Joan Chen vorrebbe riprendere il ruolo di Josie Packard nella nuova stagione di Twin Peaks, lanciando un appello direttamente al visionario ideatore e regista dello show, David Lynch.
Josie Packard vorrebbe poter tornare a percorrere le strade di Twin Peaks. Lo desidera a tal punto da scrivere una lettera al suo stesso creatore David Lynch. Molti sono i volti noti apparsi nelle vesti dei loro vecchi personaggi in questa nuova stagione di Twin Peaks, fresca di debutto. Ma tra questi non c’è Joan Chen, l’interprete della misteriosa e affascinante Josie Packard.
Il destino di questo personaggio si era concluso con molte note misteriose, tanto che non sarebbe stato poi incredibile ritrovarla in questa nuova stagione. Joan Chen si ispira proprio alla conclusione del suo personaggio per scrivere una sentita lettera a Lynch.
Così rivela l’attrice:
Ho pensato che sarebbe stato divertente scrivere a David come spirito di Josie. Ero sicura che avrebbe portato un sorriso sul suo volto
Nella lettera chiede, dando voce al suo personaggio, di poter tornare a far parte della grande Storia di Twin Peaks. In qualunque modo o sotto qualunque forma.
Caro David,
Ti scrivo dal pomello del cassetto in legno nel quale sono rimasta intrappolata negli ultimi 20 anni, con un irrequieto anelito di una fuga. Ho sentito voci sussurrare sul ritorno del mio corpo e ti supplico, o Creatore, di farmi tornare indietro. Sembra che le possibilità di chi diventerò sono infinite come la tua feconda immaginazione. Dall’interno del cassetto a volte vedo i corpi stancati, sudati e convulsi dalla lussuria e allora desidero riavere la mia forma fisica – un tempo forte e agitata, ora vecchia e schiacciata, o forse carnosa e fertile come un petalo di rosa.
A volte penso a Judy, la mia gemella. La immagino vagare ubriaca nella stanza dove c’è il cassetto che mi imprigiona, incenerendosi improvvisamente a causa dell’infiammabilità dell’alcol nelle sue vene. Nella mia mente la vedo bruciare, e ammiro il colore luminoso delle fiamme che si diffondono sui cassetti, con l’aria che respira l’energia di ciò che una volta era il suo spirito. Potremmo così abitare in un solo corpo, come da mere cellule abbiamo fatto nel grembo di nostra madre.
Ancora una volta le nostre due anime formerebbero un solo vessillo costringendoci a lottare per il dominio, lo spazio, l’esistenza. “Josie, vedo il tuo volto”, e questa volta, finalmente, potrebbe essere il mio, forse, e il mio essere invaderebbe il corpo di Josie come un parassita.
A quel punto, l’universo fisico mi travolgerebbe? Potrebbe l’esalazione di una farfalla mescolarsi in accordi dissonanti, affliggendomi e staccandomi i timpani? Potrebbe un qualsiasi microbo terrorizzarmi, lasciandomi senza alcun posto dove nascondermi, senza poter fuggire da nessuna parte dalla gorgogliante natura nella sua forma più pura? O forse che tutte le cose viventi sulla terra, pallide come le anime perdute tra i mondi, e le loro grida taglienti e incantevoli squilleranno in modi che non sono né umani né santi? Mi senti ora, come un fruscio nelle tende, un mormorio in una folla, un’eco senza origine? Il tempo nel purgatorio è finito, non credi? Non è il momento di incontrare il mio creatore un’ultima volta?
Tua,
Josie