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Twin Peaks vs Wayward Pines: serie a confronto

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GLI ADOLESCENTI

Gli adolescenti sono un altro gruppo protagonista in Twin Peaks. Potete amarli, odiarli (a eccezione di Audrey: impossibile da odiare) o semplicemente ridere di loro. Una cosa è certa: è impossibile dimenticarli. Lynch sa come mostrare il dualismo del passaggio all’età adulta. Fra incanto, innocenza e ingenuità, i personaggi più giovani devono capire come gestire gli squarci di realtà più bui e duri.

In realtà, in Wayward Pines, il personaggio di Ben Burke sembrava inizialmente piuttosto redimibile. Soprattutto se lo si compara all’adolescente introverso di Twin Peaks: James.

Non che i problemi di James non ci sembrino in qualche modo familiari. C’è la confusione, la sperimentazione con i primi amori, la voglia di fuggire e di vedere il mondo. Il problema è che la confusione adolescenziale di James diventa anche rapidamente esasperante. La trama secondaria che segue le sue (dis)avventure alle prese con l’infatuazione per una donna più adulta è fra le cose che ha infastidito di più chi non ha apprezzato la seconda stagione.

Il fatto che la sua mono-espressività sia tale da indurre un dubbio su una possibile paralisi facciale non lo aiuta. Soprattutto se la faccia che finisce col presentarci è questa:twin peaks

Impossibile non ridere (e l’acconciatura non aiuta).

Per la “squadra” Wayward Pines abbiamo invece Ben, che deve lottare per cercare di capire non solo la realtà complessa della città, ma anche quella degli adulti. La più recente adozione da parte dei cast directors di attori la cui età corrisponda più o meno con quella dei personaggi aiuta sicuramente. Quel che non aiuta il “Caso Ben” è l’unica espressione di cui sembra essere capace.wayward pines

L’espressione non subisce variazioni sostanziali in nessuna circostanza. E l’interpretazione non offre certo maggiori sfumature. Neanche quando è prossimo allo smembramento Ben riesce a darci una frase che sembri proveniente da un essere umano nel pieno delle sue capacità intellettive. Nella seconda stagione provano a dargli carattere attraverso un taglio di capelli da “ragazzo ribelle”. Diciamo che l’effetto suscita poco oltre l’ilarità.

Almeno James è divertente. A modo suo. Questa sorta di parodia estrema di James Dean è indimenticabile. La sua monoespressione ci accompagnerà per sempre. Non sarebbe neanche da escludere un certo intento parodistico dietro questa estremizzazione. Senza contare che la maggior parte degli adulti, ripensando ai loro giorni di angosce adolescenziali, probabilmente ci ritrova un muso lungo stile James.

Ben Burke, d’altra parte, non ha assolutamente nulla da offrire. Sembra allucinato per tutto il tempo. Inquietantemente assente. Si fa manipolare come l’ultimo degli sciocchi da un’insegnante che nel suo CV ha sicuramente un PhD in “Scienze dell’Inquietudine Suprema”.

L’irrealismo degli altri adolescenti di Wayward Pines si commenta onestamente da solo. Qualcuno dovrebbe spiegare a Crouch e compagni che c’è una differenza fra essere giovane e un po’ ingenuo ed essere dei maniaci.

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