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Storie di personaggi finiti nel dimenticatoio – Twin Peaks: Andy Brennan, adorabile imbranato

Twin Peaks
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Ci sono personaggi che restano presenti sulla scena per poco tempo ma che riescono a lasciare un segno indelebile in tutti coloro che li hanno amati e hanno amato la serie che li ha ospitati. Andy Brennan, vice sceriffo imbranato e sensibile di Twin Peaks, è uno di questi, nonostante sia uno dei personaggi ricorrenti della serie. La sua caratterizzazione nella serie è inizialmente all’insegna della macchietta, ma poi il personaggio riuscirà a ritagliarsi uno spazio significativo all’interno del capolavoro di David Lynch.

Nel corso delle prime due stagioni di Twin Peaks sono molti gli spunti comici che alleggeriscono la tensione e i risvolti esoterici che la serie fin da subito ci mostra: un contributo essenziale all’atmosfera naif, spensierata e spesso anche grottesca che si respira in questa serie viene proprio dal personaggio di Andy Brennan. Tra i primi ad accorrere sulla scena del ritrovamento del corpo di Laura Palmer, Andy reagisce come solitamente i poliziotti non fanno, di fronte a un cadavere: si mette a piangere, rompendo la drammaticità del momento con una reazione che fa scivolare tutto, per un attimo, verso il comico.

Una dimostrazione dell’anima del vicesceriffo di Twin Peaks, candida e sensibile come quella di un bambino.

Twin Peaks (640×478)

Andy è la perfetta controparte di Harry Truman, lo sceriffo, che per lui rappresenta una sorta di fratello maggiore: Andy è imbranato, ingenuo e semplice tanto quanto Harry è efficiente, sveglio e tormentato. Anche le loro donne non potrebbero essere più diverse: la dolce e stravagante Lucy, segretaria del dipartimento di polizia di Twin Peaks, per Andy, e l’ombrosa e misteriosa Josie Packard, proprietaria della segheria sulla quale la famiglia Martell vuole disperatamente mettere le mani, per Harry.

Andy Brennan, interpretato da Harry Goaz, è l’incarnazione della semplicità, dell’ingenuità che contraddistinguono le anime più pure, una caratteristica ben difficile da trovare in Twin Peaks: il suo compito è offrire allo spettatore un sollievo comico dai momenti più ricchi di tensione della serie, ma nel corso delle stagioni il suo personaggio si rivelerà molto più complesso di così.

Non è facile trovare anime pure, in Twin Peaks: ma Andy è sicuramente una di esse, persino più della sua fidanzata, Lucy. Il pianto di fronte al corpo senza vita di Laura Palmer, così come le lacrime nel vagone del treno dov’è stata uccisa e le innumerevoli altre volte in cui l’agente darà libero sfogo alle emozioni in Twin Peaks, sono un segnale che al mondo esistono ancora persone il cui candore non è stato intaccato dalla malizia, dalla corruzione, dalle insidie delle forze del male che si agitano tra quei pini.

Andy Brennan piange anche per chi non può farlo, per le anime che, per quanto ancora non corrotte, sono state in qualche modo sporcate dai vizi del mondo e sono ormai diventate insensibili a qualunque cosa. Lui, invece, mantiene sulla realtà gli occhi che potrebbe avere un bambino, e questo gli consente di accogliere con estrema umanità e sensibilità qualunque cosa, soprattutto ciò che mette a dura prova la sua debole corazza emotiva.

Gran parte del contributo del personaggio a Twin Peaks lo dobbiamo alla relazione che, fin dalle prime puntate, intrattiene con Lucy, la stramba receptionist del dipartimento di polizia. Lucy, al contrario di Andy, è sì un’anima semplice ma decisamente non ingenua: anzi, si potrebbe dire che finge di essere svampita ma, in realtà, è molto più sveglia e calcolatrice di quanto possa sembrare. Tiene emotivamente sulle spine il povero vicesceriffo, appendendolo alle sue moine come fa con i suoi stravaganti orecchini, e inoltre ha i piedi in due scarpe: quando scopre di essere incinta, confida candidamente al fidanzato che non è sicura che sia lui il padre del bambino, perché al tempo stesso sta frequentando anche un altro uomo.

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Nonostante questa rivelazione sconvolgente e inaccettabile per la virilità di qualunque maschio, Andy reagisce in un modo che, a dispetto delle apparenze, gli fa onore: resta fedele a Lucy, anche se lei non è stata fedele a lui. Per lui è più importante la relazione con la sua ragazza e diventare padre, anche se il bambino potrebbe non essere suo, di preservare il suo onore maschile.

La sua determinazione nel voler portare avanti la relazione con Lucy, ben sapendo di doversela giocare a pari merito con Dick, l’altro possibile padre del bambino, verrà poi ricompensata quando la donna sceglierà proprio lui come “padre d’elezione”: nella terza stagione di Twin Peaks vedremo come la scelta sia stata giusta, dato che i due sono ancora felicemente sposati e il loro bambino è diventato ormai adulto.

Andy Brennan è un personaggio maschile decisamente sopra le righe per l’epoca e totalmente in contrasto con la raffigurazione del maschio virile e macho che spopolava nelle serie tv di quei tempi.

Propone una lettura della virilità non tossica, a cui non serve esibire un fisico scultoreo, che non si vegogna di esternare i propri sentimenti, anche attraverso manifestazioni come le lacrime, esibendo un candore e un’ingenuità che tradizionalmente erano state appannaggio dei ruoli femminili.

Nonostante la sua evidente sbadataggine, Andy riesce comunque ad avere delle intuizioni che saranno cruciali per Dale Cooper per risolvere il caso di Laura Palmer: e, come ci si aspetta dall’archetipo del Folle, queste esternazioni saranno fatte assolutamente per caso, senza rendersi conto della portata di ciò che si dice, come se il destino avesse scelto l’agente più sciocco del distretto per rivelarsi a quello più geniale.

Pensiamo, ad esempio, ai tentativi che Andy fa di spiegare a Dale Cooper che il disegno ritrovato nel nascondiglio di Windom Earle è in realtà una mappa. Proprio grazie a queste goffe richieste di attenzione Andy riuscirà a scoprire anche che il nemico giurato di Cooper aveva riempito di microspie il dipartimento di polizia: se ne accorgerà dopo aver combinato una sbadatezza, com’è nell’indole del personaggio.

Ma è proprio attraverso la goffaggine e l’apparente insensatezza che il destino sceglie di manifestarsi: e chi meglio di Andy Brennan, l’agente dolcemente imbranato di Twin Peaks, per veicolare i messaggi del fato?

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Andy, nel corso di Twin Peaks, dimostrerà di essere qualcosa di diverso dal vicesceriffo emotivo e sempliciotto che abbiamo conosciuto. Anche nel suo personaggio, come in molti altri di Twin Peaks, ricorre il tema della dualità: ciò che è dentro non rispecchia necessariamente ciò che è fuori.

Anche il più imbranato, inconcludente e pasticcione può scoprire dentro di sé il coraggio di mostrare sangue freddo e comportarsi da eroe: e Truman può ringraziare la sua buona stella di aver avuto accanto a sé Andy (fresco di addestramento all’uso della pistola da parte di Cooper) quando Jacques Renault ha provato a sparargli. Tutto il dipartimento di Twin Peaks farà squadra attorno a Andy perché ottenga il giusto riconoscimento per il suo gesto: e quale riconoscimento migliore dell’attenzione di Lucy, che assiste “per caso” al racconto delle gesta eroiche del vicesceriffo?

Nel corso della serie, il personaggio avrà una sua particolarissima evoluzione, che passerà dalla rassegnazione di fronte all’impossibilità di essere il padre del bambino di Lucy (crede, infatti, di essere sterile) alla gioia quando scoprirà, invece, di possedere tanti di quegli spermatozoi da poter fecondare “un’intera città!”.

Di pari passo con l’acquisizione di una consapevolezza diversa della propria mascolinità, Andy diventa un poliziotto migliore, grazie alle attenzioni dell’agente Cooper, che intravede la bontà del suo cuore e la purezza delle sue intenzioni, anche se annacquate da inesperienza e goffaggine. Diventerà anche un compagno più responsabile e maturo per Lucy, vincendo le sue paure e guadagnandosi un posto di rilievo all’interno del dipartimento di polizia di Twin Peaks. Prometterà alla donna che le starà sempre accanto, anche qualora il destino dovesse portarla a partorire in un ascensore bloccato. Niente male, per uno che piangeva davanti a un cadavere.

L’evoluzione del personaggio di Andy in Twin Peaks ci mostra come anche la persona più modesta o ordinaria abbia la possibilità di crescere, scoprire i propri punti di forza interiori e fare la differenza nel mondo. “Io sono un bravo poliziotto, tu hai disonorato il nome della polizia”, dice candidamente Andy a Chad Broxford nella terza stagione della serie.

E, nella sua semplicità e ingenuità, Andy ha ragione: lui è una brava persona e, a prescindere da quanta oscurità possa aver attraversato quei pini, non è mai riuscita a insidiarsi nel cuore dell’anima più pura di Twin Peaks.

Giulia Vanda Zennaro