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5 Serie Tv da guardare se hai amato Tutto Chiede Salvezza

5) Euphoria

La Gen V in tutta la sua fragilità, incoerenza e struggente vulnerabilità. La generazione che inneggia alla libertà assoluta, salvo poi ritrovarsi vittima di se stessa. Costretta all’interno di aspettative troppo alte e di un mondo che si muove veloce. Troppo veloce per reggere il passo e non venirne travolti. Euphoria esplora senza filtri questa generazione V. Riflettendo soprattutto sul desiderio spasmodico di essere visti e di far parte di qualcosa. Tra tutti i complessi personaggi che costellano la creatura di HBO, spicca su tutti una stella nera. Rue Bennett, persa nel suo labirinto. Rue è un personaggio profondamente vulnerabile, che cerca di far fronte al dolore emotivo attraverso l’uso di droghe.

Ma le droghe sono solo un diverso a breve termine. E più il loro effetto diventa temporaneo più Rue ne diventa dipendente, al punto da andare in overdose. Ed è qui che ha inizio la prima stagione di Euphoria. Rue fa il suo ingresso in scena come la pecora nera per eccellenza. Il suo comportamento instabile la allontana da tutti, lasciandola irrimediabilmente sola. Villain di se stessa, Rue fa terra bruciata attorno a sé fino a quando sia la sua famiglia che Jules non hanno più strumenti per affrontarla.

L’amore, l’amicizia e la famiglia sono esplorati in tutte le loro complessità e contraddizioni.

Euphoria e Tutto Chiede Salvezza emergono come due produzioni estremamente potenti che, pur con stili diversi, raccontano il dolore di giovani protagonisti alle prese con la complessità del vivere. Nonostante la loro apparente distanza tematica e geografica, entrambe le serie condividono un filo conduttore comune: il viaggio attraverso la fragilità emotiva. L’esperienza di Rue, dipinta attraverso una lente stilisticamente densa, quasi allucinogena, rappresenta un viaggio doloroso attraverso il caos emotivo dell’adolescenza, i traumi, le relazioni tossiche e la ricerca disperata di amore e appartenenza.

Quello che rende Euphoria unica non è solo la crudezza con cui racconta la sofferenza dei suoi personaggi, ma la sua estetica. Luci al neon, colori vividi e una colonna sonora pulsante. Elementi che trasformano ogni episodio in una sorta di sogno febbrile, una rappresentazione viscerale e cinematografica del tormento interiore. Ogni personaggio sembra vivere in bilico tra un mondo reale pieno di dolore e disillusione e una realtà alternativa in cui cercano rifugio. Sia attraverso le droghe, l’amore, il sesso o la fuga emotiva.

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