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“Rory Gilmore è un mostro”, il Washington Post racconta cosa si nasconde dietro al suo personaggio

Una Mamma per Amica
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Il revival di Una mamma per amica, Gilmore Girls: A Year in the Life continua a far parlare di sé – non sempre con toni positivi.

Il revival, è noto, non ha soddisfatto le aspettative di chi lo attendeva con grande ansia e aspettativa. Secondo molti infatti, più che chiudere un cerchio avrebbe aperto la strada a molte domande e questioni irrisolte; basti pensare alle famose quattro parole che concludono Autunno, l’ultimo episodio.
Sono tuttavia recenti le dichiarazioni di Amy Sherman-Palladino, la creatrice della serie, che vorrebbero la strada spianata per nuovi episodi.

Tra tutte le critiche mosse al revival di Una mamma per amica spiccano nettamente quelle rivolte a Rory Gilmore. Non che Rory nella serie originale non avesse fatto storcere il naso agli spettatori in più occasioni per le sue scelte di vita; ne parla eloquentemente Jenny Rogers nel suo editoriale per il Washington Post:

“Non è che non abbiamo mai visto Rory commettere un errore nella serie originale. Ne ha fatti alcuni enormi, in grado di cambiarle la vita, come andare a letto con il suo ex sposato, rubare uno yacht, abbandonare Yale. Ma erano i peccati di una donna molto giovane, che era nello stesso tempo sensibile e un po’ egoista. Era imperfetta nello stesso modo in cui lo erano altri personaggi ma attirava la nostra attenzione in quanto una delle poche teenager della televisione in grado di essere incredibilmente studiosa e incredibilmente desiderabile da ogni uomo nelle vicinanze. La perdonavamo e provavamo empatia per i suoi errori, in parte perché vedevamo quanto soffrisse e in parte perché lei non era uguale a nessun personaggio visto in tv. Non sembra, però, che le qualità della nuova Rory abbiano qualcosa a che vedere con tutto questo. Chiamare la Rory di oggi ‘imperfetta’ crea un paragone troppo generoso con personaggi molto più interessanti come Alicia Florrick, Nancy Botwin, Cersei Lannister o Lorelai Gilmore. Rory non è ‘imperfetta’. È semplicemente scortese e ingrata, nella maniera più comune che esista. I suoi fan meritavano di meglio”.

Sembra che Rory ci abbia delusi nel peggior modo in cui un personaggio amato possa farlo: l’avevamo lasciata appena laureata a Yale, con il mondo ai suoi piedi e il privilegio di avere una famiglia capace di sostenerla (diciamolo, soprattutto economicamente). Quello che abbiamo ritrovato dieci anni dopo è un personaggio inettoaggrappato a una storia d’amore inconcludente, senza un’identità definita a 32 anni, né una carriera nonostante il privilegio in cui ha sempre navigato. Forse il problema di Rory Gilmore è stato proprio questo.

“I nuovi episodi di Una mamma per amica hanno messo in luce le qualità peggiori di Rory: la sua impulsività, il suo egoismo, la sua gonfia autostima, la sua tendenza a scappare al primo segnale di un problema – ed ora è una donna cresciuta, una che sembra non aver imparato dai suoi errori. La serie ci presenta poi un’altra nuova e terribile qualità: la sua amoralità. Esce fuori che non c’è niente di bello in un adulto che si muove attraverso il mondo in maniera così incurante”.

L’autrice lascia aperto uno spiraglio di speranza per Rory: “forse avere un figlio la aiuterà ad acquisire un po’ della forza d’animo di sua madre.”

Che dei nuovi episodi possano – stavolta davvero – chiudere il cerchio e ridare un po’ di dignità a questo personaggio?