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La filosofia dietro True Detective

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5. Le tre metamorfosi dello spirito (Nietzsche)

Abbiamo parlato di temi centrali, di atmosfere angoscianti e schiaccianti, di figure quasi mitologiche, ma non ancora di un tassello fondamentale di questo mio “racconto”. Qual è, dunque, l’energia vitale di questo complesso schema, che muove il tutto in questo mondo esoterico e tenebroso costruito in True Detective? Innegabile è il richiamo, in questo senso, a Nietzsche e alle tre figure o, meglio, metamorfosi del cammello, del leone e del fanciullo, tralasciando la teoria dell’Eterno Ritorno già trattata.

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Le tre metamorfosi dello spirito.

Nietzsche nel primo capitolo di “Così parlò Zarathustra” ci parla dello spirito del mondo che diviene, in prima battuta, cammello, in un secondo momento leone e poi fanciullo e chiama questo percorso “la metamorfosi dello spirito”. Un percorso che caratterizza le figure di Rustin Cohle e di Marty. Quest’ultimo non può che rappresentare, tra le tre figure, proprio il cammello: è l’uomo forte, pieno di energia che si butta sulle spalle dei pesi dilanianti che per lui sono illusoriamente degli appoggi, ma in realtà rappresentano e divengono veri e propri pesi di cui si carica per non perdere il controllo, l’orientamento nella realtà. La famiglia, la carriera e la religione sono tutti elementi di cui si carica per non perdere il controllo, ma in realtà, come nello spirito Cammello, sono la causa del disfacimento di Marty.
Dall’altra parte vediamo lo spirito che diventa Leone, figura rappresentata da Rust. Il Leone è colui che riconosce l’inutilità dei pesi trasportati dal Cammello, della massima “Tu Devi!” inferta al Cammello che deve soggiacere a quei pesi, e nel deserto (luogo emblematico e allegorico in questo senso, privo di appigli e certezze), liberandosi da quei pesi, urla “Io voglio!”. Al “Tu devi!” del Cammello-Marty oppone si oppone l’ “Io voglio!” del Leone-Rustin. Il Leone vuole dominare su tutto: sulle credenze del passato, su Dio. Questo perchè tutto ha nessun senso. Questo è il Rustin Cohle che conosciamo sin dal primo episodio: un detective cinico, che alle sue spalle vanta una serie di tragedie che lo hanno portato a indurirsi nei confronti della vita e come se non bastasse è ateo e nichilista, vede la vita come una serie di sofferenze, dolori e ingiustizie.

Martin Hart e Rustin Spencer Cohle.
Martin Hart e Rustin Spencer Cohle.

Il tempo come l’Uroboro che è eterno ritorno, Esistenzialismo e Nichilismo, l’eterna battaglia tra Luce e Oscurità così come tra la Vita e la Morte. Ciò che sembra è l’elenco dei temi di un saggio di filosofia, in realtà è quel che si racconta nell’epopea che è True Detective e, soprattutto, quel che vi permette di ricercare e di rielaborare ciò avreste voluto approfondire dopo l’abbandono prematuro del nichilista cosmico Rustin Cohle e del rigido conservatore Martin Hart.

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