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Le tre stagioni di True Detective potrebbero essere tutte collegate

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Il teaser 3×05 di True Detective ha confermato ciò che qualcuno sospettava già: l’universo narrativo della terza stagione è lo stesso del primo.

In un frame è possibile osservare il computer della giornalista Elisa Montgomery, mostrato in favore di camera, nella timeline del 2015. Elisa chiede al vecchio Wayne Hays se abbia mai sospettato l’esistenza di una cospirazione legata al caso Purcell. L’immagine non è molto evidente, ma zoomando si scorge un ritaglio di giornale che recita “Gli ex ufficiali di polizia dello Stato hanno fermato il presunto serial killer” con tanto di foto dei nostri beneamini Rust Cohle e Marty Hart (qui il trailer completo). Sin dalla prima puntata di True Detective 3 è apparso evidente che lo show sia tornato alle sue radici, forse anche troppo. La nuova stagione sembra riutilizzare tutto ciò che ha reso famosa la prima: timeline multiple, bambini scomparsi, accenni di occultismo religioso, e così via.

Qualche assonanza la si coglie anche nella coppia investigativa, ma fortunatamente Hays non è la copia di Cohle.

Quantomeno Hays non filosofeggia nichilisticamente nutrendosi solo di birra, per poi darci dimostrazioni di fisica usando lattine usate. Non che non avessi apprezzato la ormai mitica citazione Time is a flat circle, anzi, e state pur certi che tornerà anche quella. Ma una cosa accomuna profondamente i due detective: le allucinazioni, o se preferite, l’accesso privilegiato alla realtà profonda delle cose. Cohle ha la sua psicosfera, alimentata dal pessimismo esistenziale e probabile conseguenza dell’uso di droghe, mentre Hays ha il terribile morbo di Alzheimer (e si ritorna alla persistenza della memoria). Anche se in queste prime puntate sembra più penalizzarlo che aiutarlo, sono convinta si rivelerà determinante per la risoluzione del caso, come fu per Cohle (qualcuno si è chiesto chi sia l’uomo dal capo chino circondato dai soldati nemici nell’ultima allucinazione?). Forse anche il concetto del tempo come un cerchio piatto, a ben vedere, è tornato.

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Tralasciando il fatto che gli Stati dell’Arkansas e della Louisiana hanno una certa vicinanza – e somiglianza – geografica, sono gli omicidi a far davvero insospettire sui collegamenti tra le stagioni. Pensiamo al corpo di Will, quando Hays lo trova in una grotta dopo aver seguito una serie di bambole di paglia inquietanti. Le sue mani sono giunte in segno di preghiera, la stessa posa della sua foto di comunione nella chiesa locale. Questo ci porta a credere che chiunque abbia ucciso Will e rapito Julie conoscesse personalmente i bambini, probabilmente attraverso la stessa congregazione. Il cadavere di Dora Lange ha un aspetto più macabro, nuda con una corona di corna legata sulla testa, ma come Will ha le mani unite. Ricordiamo inoltre che nella stagione non mancavano simulacri esoterici.

Che gli assassini facciano parte dello stesso culto? O, vista la vicinanza geografica e cronologica, si tratta dello stesso killer?

Ho riflettuto a lungo sul perché il corpo di Will non fosse mutilato. Probabilmente Julie era la vittima prescelta per scopi rituali di altro tipo (ricordate il destino delle vittime della Louisiana?) mentre il fratello venne tolto di mezzo in fretta e senza troppi fronzoli. Oppure il colpevole ci ha messo giusto quel lasso di tempo che separa prima e terza stagione (1980-1995) per affinare il macabro rituale.

Anche True Detective 2 offre qualche richiamo alla prima stagione, ma fino all’anteprima della 3×05 non gli avevo dato troppa importanza.

Sappiamo che le uccisioni rituali della Louisiana sono state eseguite da cinque uomini con maschere animali. Quando ci vengono mostrate le stanze segrete di Ben Caspere, notiamo che ci sono quattro maschere di animali attaccate sul muro. A ben vedere c’è posto per una quinta: presumibilmente è quella indossata dall’assalitore di Ray che fa capolino poco dopo. Sempre a casa di Caspere, guarda caso, ci viene mostrato un sobrio oggetto d’arredamento: uno scheletro con corona d’oro. Un altro riferimento che ci porta al Re Giallo è il nome del criminale coinvolto nell’omicidio di CaspereLedo Amarilla“amarillo” è la parola spagnola per “giallo”.

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L’idea che tutte le stagioni di True Detective condividano lo stesso universo narrativo è davvero intrigante. Anche se non ci sono conferme ufficiali, a questo punto appare evidente che le connessioni non sono casuali. Probabilmente sono volte a rappresentare varie angolazioni di un sistema di potere terribile che occulta le atrocità di un culto sotterraneo.

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