4. La cospirazione contro la razza umana
Uno dei temi principali della serie è sicuramente il ricorrente nichilismo esistenziale, una collisione tra due correnti filosofiche ben distinte quali “Nichilismo”, appunto, ed “Esistenzialismo”.
Le conversazioni tra Rust e Marty sono intrise di questo contraddittorio ed esemplare di ciò è la prima conversazione malamente intrattenuta tra i due detective in auto:
https://www.youtube.com/watch?v=6Gp_3F9gLuw
La grande notizia per coloro che non solo sono riusciti a seguire il filo logico e illogico della conversazione, ma che vorrebbero ritrovare qualcosa di molto simile per portare agli estremi l’oblio delle proprie conversazioni ebbre d’angoscia, è che gran parte di questi dialoghi della serie sono ripresi dal libro di Thomas Ligotti “La cospirazione contro la razza umana”, che ha costituito dunque la bibbia esistenziale della prima stagione di True Detective. In quest’opera, Ligotti si insinua dietro le quinte dell’esistenza e mette alla prova le grandi paure dell’uomo: il terrore per la morte e la fascinazione per la natura ibrida di non morti e anime “ritornate”, così come il folle desiderio di sopravvivere dando alla luce figli destinati a patire la stessa sofferenza.
A proposito di quest’ultimo passo, ricordiamo il punto in cui Rust, raccontando ai detective il tragico incidente che ha portato alla morte prematura della propria figlia, afferma di essersi spogliato del peccato di essere padre. Il peccato, nella sua ideologia, è quello di aver messo al mondo una creatura che avrebbe dovuto soltanto soffrire nel corso della propria esistenza. Perchè questo è l’esistenza umana, per Rustin Cohle così come per Thomas Ligotti: un ciclo infinito di dolori e sofferenze. Se ancora non ne siete convinti, basti pensare che Ligotti, nell’introduzione, esordisce citando una lapidaria riflessione del filosofo tedesco Julius Bahnsen:”L’uomo è un’autocosciente nullità”.