Frutto delle geniali menti di Tina Fey e Robert Carlock (entrambi alla testa creativa di 30 Rock), Unbreakable Kimmy Schmidt (2015-2019, Netflix) si innesta come il nuovo archetipo delle sitcom ai tempi delle piattaforme streaming. Sono stati parecchi i tentativi di far sbarcare questo genere anche sulle OTT–Over The Top (si vedano Disjointed, Space Force, Friends From College – anche loro di casa Netflix). Ma il timing della comicità e il formato della sitcom vanno poco d’accordo con il binge watching da piattaforma. O almeno, è stato necessario un periodo di assestamento creativo. Uno dei capo stipite di questa nuova, evoluta versione del genere sitcom è proprio Unbreakable Kimmy Schmidt. Con il suo mix di umorismo surreale, personaggi eccentrici e messaggi di resilienza, questa sitcom ha conquistato un posto speciale nel nostro cuore.
Se c’è una cosa di cui Unbreakable Kimmy Schmidt non ci stancherà mai è il suo modo originale di fare comicità. La serie combina battute veloci, giochi di parole e riferimenti alla cultura pop con un tocco di assurdità che solo Tina Fey potrebbe ideare. Il taglio denso di gag e dialoghi possiede una serie di sfaccettature che ogni episodio richiede, per poter cogliere tutte, almeno una seconda visione. Inoltre, la capacità della serie di affrontare temi sociali complessi con leggerezza e ironia è una delle chiavi per cui questa sitcom da OTT semplicemente funziona. Unbreakable Kimmy Schmidt non è solo divertente, ma anche una satira intelligente della società contemporanea.
Non ci stancheremo mai di parlare di Unbreakable Kimmy Schmidt, della sua (pazza) spensieratezza e della sua originale ironia. Questa è una serie comfort a tutti gli effetti, a cui noi vogliamo bene e di cui non ci stancheremo mai di parlare.
Questa serie non sarebbe quello che è senza la sua spensierata protagonista, Kimmy (Ellie Kemper), una donna di 30 anni che per metà della sua vita è rimasta rinchiusa in un bunker, rapita dal Reverendo Wayne Gary Wayne (Jon Hamm). Lei e le tre altre donne talpa sono state convinte a entrare in una setta apocalittica dal Reverendo. Una volta salvata, Kimmy decide di riprendere in mano la propria vita, dimenticare il proprio trascorso traumatico e, con il suo instancabile ottimismo, decide di farlo a New York (forse una delle città meno ottimistiche sulla faccia del pianeta). Nella Grande Mela ha l’occasione di ricominciare senza che il suo passato possa influenzare il suo futuro, da perfetta sconosciuta. Con un sorriso e una determinazione incrollabile, affronta ogni ostacolo con entusiasmo e un atteggiamento positivo.
Gli assurdi, quanto adorabili, compagni di viaggio di Kimmy sono ciò che rende ancora più speciale questa serie
“Gross, tell me more” – Titus Andromedon
“Che schifo, dimmi di più”
Che fai? Non scappi da un bunker per ricominciare da un seminterrato? Ebbene si, Kimmy ricomincia da una catapecchia nell’East Harlem, a Manhattan. Come coinquilino, un eccentrico aspirante attore di Broadway, Titus Andromedon (Tituss Burgess), che, con la sua drammaticità, fiancheggia l’energica spensieratezza della ragazza. Le insegna la dura legge della giungla urbana newyorkese. La sua sagacia serve da contrappeso a una fin troppo ingenua Kimmy. La sua vanità e il suo amore per sé stesso sono fonte di numerose gag e citazioni (che ben presto sono entrate anche nel repertorio dei fan), ma dietro la sua facciata egocentrica si nasconde una persona che ha affrontato molte difficoltà. Titus, infatti, ha dovuto lottare contro il rifiuto e la discriminazione, sia per la sua identità queer che per il colore della sua pelle. Nonostante ciò, è sempre riuscito a mantenere alto il morale e a non perdere mai la fiducia in sé stesso. Titus è l’anima drammatica di Unbreakable Kimmy Schmidt. Sicurezza di sé, stravaganza, e Beyoncé possono descrivere Titus? Ovviamente no. Ma a noi va bene così. Perché, in fondo, è il nostro spirito guida.
“I’m not stuck in the past. I just hate the present” – Lilian Kaushtupper
“Non sono bloccata nel passato. Odio solo il presente”
Padrona di casa di Kimmy e Titus, Lilian Kaushtupper (Carol Kane) è una delle colonne portanti di Unbreakable Kimmy Schmidt e, soprattutto, del quartiere. Ne rappresenta l’essenza, decantandone la notorietà per la sua scena artistica e contro-culturale. Infatti, la vediamo in costante lotta contro la gentrificazione e alle trasformazioni che questa implica. Fa di tutto per mantenere intatto lo spirito del quartiere. La sua resistenza è una delle sue caratteristiche principali: sabotare catene di negozi, fermare progetti di sviluppo e cercare di mantenere alto l’affitto degli anziani inquilini sono solo alcune delle sue imprese. Lillian incarna lo spirito ribelle che ha sempre definito il suo amato quartiere.
Il suo spirito anarchico rimanda a un passato misterioso, a cui accenna solo attraverso strampalati aneddoti e avventure. La sua esperienza di vita le conferisce una saggezza bizzarra e fuori dagli schemi, che spesso condivide con Kimmy e Titus in modi imprevedibili e divertenti. Assurdamente Lilian resta uno dei personaggi più relatable della serie.
“It is time, once again, for Jacqueline White” – Jacqueline White
“è ora, ancora una volta, di Jacqueline White”
Jacqueline White (Jane Krakowski), una socialite in crisi d’identità, assume Kimmy come tata di Buckley, il figlio viziato e trascurato che lei cerca disperatamente di impressionare e controllare. Moglie di un ricchissimo uomo d’affari, Julian Voorhees, Jacqueline vive in un lussuoso attico a Manhattan. La sua vita sembra perfetta: è circondata da lusso, abiti costosi, eventi mondani e ha una squadra di domestici a sua disposizione. Tuttavia, dietro questa facciata di perfezione si nasconde un profondo senso di insoddisfazione e insicurezza. Nata Jackie Lynn White, scopriamo le sue rinnegate origini native americane a cui la donna ha rinunciato per integrarsi nella ricca società bianca. Rinunciando a una parte fondamentale di sé stessa, in Unbreakable Kimmy Schmidt Jacqueline rimanda alla dimensione della ricerca e dell’accettazione identitaria, nonostante l’iniziale e paradossale attitudine del personaggio verso i meno abbienti, compiendo un viaggio per diventare una persona più autentica e consapevole.
Alla testa di questo strampalato gruppo: Kimmy Schmidt, la regina dell’indistruttibile sorriso
Unbreakable Kimmy Schmidt è molto più di una semplice sitcom. Attraverso la sua comicità intelligente, i suoi personaggi eccentrici e il suo messaggio di speranza, questa serie riesce a toccare corde profonde, facendoci ridere e riflettere allo stesso tempo. In un mondo spesso cinico, Kimmy Schmidt ci ricorda che c’è sempre un motivo per sorridere e andare avanti, e forse è proprio per questo che noi non riusciamo a non voler bene a questa serie.