Trying ha due significati. Dall’immediato “provare” al meno conosciuto “impegnativo”. Per la storia di questa serie, appena rinnovata per la quarta stagione da Apple TV+, sono tutti e due calzanti. I due protagonisti Jason (Rafe Spall) e Nikki (Esther Smith) sono giunti al bivio naturale della loro relazione in cui si decide di avere un figlio. Iniziano a “provare”, e l’impegno che inizialmente è solo piacevolmente fisico si trasforma in un’incombenza di moduli da riempire, colloqui da superare, controlli dell’assistente sociale per poter adottare un bambino.
Trying è la prima serie totalmente “british” prodotta da Apple TV+. Andy Wolton ne è il creatore e sceneggiatore ed è particolarmente sensibile ai problemi legati all’adozione essendo lui stesso un figlio adottivo (aveva portato sugli schermi televisivi l’argomento, sempre con una lettura brillante, con The Cooper vs The Rest per BBC Two). La prima tenerezza ispirante è sua, nell’aver scritto i personaggi di Nikki e Jason come due parti della sua personalità. Un lato arrabbiato, impaziente e poco connesso con le proprie emozioni (Jason) e uno che si preoccupa sempre e troppo oltre a piangere spesso (Nikki). Esther Smith che si è trovata ad esprimere questo lato rende perfettamente la parte della poco più che trentenne goffa con un lavoro mediocre in un call centre di noleggio macchine, generosa con amici e colleghi perché vede sempre il buono nelle persone, con le emozioni in tasca, l’ansia come seconda pelle e una parte infantile che condivide con Jason. Lui è il razionale della coppia per quanto riesca a restarlo in balia delle emozioni e idee di Nikki. L’insegnante d’inglese per stranieri con un lavoro più qualificato di Nikki ma che non lo soddisfa, insomma. Divertente e rilassato ma pronto ad arrabbiarsi con chiunque perché non ama le persone (si stupisce sempre di come Nikki in pochi minuti riesca a conoscere e fare amicizia con chiunque), con un padre con il quale colloquia solo attraverso i lavoretti in casa. Tutti e due sembrano navigare nell’età adulta quasi per caso, si accorgono di essere “cresciuti” solo quando al pub si ritrovano circondati da ventenni.
L’altra tenerezza ispirante di Trying è la coppia di Jason e Nikki che può entrare nella classifica delle migliori tra le Serie TV. Noi che li vediamo dietro le quinte un po’ dubitiamo della loro capacità di diventare genitori. Di certo non abbiamo dubbi sulla loro caparbietà e determinazione. Poi iniziamo a riflettere mentre ridiamo alle battute e le situazioni imbarazzanti che si vengono a creare. Per chi può avere figli in modo naturale non ci sono esami da superare, prove, colloqui, controlli sulla qualità abitativa, sull’ambiente sano che si va ad offrire. Non si viene messi sotto una lenta d’ingrandimento da nessuno, non ci sono liste di attesa e bambini disponibili all’adozione da iniziare a conoscere per poi sapere che sono stati affidati a qualcun altro. Jason e Nikki portano questo stigma e lo fanno con (apparente) leggerezza, con la loro tenerezza disarmante per cui, quando sono stati abilitati a mettersi in lista, aspettano davanti al computer il momento in cui quel bambino potrà essere “scelto”, come per l’acquisto per i biglietti per il concerto dei Cold Play.
Trying, la tenerezza del “Cerchio”
Tra le qualifiche richieste per essere presi in considerazione per l’adozione c’è anche quella di avere un “cerchio” ben definito e disponibile, sia familiare che di amicizie, al quale ricorrere per aiuto e supporto nella crescita del bambino/a. In questo cerchio c’entra di diritto l’esperta assistente sociale Penny che aiuta la coppia nella prima faticosa fase. Penny è interpretata da Imelda Staunton che conferma di essere una grande attrice regalando una vulcanica e ironica Penny, costretta spesso a dare cattive notizie ma che non abbandona mai l’ottimismo della riuscita finale.
Il cerchio è ben congegnato anche per la serie stessa.
Tutti i personaggi hanno le loro piccole storie e idiosincrasie, sono ben tratteggiati e crescono nel corso del racconto. Il miglior amico di Jason, Freddy (Oliver Chris) è un adultero ed egoista. Dopo aver perso la famiglia inizia un percorso costellato di cesti regalo e gruppi stile alcolisti anonimi per diventare una persona migliore. Karen (Sian Brooke), la sorella maggiore di Nikki, disillusa sentimentalmente ma consapevole che l’amore può avere molte sfaccettature, resta in cinta senza volerlo perché si credeva fuori tempo massimo. Scott (Darren Boyd), suo marito, pseudo-intellettuale, con velleità letterarie mal riposte e che accantonerà di fronte alla responsabilità economica che lo aspetta nel diventare padre. La collega/amica di Nikki Jen (Robyn Cara) disarmante e simpaticissima nella sua ignoranza e che Nikki si troverà costretta a licenziare dopo essere diventata Manager. Il padre di Jason Victor (Phil Davies), ossessionato dal fai da te che utilizza come mezzo di comunicazione costruendo e aggiustando cose per dimostrare il suo amore. Ecco il punto comune è proprio questo.
C’è amore anche nelle cose che non vanno e c’è la tenerezza di saperlo raccontare con la giusta leggerezza. Il cerchio è un po’ sgangherato ma efficace, fa il suo dovere, si stringe, quando necessario, intorno a Jason e Nikki. La tenerezza dettata dall’affetto, l’amore, ispira tutti i protagonisti anche i più improbabili. Più o meno nascosta ma c’è sempre. Jason parlando con Freddy che si interroga su cosa sia l’amore risponde “Hai presente quando un suono di cui non ti sei accorto smette? E c’è quel secondo di pace assoluta. Così, ma tutto il tempo.” Non solo l’amore, ma anche la sua tenerezza è lì per tutto il tempo.
Trying.