Nell’attesa della terza stagione, in uscita su Netflix il prossimo 19 maggio (qui potete vederne il trailer), vi consiglio di iniziare Unbreakable Kimmy Schmidt. Ecco perché.
La protagonista è appunto Kimmy Schmidt, donna di quasi 30 anni rimasta rinchiusa in un bunker per 15 anni. Il suo rapitore aveva convinto lei e le altre 3 donne rapite che l’apocalisse era vicina, e che l’unico modo per salvarsi era rimanere chiuse lì. Per 15 anni quindi, hanno creduto che al di fuori di quel bunker il mondo fosse finito. Kimmy e le altre donne talpa (questo il nome che viene dato alle 4 donne rinchiuse) vengono finalmente liberate. E tralasciamo il fatto che ci abbiano messo 15 anni per trovare una botola nera piuttosto appariscente situata nel bel mezzo di un prato verde. Dal momento della liberazione, Kimmy Schmidt inizia a vivere.
Abbandonata dalla madre e stanca della compassione della gente del suo paese, Kimmy decide di trasferirsi a New York, dove nessuno conosce lei o il suo passato. È una persona come tante altre, una perfetta sconosciuta. Ricomincia quindi la sua vita nella grande Mela, con una immensa voglia di vivere, e con l’innocenza e l’ingenuità di una persona che è stata fuori dal mondo per 15 anni.
Trova una catapecchia dove abitare, con una stramba padrona di casa (Lillian) e un coinquilino (Titus) molto eccentrico che sogna di diventare un grande attore di Broadway.
Nonostante la vita non sia perfetta e i problemi non tardino ad arrivare, Kimmy non si lascia prendere dallo sconforto. Insomma, qualunque cosa sembra una piccolezza dopo aver passato tanti anni rinchiusa in una stanza, no? Quindi assistiamo alla vita difficile e movimentata di una donna svampita, iperattiva ma con un sorriso ammaliante sempre stampato in faccia.
Unbreakable Kimmy Schmidt è una comedy che ha l’obiettivo di insegnare, prima di divertire. Ci mostra in maniera ironica e leggera la vita di una donna con un passato difficile. Ma allo stesso tempo ci fa riflettere su come a volte siamo troppo concentrati sulle piccole cose da non renderci conto di quanto poco importanti siano. Ci mostra il lato oscuro di New York, dove non è tutto fantastico e perfetto. Anzi, dove ci sono ladri, uomini disonesti, quartieri difficili e situazioni complicate per chi ci vive (e non è miliardario).
Oltre alla storia di Kimmy, vediamo anche quella di Jacqueline, una donna molto ricca ma infelice. Quella di Titus, con il sogno di essere una star. E anche le storie delle altre donne talpa, che dopo la liberazione hanno reagito ognuna in modo diverso.
Tanti sono i riferimenti a eventi reali e personaggi del mondo dello spettacolo, tra cui le milionarie Kardashian. Molti riferimenti anche alla serie Friends, e alla storia vera di OJ Simpson. Sono così frequenti che se non conoscete qualcuna delle cose che ho citato, potreste non capire determinate situazioni. Come la parodia degli avvocati Marcia Clark e Christopher Darden, conosciuti proprio per il caso di OJ.
Riferimenti, divertimento e ironia demenziale (nel senso più buono del termine) a volontà. Già dalla simpatica sigla riusciamo a capire cosa ci riserva questa Serie. Ma ha anch’essa il suo insegnamento.