Di cose su Twin Peaks se ne sono scritte e se ne sono dette. Questo articoletto di certo non è il primo, e sicuramente non sarà l’ultimo, che cerca di venirvi a spiegare perché Twin Peaks è LA serie imperdibile.
E allora che cacchio perdi tempo a scriverne? Investo – per Twin Peaks non è tempo perso – il mio tempo per parlarne (e lo farò altre mille volte) perché uno non dovrebbe MAI stancarsi di parlare di cose belle e di rivoluzioni e, credetemi, Twin Peaks è la rivoluzione televisiva più bella di sempre.
Il nostro modo di fruire e di godere della serialità, così come ne godiamo oggi, è merito del folleggiare immaginoso di quei pazzi (per sempre siano lodati!) di David Lynch e Mark Frost. Il format stesso cui siamo abituati è figlio di Twin Peaks. Eppure, con il cuore in mano e la capacità di stupirsi che è propria sola dei sognatori incorreggibili, vi dico che di capolavori all’altezza di Twin Peaks non ne sono stati fatti ancora. Chissà se riuscirà Lynch stesso a superarsi, con la guerreggiatissima terza stagione, la cui messa in onda è prevista per il 2017. Ma superare se stessi è la sfida più difficile capitata in sorte all’uomo. Fermo restando che David Lynch sia un essere umano particolarmente dotato (evitiamo l’idolatria solo per scelta morale), sarà indubbiamente complicato anche per lui superare David Lynch, appunto.
Ma cosa fa, in fin dei conti, di Twin Peaks quel diamante grezzo dal valore inestimabile che è? Cosa lo rende così magnetico, ancora vitale e capace di far paura ed emozionare a distanza di venticinque anni? Quanto scriverò è riduttivo e non me ne vogliate, spiegare un simile fenomeno sarebbe difficile per chiunque, ma proviamoci.