Premessa generale: scrivere un articolo con questo titolo fa male al cuore.
Sì, perché quando si è fan devoti di un’opera come Twin Peaks ritrovarsi ad ammettere ed elencare tutti gli errori che hanno sconvolto la trama fa proprio male. Chi, come me, è un vero amatore di questa serie fa parte di quella porzione di telespettatori con un pizzico di follia che, se fosse vissuta agli inizi degli anni ’90, avrebbe partecipato al comitato “Citizens Opposing the Offing of Peaks”, cioè il gruppo di cittadini che protestavano opponendosi all’interruzione della serie. È tutto vero: questa fu una delle reazioni all’interruzione della prima messa in onda, con tanto di raccolta firme. Il problema è questo: Twin Peaks, nonostante tutte le vicissitudini legate alla sua produzione, è comunque una serie cult, ma ciò che fa rabbia è che avrebbe potuto essere ancora di più.
Avrebbe potuto essere un capolavoro inarrivabile. E allora, che cosa è andato storto?
Per capire la gravità e il peso degli errori commessi in Twin Peaks è necessario mettersi dal lato dello spettatore. Infatti, solo provando ciò che chi l’ha guardato ha provato si possono sviscerare le pecche di questa serie tv. Quindi, in ordine: per la prima e per una parte della seconda stagione tutto magnifico. L’atmosfera onirica, il sovrannaturale, gli intrecci amorosi, la comicità unica che a volte fa rabbrividire: tutto era perfettamente bilanciato e ha reso questa serie unica.
Nessun’altra atmosfera nella storia delle serie è quella che si respirava nel paesino di Twin Peaks. Gli ideatori David Lynch e Mark Frost volevano creare qualcosa a metà tra il noir e la soap opera anni ’90, e ci sono riusciti magnificamente. Lo spettatore è arrivato fino alla seconda stagione estasiato, impaziente di scoprire chi avesse ucciso Laura Palmer. Questa impazienza però è stata male interpretata dalla ABC, che ha iniziato a mettere alle strette Lynch e Frost perché rivelassero l’identità dell’assassino prima di quanto la scrittura originale della serie lo prevedesse. Pur consapevoli della futura caduta di ascolti che questa rivelazione prematura avrebbe provocato, alla fine hanno ceduto.
Lo spettatore, dopo lo shock della rivelazione, si mette un pochino l’anima in pace ma allo stesso tempo si aspetta molto: mancano infatti parecchie puntate alla fine della seconda stagione, il che vuol dire che ancora molto dovrà essere svelato, giusto?
Non proprio, infatti dopo la scoperta dell’identità dell’assassino arriveranno le prime delusioni per il pubblico. Mentre lo spettatore si chiedeva quali arcani misteri sarebbero stati rivelati nelle puntate successive e già si leccava i baffi, Frost e Lynch si lasciavano andare dilungandosi nella creazione di scene no sense e da brivido… un brivido però non di paura.
Attenzione: definire insensate alcune scene di Twin Peaks è un’affermazione forte, perché chi ne è un amatore sa che la presenza di elementi poco comprensibili è tipico dello stile della serie. Quindi ciò vuol dire che il minestrone della seconda stagione è davvero un delirio. Inoltre, in questo caso è impossibile imputare l’errore agli ideatori, i quali semplicemente hanno assecondato chi produceva la loro opera. In ogni caso a un certo punto lo spettatore assiste a una scena che quasi lo indigna, perché è troppo anche per Lynch e Frost: dopo che Leo rimane invalido a causa di uno sparo, sua moglie Shelly assieme all’amante Bobby decidono di “prendersi cura” di Leo solamente per poter incassare l’assegno di invalidità. Questo sviluppo, già inquietante di per sé, è coronato da una scena da brividi. Leo è incapace di intendere e di volere, lasciato a vegetare su una sedia a rotelle, e Shelly e Bobby gli organizzano una festicciola di compleanno nella quale si ubriacano e si baciano appassionatamente davanti a lui. Leo era un marito violento, spesso picchiava Shelly, e se mai da conscio l’avesse vista fare una cosa del genere l’avrebbe sicuramente malmenata brutalmente. Però loro si baciano allegramente davanti a lui.
Una scena davvero terribile e di cattivo gusto, nonostante la simpatia pari a zero che ogni spettatore nutre nei confronti di Leo.
Questa scena è irrilevante rispetto alla trama, ma è un campanello d’allarme perché ne seguiranno molte come questa e da lì l’inizio del declino.
Questo declino non è stato dovuto solamente alle divagazioni superflue di Lynch e Frost, ma principalmente al fatto che al momento della messa in onda della 2×17, che ai tempi stava comunque registrando buoni ascolti, la ABC senza preavviso alcuno ha mandato in onda un altro programma. Da lì la reazione dei fan, i comitati, le lettere e le telefonate di protesta alla redazione. In seguito, gli ascolti successivi crollarono rovinosamente, con una parziale ripresa nelle due ultime puntate di stagione. Peccato che la serie stava per essere cancellata, con Frost e Lynch ignari di tutto.
Ora, immaginate: è un qualsiasi anno prima del 2014, state guardando Twin Peaks e vi mancano pochi minuti alla fine dell’ultima puntata della seconda stagione. Siete in trepidante attesa. Volete che i misteri vengano rivelati. Colpo di scena tremendo: il vostro agente FBI preferito passa al lato oscuro e dentro di lui si insidia Bob, il male. L’ultima puntata vi spiazza così. Ecco, se mi fosse capitato di vedere questa serie prima del 2014 e fossi stata consapevole che non c’era un seguito ad un finale di stagione esplosivo avrei probabilmente scaraventato il televisore per la rabbia. Come si può lasciare una suspance tremenda in un’opera così per poi cancellarla? Non è eticamente corretto. Comprensibile è di certo la necessità di un ritorno economico di fronte ad un budget importante, ma non è ammissibile. Questo è stato, prima del 2014, l’errore imperdonabile. Le brevi scene no sense nella seconda stagione si possono anche perdonare, ma la stroncatura definitiva ad un capolavoro incompiuto no. Sì, so cosa state pensando, dopo il 2014 è uscita la terza stagione. Ma non è di certo la stessa cosa.
Ve la immaginate la terza stagione di Twin Peaks che esce un anno dopo il finale della seconda? Il cast originale, la stessa atmosfera, le scene al Great Northern Hotel così vivide che quasi si sente l’odore del legno delle pareti.
Qualcosa di impagabile a cui non è stata data la possibilità di emergere. Sulla terza stagione, uscita 25 anni dopo, non c’è molto da aggiungere: per quanto sia evidente che Twin Peaks avesse perso il suo luccichio, molti misteri sono stati rivelati. Anche se è impossibile non notare il ritmo un po’ troppo lento e molte scene nella Loggia Nera praticamente senza dialoghi.
Se c’è un rimpianto che il mondo del cinema e delle serie tv ha è la fine prematura di Twin Peaks, perché ai tempi era una serie che aveva moltissimo da dare. L’occasione oramai è persa, anche se questo cult è rimasto nel cuore di moltissimi. Le vicende sconclusionate legate alla distribuzione e alla cancellazione lasciano l’amaro in bocca, è vero. Ma Twin Peaks è così, e ci sono solo due cose che puoi fare: o la ami follemente, oppure la odi perché non ci capisci nulla.