Unbreakable Kimmy Schmidt è una delle serie Netflix che meglio riesce a unire spensieratezza, comicità e assurdità, ma nasconde molto di più. Come un libro motivazionale un po’ stucchevole, questo prodotto che nasce dalla creatività di Tina Fey è cosparso di piccole lezioncine di vita, scaturite dalle situazioni più incredibili.
Ma che storia sarebbe senza l’amore? Per fortuna in Unbreakable Kimmy Schmidt non manca nemmeno quello! Ecco che allora i suoi creatori, con ironia e in perfetto “stile Kimmy”, ci hanno incantati con una delle storie d’amore tra le più belle, e assurdamente realistiche, che possiamo trovare sul piccolo schermo.
Unbreakable Kimmy Schmidt parla soprattutto di liberazione, a partire da quella della protagonista dal suo bunker. Ma questo concetto di sprigionamento ritorna in vari momenti della narrazione, elevandosi a metafora di una condizione sociale all’interno della quale si trovano costretti, a turno, tutti quanti i personaggi. Questo piccolo gioiellino di positività targato Netflix si fa distruttore di stereotipi nella maniera più divertente e anticonvenzionale possibile, regalando al suo pubblico un intrattenimento genuino che commuove gli animi. Molto apprezzabile è soprattutto il ritratto che questa serie fa della comunità lgbt+, all’interno del quale i personaggi raffigurati sono variegati e decorati di mille sfaccettature.
Partiamo dalle presentazioni: Titus e Michael
Impossibile non parlare di Titus Andromedon, a tutti gli effetti co-protagonista e coinquilino della Kimmy dai capelli rossi. La vera star dello spettacolo messo in scena sul palco del nostro piccolo schermo è forse proprio lui. Un personaggio nero e gay che non si prende sul serio, ma gioca continuamente sulla rappresentazione più classica dei media mainstream. Il nostro Titus aspira al glamour e alla raffinatezza, che vengono però sfiorati a malapena con effetti unicamente comici, lasciando spazio a un’estetica trash, che fa del camp il suo punto di forza.
A donare tridimensionalità al personaggio di Titus sono soprattutto le molteplici citazioni e refences al mondo della cultura pop americana, ma fortunatamente non ci si limita a questo. Molti sono i retroscena che ci svelano la difficile vita nella Grande Mela, sempre con ironia ma tralasciando gli aspetti macchiettistici in favore di un’esorcizzazione comica per nulla scadente che riesce a colpire nei punti giusti. Per sublimare ulteriormente una categorizzazione eccessivamente parodistica ecco che interviene il personaggi di Michael, il giusto opposto da posizionare affianco a Titus.
Michael Politano è per un terzo americano, per un terzo italiano, per un terzo pupazzo (è una lunga storia) e lavora come costruttore edile. Il suo approccio all’omosessualità è tardivo e ingenuo, ma forse tra i più veritieri possibili. Nonostante il contesto iper-mascolino che lo circonda, come il cantiere, e una famiglia tradizionalista, la risoluzione per Michael risulta molto meno problematica del previsto. Ben presto infatti scopre che la sua famiglia lo accoglie e lo ama per ciò che è e che al resto del mondo, beh, alla fine sembra non importare affatto.
Titus e Michael: la strana coppia
Titus e Michael non hanno assolutamente nulla in comune. Ma proprio niente di niente. Eppure in qualche modo insieme si compensano. Il loro più grande punto di forza è riuscire a spingersi vicendevolmente oltre i propri limiti. Quando Michael impara a raccontarsi, Titus apprende ad ascoltare: le esigenze dell’altro diventano più importanti delle proprie. I due iniziano quindi un’esplorazione vicendevole dei propri mondi di appartenenza, che si rivelano essere meno alieni di quanto immaginassero. Così l’aspirante attore insegna all’altro la bellezza di vivere al di fuori dagli schemi, mentre il costruttore ricambia con ammirazione e affetto che spingono Titus a compiere scelte sempre più responsabili e importanti.
Ma è proprio mentre le cose sembrano andare per il meglio che giunge il punto di rottura. Titus, per un attimo, riconosce il giovane se stesso negli occhi di Michael: la rivelazione di una nuova parte di sé, la paura di non essere accettati e la scoperta di poter essere amati da qualcuno. Titus prende quindi una decisione difficile per entrambi: deve lasciare che Michael abbia il tempo di conoscersi, imparare, amare e sperimentare. Non può legare la sua esistenza a quella della prima persona che gli ha dimostrato di essere meritevole d’amore. Il personaggio di Titus raggiunge in questo momento il suo apice di apprendimento, dimostrando quanto lui e Michael si siano fatti del bene a vicenda.
L’amore secondo Unbreakable Kimmy Schmidt
Passano gli anni (e gli episodi) e mentre Titus sembra attraversare tutti e cinque gli stadi del lutto rigorosamente attravreso la discografia di Beyoncé, Michael incontra diverse persone, ama e si lascia amare. All’aspirante attore non rimane altro che dedicarsi alla sua carriera, come in ogni commedia romantica che si rispetti. Con l’aiuto di Jacquelin, nel frattempo diventata agente di “star” come Johnny Mustache (sì, esatto, Titus con i baffi), Titus riesce in varie occasioni ad avvicinarsi alla fama, ma ogni volta manda tutto all’aria con qualche caotico piano per riconquistare il suo Mikey.
Titus inventa serie TV (come dimenticare The Capist), compra pavoni, dissimula relazioni di successo e si finge persino interessato nell’apprendere l’arte edilizia dell’utilizzo del martello, tutto unicamente per provare a riavvicinarsi a Michael, nella speranza di una confessione d’amore. Il punto di non ritorno è segnato dall’ennesima circostanza fallimentare: durante un evento in barca in cui Titus è l’ospite d’onore con il suo successo musicale “Boobs in California“, il cantante dichiara il proprio amore a Michael che però, presente con il suo futuro marito, lo rifiuta.
Ogni speranza per un ritorno di fiamma sembra essere vana. Michael è ormai vicino al giorno del suo matrimonio mentre Titus riesce finalmente ad ottene una parte ne Il Re Leone di Broadway. Proprio nel giorno del debutto a teatro, però, Michael chiede all’attore di cantare durante la cerimonia, inconsciamente sperando in un ultimo grande melodramma che lo avrebbe strappato dai voti nunziali. Titus rifiuta e insegue il suo sogno e proprio quando pensa di aver perso per sempre il suo amore ecco che appare Michael fuori dal teatro, pronto ad accoglierlo tra le sue braccia.
I due riescono ad avere il miglior lieto fine di Hollywood, celebrando il loro amore sul red carpet del trionfo cinematografico di Titus con una coppia di teneri figli adottivi. Ma ciò che rende speciale questa caotica avventura è la salubrità che caratterizza questa storia, segnata dal miglioramento reciproco costante che accompagna la coppia in ogni passaggio. Titus e Michael sono il perfetto esempio di una narrazione salutare, divertente, commovente e anticonvenzionale che vorremmo vedere più spesso rappresentata sul piccolo schermo.