Vi capita mai di legare nella vostra mente un film o una serie tv a un particolare periodo dell’anno? Non parlo di prodotti tematici come Mamma ho perso l’aereo, Odio il Natale o Summertime, che per loro natura devono riportarci a un momento ben determinato; parlo invece di prodotti che raccontano periodi generici o addirittura lo scorrere di anni interi, ma che comunque si legano indissolubilmente a stagioni definite. Due esempi su tutti? Al cinema tutta la saga di Harry Potter, che per me è decisamente inverno. In tv, invece, Una Mamma per Amica, che per la sua ambientazione e il suo mood nella mia testa è la perfetta rappresentazione della stagione che stiamo vivendo adesso, tra l’autunno inoltrato e l’inverno. Un mood che significa casa, famiglia, comfort.
Casa, famiglia, comfort: tre parole magiche quando parliamo di Una Mamma per Amica. Casa è quella in cui ci sentiamo bene, che siamo o meno realmente tra le quattro mura che delimitano il nostro appartamento non conta poi così tanto. Famiglia sono le persone con cui le cose belle meritano di essere condivise, quelle che ci sono capitate per nascita e quelle con cui abbiamo scelto di condividere il nostro percorso. Comfort è il modo in cui decidiamo di fruire della serie: è il divano, il letto, la poltrona; sono la copertina e la tisana. Ma comfort è anche quello che Una Mamma per Amica ci regala ogni volta che (ri)mandiamo in play un episodio, quella sensazione di pace, tranquillità, di consapevolezza del fatto che tutto andrà bene anche quando sembra andare a dir poco nel verso sbagliato.
E se è così, se casa, copertina e comfort sono i punti cardine del racconto della serie, è merito anche e soprattutto dell’universo folcloristico che questa porta nei nostri salotti.
Benvenuti a Stars Hollow
Stars Hollow è – o sarebbe, se solo esistesse davvero – una cittadina del Connecticut nella quale succede poco o niente. È uno di quei posti piccoli, paesini più che vere e proprie città, in cui sembra che i quasi 10000 abitanti stiano sempre chiusi nelle loro case, e che le loro case siano a loro volta ben nascoste tra una strada e l’altra. Le facce che si vedono in giro sono sempre le stesse e, pur essendo esagerato dire che si possono contare sulle dita di una mano, non sono poi tante le mani necessarie per identificarle. Sono i volti di persone che per quanto diverse, burbere e impiccione, diventano per le protagoniste e per noi un po’ famiglia, un po’ casa. E sì, a che un po’ comfort.
Stars Hollow è – o sarebbe, se solo esistesse davvero – anche un sistema monopolistico quasi in piena regola. È una cittadina con un solo barbiere e un solo minimarket, un solo negozio di fiori e uno di antiquariato (che poi, perché nelle piccole cittadine delle serie americane sentono tutti il bisogno di acquistare mobili antichi?). Perfino il luogo di culto è uno solo, dove pregano senza problemi sia i Cristiani che gli Ebrei. E no, per altre religioni non c’è poi molto spazio. Due sono invece, strano ma vero, i bar. Il primo è ovviamente la tavola calda di Luke, l’unico che merita davvero di essere preso in considerazione. L’altro è Al’s Pancake World, che a dispetto del suo nome no, non fa i pancake, e già questo la dice molto lunga.
Con una descrizione come questa, la città cardine di Una Mamma per Amica sembra un posto dal quale scappare a gambe levate.
E credetemi quando lo dico, perché sono nata in una città meno piccola e meno isolata di Stars Hollow e sono scappata comunque. Il bello però è che non è così. Il classico contesto piccolo ai limiti della sopportazione, soprattutto per persone giovani che hanno ancora il tempo, la voglia e anche il bisogno di scoprire il mondo, si trasforma in Una Mamma per Amica nel centro di un universo tanto folcloristico quanto ricco di calore. Perché di pari passo con l’enfatizzazione della dimensione microscopica della città va anche la consapevolezza di quanto questa piccolezza si possa trasformare in una sorta di garanzia. Ma garanzia di cosa? Di avere sempre un tappeto morbido su cui atterrare dopo un salto da una bella altezza. La garanzia di non essere mai soli.
In un contesto come quello di Stars Hollow ogni personaggio che sta attorno a Lorelai e Rory fa a suo modo la sua parte. Luke non è solo il proprietario della tavola calda di fiducia, ma anche un amico molto meno freddo di quanto sembri, un compagno innamorato e una figura paterna per quella ragazzina che ha visto diventare donna tra un caffè e l’altro. Michel non è solo il nevrotico, saccente e precisissimo collega di Lorelai, ma anche un amico che tiene alle persone che lo circondano. Perfino Babette non è solo la vicina di casa un po’ impicciona, ma anche una presenza fissa e rassicurante. Ogni abitante della città è uno dei soliti volti ma è anche un volto del quale nessuno degli altri può fare a meno. E a lungo andare, non possiamo farne a meno neanche noi, diventano parte del nostro nucleo essenziale.
Nell’universo folcloristico di Una Mamma per Amica tutto è estremizzato.
Lo sono prima di tutto i rapporti umani, a partire dalla simbiosi madre/figlia che c’è tra Lorelai e Rory così come dalla difficoltà nel dialogo tra Lorelai ed Emily. E lo sono anche singolarmente i personaggi, ognuno la rappresentazione portata ai massimi termini di uno stereotipo. La semplicità genuina di Sookie è quella di una donna di provincia ma anche di un’amica su cui si può sempre contare. Perfino Taylor e Kirk, nel loro essere scontrosi e spesso egoriferiti, rappresentano comunque un senso di appartenenza di quelli più forti e puri. Un senso, per l’appunto, che sa tanto di famiglia.
Ed è proprio così che Stars Hollow, una città in cui sembra perennemente il periodo delle Feste (a proposito, eccovi qui 7 idee di regali di Natale in tema con la serie) e non succede mai nulla di memorabile, si trasforma in una grande famiglia con i suoi problemi, ma anche felice. Una di quelle che si riuniscono a Natale con le zie che ti chiedono: “Ma il fidanzato l’hai trovato? E quindi quando ti sposi? Che lavoro hai detto che fai?”. Insomma, la classica famiglia allargata che riesci a reggere massimo 3 volte all’anno, che ti infastidisce con domande inopportune ma che nessuno, a parte te, può criticare. Perché è la tua: è casa, e la verità è che non la cambieresti per niente al mondo.
Non è un caso allora che Una Mamma per Amica sia considerata a gran voce una delle comfort series per eccellenza.
Un comfort che è il risultato di una purezza di pensiero, una semplicità e una pace dei sensi che poche volte abbiamo visto nella serialità. E, aggiungerei, che quasi mai abbiamo visto tutte insieme. Se il risultato è questo, lo dobbiamo proprio al mondo improbabile che prende vita a Stars Hollow e dintorni. Un mondo in cui tutti almeno una volta abbiamo sentito la voglia di vivere anche se quasi nessuno riuscirebbe davvero a farlo nel lungo periodo. È un po’ come andare in vacanza: è un obiettivo costante, ma se fosse la nostra quotidianità perderebbe buona parte del suo fascino. Una vacanza, però, rigorosamente realizzata tra ottobre e dicembre.