lo scontro ideologico non può esser evitato, in alcun modo; Marty mette “sotto torchio” Rust, vuole conoscerlo meglio, vuole perforare lo schermo di solitudine e malinconia del suo collega. Un semplice dialogo in auto diventa un momento catartico, uno scontro tra filosofie. Semplicemente geniale.
Il pensiero di Nietzsche sull’idea del tempo è rappresentato semplicemente da una lattina di birra scadente (Lone Star) schiacciata, il tempo che si ripete e non esiste, “time is a flat circle” come Rust ripete ai due investigatori dell’ Fbi. Il tempo che visto da una prospettiva metafisica è un concetto inutile e ripetitivo, un cerchio che continua a ripetersi, un cerchio senza via d’uscita che l’inutilità del comune pensiero umano non riesce a percepire, la nostra memoria limitata che tradisce l’idea di una vita probabilmente già vissuta e rivissuta. Il cerchio come simbolo di trappola, il cerchio come ripetizione ciclica della storia, il cerchio come centro di detenzione della limitatezza del pensiero umano. Quanti significati nascosti dietro una comune lattina, privata da Rust della sua originaria profondità, True Detective è immensa anche grazie a questo aspetto.
La serie gioca con un paradosso decisivo: non sono molti i detective ad essere dei pensatori critici, il loro è un lavoro che lega il conseguimento degli obiettivi nella sfera delle scienze e della concretezza : dati, prove scientifiche, test di rilevamento, indizi, interrogatori, testimonianze. Ma l’intuizione di Rust permette al caso di continuare ad essere “aperto” anche se lo è solo per lui, l’interpretazione finale della polizia e la colpevolezza effettiva di Reggie Ledoux trovano conclusione nella sfera del concreto, ma sono ancora irrisolti nella mente dubbiosa di Rust. Il detective è convinto che il caso sia solo all’inizio.
Il caso è irrisolto, il rapporto lavorativo tra Rust e Marty è ormai frantumato, solo il tempo potrà riaprire il caso, solo il tempo potrà far incontrare nuovamente i due detective, solo il tempo potrà far capire gli errori. Il tempo che ha scavato e corroso il volto trasandato dell’uno, il tempo che ha permesso di capire la non perfezione di padre e marito del secondo. Il tempo.
Il tempo e l’eternità, la fede e il pragmatismo, la vita e la morte, il simbolo e la visione, l’amore e la menzogna… True Detective non è una comune e semplice serie-tv. True Detective è poesia.
Un saluto agli amici della pagina True Detective Italia