La “Red Room” in sé sfugge alla razionalità. Uno spaccato onirico, e uno spaccato metafisico.
Una sala d’attesa, il cui pavimento, che appare anche in Eraserhead, contribuisce a spezzare ogni concezione di continuità. Un eterno rincorrersi di picchi gemelli opposti su una superficie che inganna lo sguardo, acquisisce profondità percettiva, confonde, ipnotizza. Un luogo in cui bene e male, il bianco e il nero, si rincorrono, coesistono.
(Attenzione, però: il bianco e il nero non sempre rappresentano rispettivamente il bene e il male. L’esempio lampante è dato dal cavallo bianco visto da Sarah Palmer, uno dei simboli più iconici di Twin Peaks, e segno di morte incombente, come attestato da un appunto “poetico” dello stesso Lynch).
Le tende rosse sono un elemento chiave della cinematografia Lynchiana, virtualmente onnipresenti nei suoi lavori, una vera e propria firma d’autore. In Twin Peaks, le tende rosse partecipano all’istituzione di un teatro del subconscio, l’espressione dell’inquietudine risultante dalla realizzazione che a ogni manifestazione performativa corrisponde un backstage irraggiungibile. La delineazione di un perimetro fugace, ingannevole. I veli che dobbiamo scostare per raggiungere una visione più completa.
Per Lynch, oltrepassare le tende rosse è un momento essenziale della meditazione trascendentale per poter raggiungere quello che lui definisce “Quarto Stato di Coscienza”. Lynch lo immagina come una parete bianca, celata da tende gialle, rosse e blu, corrispondenti ai tre stati più “familiari” della coscienza: veglia, sonno e sogno.
Ciò che viene rivelato nel Quarto Stato di Coscienza è che il livello più profondo della coscienza corrisponde con il livello fondamentale della materia. Attraverso la meditazione si può raggiungere il superamento della bipartizione fra mente e materia.
In Twin Peaks, lo spazio contrassegnato dalle tende rosse è il palcoscenico del represso. L’espressione dell’inaccessibile. Come nella struttura della coscienza, l’id della stanza rossa può essere messo in scena unicamente in uno stato più profondo della coscienza. L’orrore massimo, l’identità dell’assassino di Laura Palmer, trova difficoltà ad affermarsi con naturalezza nella società così come nello stato di veglia.
Le tende rosse riappaiono in One Eyed Jack’s, il simbolo più esplicito della corruzione latente nella tranquillità cittadina. In Twin Peaks, l’One Eyed Jack’s è il sipario del perverso, dell’abbandono assoluto al vizio, il luogo in cui lusso e lussuria si incontrano. E le tende si spalancano sul grottesco, sull’erotico e sull’orrore, raggiungendo il culmine nella scena incestuosa che coinvolge Audrey e suo padre. Un orrore che si basa sulla duplicità, sulla negazione della verità, sulle maschere.
Duplicità, erotismo e orrore trovano poi la loro espressione più violenta su un altro palcoscenico segnato di rosso: il luogo in cui Renault, Leo Johnson, Ronette e Laura avevano i loro incontri sadomasochisti.
Quando partecipano alla demarcazione di un vero palco, le tende rosse fanno da sfondo alla decantazione (letterale) della caducità: la canzone “Falling”. Con Lynch la musica è sempre un elemento protagonista, e Twin Peaks non fa eccezione: il carattere lirico della musica dà uno spessore quasi mitico alla Serie. Ricreando un registro dei sussurri, di parole segrete, le musiche di Twin Peaks contribuiscono a elevare il piano del quotidiano verso il mistico.
Il rosso in generale è praticamente onnipresente in Twin Peaks. Un altro simbolo ricorrente nella Serie è proprio un solitario semaforo rosso, perso nella notte, che improvvisamente dona un aspetto assolutamente spettrale alla cittadina che sembra così piacevole di giorno. Il rosso è spesso accompagnato dall’uso del blu. L’accostamento e l’alternanza del blu e del rosso sono motivi estetici tipici del melodramma, genere sempre palpabile in Twin Peaks. Ma in Lynch questi colori (spesso insieme al giallo) esprimono esteticamente anche il primordiale, sempre intrinseco.