2. The Invisibles, di Grant Morrison
Ma l’ambito letterario non è il solo dal quale è possibile trarre ispirazione per temi profondi, a tratti spaventosi per l’indicibile incertezza che incutono.
Il romanzo grafico, conosciuto come “graphic novel”, è un genere immenso che ha raggiunto un’incredibile vastità di temi e questo perchè un fumetto non è mai, in realtà, solo un fumetto.
In “The Invisibles”, la serie a fumetti ideata e scritta dal maestro Grant Morrison, prevale il concetto di Universo come unico oggetto e dove il Tempo assume un significato diverso da quello che conosciamo, privo di linearità e sostenendo che in realtà sia una sorta di cerchio in cui tutto continua ad accadere nello stesso momento.
La stessa idea viene espressa anche da Rust Cohle, il detective-filosofo impersonato da Matthew McConaughey, in due diversi monologhi della quinta puntata. Nel primo, citando le parole che il presunto serial killer LeDoux gli aveva detto al momento dell’arresto:
“Una volta qualcuno mi disse: ‘Il tempo è un cerchio piatto‘. Ogni cosa che abbiamo fatto o che faremo, la faremo ancora e ancora e ancora, e quel bambino e quella bambina si troveranno in quel posto ancora e ancora e ancora per sempre”.
Nel secondo monologo, introducendo alla propria maniera la Teoria-M, la stessa sulla quale si basano le idee di Morrison: “Avete mai sentito parlare della Teoria-M, detective? In questo universo noi elaboriamo il Tempo come fosse una linea che avanza, ma al di fuori del nostro spazio-tempo, da quella che sarebbe una prospettiva a quattro dimensioni, il tempo non esisterebbe, e da quella posizione, potessimo raggiungerla, vedremmo il nostro spaziotempo come appiattito, come una singola scultura la cui materia sia in una superposizione di tutti i luoghi che abbia mai occupato, la nostra coscienza che ripercorre ciclicamente le nostre vite come carri su una pista. Capite? Ogni cosa al di fuori della nostra dimensione, è l’eternità, è l’eternità che guarda in basso verso di noi. Per noi è una sfera, ma per loro è un cerchio.”
Inoltre si azzarda ad affermare che i “beer can men”, cioè gli omini di latta intagliati da Rust dalle lattine di birra durante i monologhi, siano un richiamo alla macchina del tempo a forma di origami che appare in un punto di “The Invisibles” e che serve, guarda caso, a piegare il tempo e lo spazio per poter effettuare un viaggio, esattamente nel tempo.