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Tutta la luce che non vediamo: la miniserie con Mark Ruffalo di cui nessuno parla

Tutta la luce che non vediamo (ne abbiamo parlato anche qui) è una miniserie di quattro episodi disponibile su Netlix dal 2023 e tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Anthony
Doerr
, vincitore del Premio Pulitzer nel 2015. Spesso accade che quando bisogna
adattare un libro alla trasposizione televisiva o cinematografica, la trama e alcuni
personaggi vengano modificati o addirittura stravolti, rovinando la bellezza del libro
stesso. Non è però il caso di questa serie, anzi.

Innanzitutto il suo genere è un ibrido tra lo storico-drammatico e quello che si può
definire “sensoriale”,
poiché nel corso della storia vengono coinvolti i nostri sensi, in
particolare il tatto e l’ olfatto, e questa novità la si deve tutta alla protagonista:
un’adolescente non vedente di nome Marie-Laure, interpretata dall’attrice Aria Mia
Loberti.

La ragazza vive a Parigi con il padre, un dipendente del Museo di Storia
Naturale appassionato di libri e di natura, e abile nel lavorare il legno. Il suo nome è
Daniel LeBlanc, interpretato da un come sempre strepitoso Mark Ruffalo, incisivo
nel suo
ruolo di genitore tenero, attento e premuroso. I due sono affiatatissimi,
trascorrono le giornate al museo tra minerali, fossili e altri manufatti di valore.
Vivono una vita tranquilla e felice, finché l’occupazione nazista della Francia durante
la seconda guerra mondiale li obbliga a lasciare la capitale, insieme a tanti altri
abitanti, in una fuga lunga e sofferta.

Tutta la luce che non vediamo
Tutta la luce che non vediamo con Aria Mia Loberti

Marie e Daniel arrivano così a Saint-Malo, dove ad attenderli c’è lo zio di Marie, Etienne LeBlanc (Hugh Laurie) un membro della resistenza francese, uomo solitario e un po’ ruvido ma che si affezionerà velocemente alla nipote. Sotto lo stesso tetto abita anche la sorella di Etienne, una
signora forte e intelligente, come le sue compagne partigiane.
La meravigliosa cittadina bretone, dove è stata girata gran parte della serie, regala
allo spettatore degli scorci e delle sensazioni uniche: si riesce a sentire l’odore
salmastro del mare, quando Marie vuole andare a passeggiare sulla spiaggia; i
richiami dei gabbiani sopra le teste; la ruvidità delle conchiglie; l’azzurro del cielo e
dell’acqua, il vociare delle persone lungo le stradine e nelle piccole botteghe.
Finché…

Intanto in Germania un altro giovane, Werner Pfenning (Louis Hofmann in uno stato
di grazia), vive insieme alla sorella in un orfanotrofio, appassionandosi di radio e di
trasmissioni, tanto da diventare una sorta di genio precoce in questo ambito. Non
passa molto tempo prima che l’esercito tedesco scopra le sue capacità, così da farlo
arruolare forzatamente, addestrandolo in una scuola militare nazista dove subisce
un indottrinamento disumano e crudele. Questa è sicuramente la parte più difficile
da digerire dell’intera storia.
Alcune scene sono violente, non solo fisicamente, ma
anche e soprattutto psicologicamente. La sua permanenza nella scuola diventa una
vera e propria prova di sopravvivenza, perché Werner è puro e dolce, quindi per lui è quasi
impossibile sopportare i soprusi dei superiori e, cosa ancora più raccapricciante, dei
suoi stessi compagni.

Tutta la luce che non vediamo con Louis Hofmann

Le due trame parallele si incontreranno a un certo punto, nel presente, quando gli
americani, intervenuti per cercare di risolvere il conflitto mondiale, arrivano in
Europa e iniziano a bombardare dal cielo i luoghi occupati dai nazisti, come Saint-
Malo. La cittadina è cambiata: sentiamo la polvere appiccicarsi ai vestiti, il fuoco
divampare e scoppiettare, il rumore assordante dei motori degli aerei, delle bombe e
degli edifici che crollano o esplodono. Non è più un borgo vivo e brulicante di
persone come prima, ma è desolato, abbandonato, cupo. Ci sono solo i soldati e i
pochi abitanti rimasti tenacemente in quella che è la loro casa.

In questa atmosfera di oscurità opprimente udiamo solo una voce dolce e pacata, che trasmette lo stesso messaggio ogni giorno alla stessa ora: un capitolo ogni volta diverso del libro
Ventimila leghe sotto i mari”. La trasmissione viene ascoltata da un giovane soldato
tedesco, di nascosto, in un altro edificio della cittadina francese. La voce
naturalmente è quella di Marie, sola nella casa parzialmente distrutta dello zio, e il
soldato è Werner, il quale cerca in tutti i modi di raggiungere l’origine della
comunicazione radiofonica.

C’è poi un’ulteriore vicenda che si intreccia al destino dei due protagonisti, che
presenta allo spettatore un ufficiale della Gestapo cattivissimo e senza scrupoli di
nome Reinhold von Rumpel
(Lars Eidinger). Egli è alla ricerca di una pietra preziosa
che secondo la leggenda avrebbe dei poteri speciali. Nella figura di questo spietato
personaggio e della sua storia, possiamo individuare una lieve differenza con il libro,
dove questo filone narrativo è sviluppato in secondo piano, come se si trattasse di una
sottotrama, ma l’interpretazione di Eidinger è così magistrale da farci dimenticare
tutto il resto.

Tutta la luce che non vediamo con Louis Hofmann e Hugh Laurie

I creatori di questa miniserie, Steven Knight (Peaky Blinders) e Shawn Levy (Stranger
Things),
sono riusciti a raccontare poeticamente un pezzetto della nostra storia
passata,
alternando momenti di tenerezza e delicatezza, a momenti di crudo
realismo e di terrore.

L’oscurità e la luce sono due facce della stessa medaglia, ma è
importante ricordare che la forza dei legami umani e della speranza sarà sempre più
duratura di qualsiasi altra cosa.