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Twin Peaks vs Wayward Pines: serie a confronto

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AMBIENTAZIONEtwin peaks

In Twin Peaks, i salti cronologici fra le ambientazioni, le musiche, il vestiario e il comportamento dei personaggi contribuiscono a creare un’organicità unica nel suo genere. Creano uno spazio fuori dal tempo, eppure palpabile e concreto. Un’atmosfera tutta sua. E per quanto le leggi che la dirigono non sono forse approcciabili e distinguibili a livello strettamente razionale, confluiscono senza sforzo, in maniera intuitiva.

L’eccentrica realtà di Twin Peaks mantiene una forma di equilibrio estetico anche quando ai suoi aspetti più innocenti e deliziosi vengono contrapposti orrore e forze della natura.

La cittadina di Wayward Pines invece emana artificiosità più che ingenuo incanto sin dal primo momento. Lo stesso episodio pilota non attende molto per confermare questa sensazione.

L’inquietudine che deriva dalla natura è proprio la sua reale artificiosità. Le deliziose case di Wayward Pines non celano orrori personali e metafisici come in Twin Peaks. L’orrore è dato dal fatto che quel che sembra vero è puro artificio. Questo aspetto è enfatizzato dalla reinterpretazione del famoso tormentone dei gufi in Twin Peaks. Subito dopo essere stati avvisati insieme a Burke che “non ci sono grilli in Wayward Pines”, il suono dei grilli viene ricondotto a un apparecchio celato fra le piante.

Questa rivisitazione è interessante ed efficace. Peccato che diventi rapidamente marginale.

Mentre in Twin Peaks gli ambienti, naturali o meno, sono assolutamente centrali e non perdono carattere, in Wayward Pines diventano rapidamente dimenticabili.

L’inquietudine delle forze della natura in Twin Peaks si annienta in Wayward Pines nel momento in cui la Serie finisce col concentrarsi solo sui suoi mostri poco convincenti. Peccato.

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