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#VenerdìVintage – I 7 motivi che fanno di Twin Peaks un capolavoro insuperabile

Twin Peaks david lynch

bob

LA NASCITA DEL MALE – La cosa veramente splendida è che l’assassino di Laura Palmer è effettivamente l’assassino di Laura Palmer fino a un certo punto. Egli è, in fondo, il mero esecutore dei dettami di una forza oscura che farsi ospite di ognuno di noi e alla quale Lynch ha dato una forma precisa: Bob. Questa cosa è figherrima ed è degna di due righe, perché nessuno ci pensa mai ma, il nostro David, con questa perla d’orrore, ci regala un’importantissima lezione morale: il Male può abitare indistintamente ognuno di noi.

C’è qualcosa che va oltre l’assassino in sé. È sbagliato ridurre un uomo al mero ruolo di assassino. Il Male è un essere oscuro, multiforme e mellifluo che, come ossigeno, entra in ognuno di noi e arriva a nutrire ogni nostra cellula, diventando l’ospite indesiderato e indomabile della nostra anima. No, ragazzi, non è finita qui. Perché il “Male”, sul set di Twin Peaks, nasce spontaneamente. Intendo dire che il personaggio di Bob non era stato preventivato, ma si origina da un’intuizione: come le cose migliori. Frank Silva era l’arredatore/assistente alla scenografia e se ne stava buono buono a sistemare la cameretta di Laura. Succede che un’attrice se lo trova vicino a una cassapanca e si spaventa. Lynch, colpito dall’evento, decide di girare una panoramica con Silva ai piedi del letto.

Inizialmente, nemmeno il nostro David sa bene cosa se ne farà della scena. Mentre stanno girando la scena di Sarah, la madre di Laura, che urla disperata sedendosi sul divano, un cameraman fa notare a Lynch che c’è un errore nella ripresa: si vede riflesso Silva nello specchio. Eureka! Ecco che da una serie di errori e intuizioni, nasce, accidentalmente, uno dei personaggi meglio riusciti della storia della serialità.

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