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Trying è cresciuta – La Recensione della 4ª stagione della Serie Apple TV+

Trying 4
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla quarta stagione di Trying!!

C’è una cosa che salta subito all’occhio guardando la quarta stagione di Trying: qualcosa è cambiato. O forse no. I nuovi episodi della serie tv britannica sbarcata nel 2020 su Apple TV+ segnano uno stacco netto rispetto ai precedenti. Siamo approdati in un nuovo perimetro, con gli stessi punti di riferimento ma dentro una circonferenza più ampia. Il cerchio è lo stesso, ma quello che ci orbita dentro è diverso. Qualcosa è cambiato nella quarta stagione di Trying, o forse no. Lo avevamo percepito già dal trailer, in realtà.

Princess e Tyler sono cresciuti, non sono più i bambini dell’adozione che abbiamo conosciuto nelle prime stagioni della serie. Princess è un’adolescente in preda agli sbalzi umorali. Il visino dolce di Eden Togwell ha lasciato la scena a Scarlett Rayner, leggermente più esperta, ma comunque giovanissima. Il personaggio di Princess è cresciuto, ha maturato dentro di sé una serie di interrogativi che cercano risposta e, nella quarta stagione, si affaccia all’età più complessa di tutte.
Anche Tyler è cresciuto, sebbene abbia conservato molto del bambino che parlava con le pietre che ha conquistato il cuore del pubblico nelle prime stagioni della serie.

Trying ha fatto un piccolo salto in avanti con questa nuova stagione.

È un peccato non aver visto la rincorsa, essersi persi lo slancio prima del balzo in avanti. Con i nuovi episodi, ci siamo ritrovati direttamente in una fase nuova delle vite della famiglia Ross. Il salto temporale è di sei anni, quanto basta per ritrovarsi di fronte dei personaggi cambiati, se non altro fisicamente. Manca una certa continuità rispetto alle stagioni precedenti. Anche se, a ben vedere, alcune dinamiche sono rimaste esattamente le stesse. Jason e Nikki (che Hall of Series ha potuto intervistare) sono ormai genitori adottivi di una certa esperienza. Partecipano ad incontri in cui portano la loro testimonianza. Non sono più la coppia spaventata che si cacciava sempre nei guai alla vista di un assistente sociale: adesso sono loro a fornire un supporto ad altre giovani coppie che vogliono intraprendere lo stesso percorso. Sono genitori esperti, Jason e Nikki. Tutte le difficoltà del passato sembrano essersele lasciate alla spalle.

È una coppia molto più matura quella che vediamo nella quarta stagione di Trying.

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Rodata, preparata, esperta. Pronta ad affrontare le nuove sfide che la vita pone davanti. Il mestiere del genitore, d’altronde, non conosce fasi di stasi. I problemi sono sempre dietro l’angolo, pronti a venire a galla quando meno te li aspetti. La quarta stagione della serie si apre con una cerimonia. Così come il finale della terza stagione si era chiuso con la celebrazione di un matrimonio un po’ alternativo, l’inizio del nuovo capitolo sceglie invece di partire da un funerale. Una scelta che ci dà un indizio importante sulla piega che prenderà la serie. La quarta stagione di Trying, pur conservando il suo tono leggero e scanzonato, si fa un pizzico più cupa e riflessiva. I personaggi conservano i loro tratti distintivi, ma quel briciolo di maturità in più acquisita li rende anche più malinconici e consapevoli.

Nella scena d’apertura, gli autori si divertono a giocare con la curiosità del pubblico che, davanti agli addobbi di una veglia funebre, inizia a chiedersi chi sia il personaggio di cui si dovrà fare a meno nel corso della nuova stagione. È Bev che non vedremo più nei nuovi episodi di Trying. Il funerale è il suo. La nonna di Princess e Tyler è morta, portandosi nella tomba molte delle domande alle quali i due ragazzi vorranno cercare una risposta. L’eccentrica e caparbia Bev, che abbiamo conosciuto verso la fine della terza stagione della serie, era il collante tra la nuova vita di Princess e Tyler e la loro storia d’origine, l’unico legame che i ragazzi avevano con la famiglia naturale.

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Madri che muoiono e madri che restano. Madri che ci provano e madri che scappano. Figli adottivi e figli biologici, figli cercati e figli non voluti, genitori per scelta e genitori per caso, tutti accomunati da un’unica cosa: la paura di perdere le persone care. La paura di dover restringere il cerchio.

Trying ha mostrato come il timore possa in realtà essere una risorsa. Un motore. Un rumore nel silenzio di una vita piatta. È dalla paura di non farcela che Jason e Nikki hanno trovato la forza di spingersi oltre ogni sorta di difficoltà per mettere insieme i pezzi della loro splendida famiglia. Ed è ancora dalla paura di restare figure anonime in mezzo al fluire delle cose che Scott e Karen hanno colto la scintilla per guadagnarsi il proprio attestato di esistenza. È la paura di perdere i legami che ha spinto Bev a cercare un contatto con i suoi nipoti ed è un altro tipo di paura che invece ha spinto Kat (la new entry della quarta stagione) ad abbandonare i propri figli e a scappare da una vita complicata e troppo piena di incognite.

La paura muove tutto in Trying, anche in questa nuova stagione.

E la paura si incastra con la ricerca esasperante di una propria identità. Perché crescere significa anche aggiungere ogni volta dei mattoncini nella costruzione della propria identità. Un edificio sempre in lavorazione, con qualche tassello mancante, un’impalcatura sgangherata e tante finestre da aprire sul mondo esterno. Ed è un percorso, questo, che tutti sono costretti a fare, gli adolescenti così come i loro genitori. Non si finisce mai di diventare grandi, non si finisce mai di diventare qualcosa. Non a caso “Trying” è un verbo coniugato al gerundio, in una forma non finita, un verbo che si colloca in una fase intermedia tra il participio e l’infinito. Immortala un’azione in corso svolgimento, che non si è ancora conclusa, che non appartiene al passato e neanche solamente al presente.

È come una ruota lanciata in corsa su una strada in discesa: corre veloce verso una meta, seguendo un moto indefinito ma perpetuo.

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Il “per sempre” è il principale riferimento temporale di questa serie. Nonostante i personaggi abbiano costantemente a che fare con cose caduche e materiali, il patto che cercano di stipulare con se stessi e con le persone che gli stanno attorno, è un patto che garantisca loro il “per sempre”. Un per sempre che può essere il calore accogliente di una famiglia pronta a rispondere presente quando ce ne sia bisogno o un’impresa epica come attraversare l’oceano a bordo di una canoa. In ogni caso, si tratta di garantirsi qualcosa che vada al di là delle singole esistenze e che sopravviva anche dopo di noi. Non a caso, una delle migliori canzoni della colonna sonora della quarta stagione si intitola, per l’appunto, “Forever”. Il testo è a cura dell’artista BEKA, che ha lavorato alla realizzazione di tutta la colonna sonora di questa nuova stagione della serie.

If I could wrap you up in promises, I would
Forever
If I could save you from a heartbreak then I would
Forever
If I could send a thousand stars, I would

Se potessi avvolgerti in promesse, lo farei
Per sempre
Se potessi salvarti da un crepacuore, allora lo farei
Per sempre
Se potessi mandarti mille stelle, lo farei

No, we won’t have forever
But forever’s how long you’ll be loved

No, non avremo un per sempre
Ma per sempre è per quanto tempo sarai amato.

L’unico amore per cui vale la pena struggersi è quello che si lega ben saldo al per sempre.

“È iniziato con delle promesse, poi le promesse sono diventate anni”. E gli anni non hanno cancellato le paure, le hanno rese solo diverse. Con la quarta stagione, Trying è cambiata, dicevamo. O forse no. Perché in fondo, cambia solo la natura di certe domande, non la loro presenza. Nei nuovi episodi, il focus della trama si sposta su Princess e la sua ricerca della madre naturale. Da una serie tv che parla di adozioni ci saremmo aspettati una virata su un tema del genere. Ora che almeno uno dei ragazzi è abbastanza grande da cogliere il significato di certe questioni, gli sceneggiatori possono spaziare sull’argomento. La ricerca di una madre fuggita da giovane conferisce a questa nuova stagione di Trying un tratto avventuristico, che consente agli autori di aprirsi molto di più verso l’esterno. La ricerca delle proprie radici è un passo indispensabile nella costruzione della propria identità.

La serie dunque è cambiata, ma non troppo.

Perché cambiano i problemi, ma la ricerca affannosa di una soluzione rimane la stessa. Cambiano le questioni, ma non la forza con la quale i personaggi cercano ogni volta di superare nuovi ostacoli. Trying continua a parlare di crescita personale e di amore, mantenendo sempre il focus principale sulla complessa tematica dell’adozione. In questa nuova stagione, anche i personaggi secondari hanno acquisito maggiore spessore. Mentre nei primi episodi la trama era assorbita principalmente dalle disavventure della famiglia Ross, in questo nuovo capitolo l’attenzione verso i filoni secondari è maggiore.

Per il resto, Trying è rimasta la stessa: dolce, soffice e ostinatamente britannica. Anche se la componente drammatica è diventata più riconoscibile, lo show non ha perso quel tocco di comicità che ce l’ha fatta apprezzare sin dal primissimo momento. Trying è la prima serie tv totalmente britannica ad essere approdata su Apple TV+ (ecco le migliori comedy della piattaforma). La serie ha avuto un discreto successo e il finale della quarta stagione – un cliffhanger che lascia le porte apertissime a nuovi risvolti di trama – ci fa sperare nel rinnovo dello show per una quinta stagione. Intanto, non ci resta che goderci questi nuovi episodi e trarre spunti preziosi per le sfide che noi stessi stiamo provando ad affrontare nella vita. Perché questa serie, pur mutando col tempo, continua a conservare la sua tenerezza ispirante.