Dopo ben tre episodi introspettivi, Legion riprende a concentrarsi sulla trama principale e, nello specifico, sulla battaglia di questa stagione tra David Haller e il Re delle Ombre. Si viene così a creare una sorta di mosaico narrativo, che lega insieme molto di quello che abbiamo visto nei precedenti sei episodi della stagione. Senza dubbio “Chapter 15” mantiene il tono del resto di questa stagione; propone analisi che trascendono l’ora di visione e include alcune delle immagini più memorabili dello show, compresi alcuni momenti in red screen particolarmente grotteschi che per Legion non sono un’impresa da poco.
Cominciamo dal Narratore, che offre la sua ottava lezione, sugli attacchi di panico, che nascono a causa di una minaccia percepita in uno spazio pubblico. L’enfasi è sulla percezione, poiché una preoccupazione razionale diventa paura irrazionale. Questo concetto si basa su tutte le precedenti lezioni che la voce di Jon Hamm ci ha dato negli scorsi episodi, inglobando la nostra suscettibilità alla suggestione, la nostra tendenza a costruire le nostre realtà e a generare idee che si diffondono tra le persone, fino al punto di creare condizioni fisiche che non hanno alcuna ragione razionale per esistere.
Questo episodio mostra cosa succede quando un attacco di panico si insinua nella Division 3. Quali sono le conseguenze se il panico che prende piede è solo una persona?
L’alter-ego di David Haller, d’altra parte, è “Legion”. La scorsa settimana abbiamo visto come la sua comprensione della scelta quale punto d’origine per infinite vite alternative possa rendere David perennemente consapevole dell’esistenza di vite parallele. E in effetti è proprio lui che può innescarle tutte. Il moral panic potrebbe quindi tradursi, dal lato di David, come una risposta “eccessiva” ad una paura infondata.
Nel secondo episodio di questa stagione, Future Syd ha detto a David che Amahl Farouk non era il grande pericolo nella sua linea temporale. In effetti, Farouk potrebbe essere un alleato contro quel pericolo. Era logico pensare se non potesse proprio rappresentare David il grande pericolo alla quale alludeva.
Questa settimana apprendiamo che, sì, David è il pericolo, il villain, nella timeline di Future Syd. Ma sappiamo anche, come dicevamo poc’anzi, che, dati i poteri di David, quello è solamente uno dei tanti potenziali futuri. Questi tasselli vengono comunque inseriti nella narrazione in modo ingegnoso, e possiamo ammirare come Farouk costruisca la sua versione per parlare con Future Syd, dando a lui e allo spettatore l’immagine del vero “cattivo”.
O così sembra. In precedenza nell’episodio Farouk mette in scena un gioco minore per minare il senso di stabilità di David. Il Re dell’Ombra cerca di plasmare i vecchi risentimenti di David contro Amy – il tipo di sentimenti che un fratello potrebbe provare per un altro in qualsiasi scenario normale, per non parlare di uno così pesante come la vita di David – in armi che possono danneggiare il senso di rivalsa del mutante.
Farouk era dentro David mentre trattava alcuni di quei sentimenti, e sapeva proprio come premere i pulsanti di David, per quanto egli resista. Quella particolare illusione non sembra prendere piede.
Ma ecco una domanda: che succede se Future Syd sta manipolando Farouk nello stesso modo? Lei si “lascia sfuggire” che David è il cattivo, il che innesca i sentimenti passati di vittimizzazione di Farouk, per non parlare del suo senso generale di superiorità. Se si tratta di uno stratagemma per spingere il comportamento di Farouk, potrebbe essere una buona idea. Il tema della manipolazione, d’altra parte, ricorre questa settimana: nella sua cella Lenny si confrontata con Syd e coglie l’occasione per seminarle qualche dubbio.
Sicuramente, però, Future Syd è glitch. Difficile ancora stabilire se la sua sia instabilità o disonestà o qualcos’altro. Ci sono momenti commoventi tra David e Sydney, così come tra David e Future Syd, in quanto il protagonista cerca di definire quale sia la sua relazione con la stessa donna in due diverse linee temporali. Ma ancora non sappiamo esattamente di chi fidarsi. Ancora più importante, David potrebbe non sapere a chi fidarsi attivando i suoi attacchi di panico.
Ma in questo episodio c’è anche molto altro.
Nella Division 3 si aggira una bestia nata dall’infezione di Ptonomy, che ha lasciato cadere abbastanza uova intorno all’installazione per infettare apparentemente tutti tranne David, sulle note di Mi Mujer di Nicolas Jaar. L’immagine del corridoio pieno di gusci d’uovo rotti, ognuno dei quali fa nascere una cattiva idea, è uno degli scatti più agghiaccianti di questa stagione. L’equipaggio infetto quasi distrugge Fukyama, ma David salva la giornata, in una dimostrazione di forza insolitamente limitata ed efficace.
La resa dei conti di David con il mostro gigante, un’illusione cresciuta fino alla pazzia, è uno scontro in stile Doctor Strange con Dormammu. Il punto principale di questo confronto è la capacità di concentrazione di David, capace di distinguere anche i bug di delirio di catrame nero dalle tattiche del Re d’ombra. Resta da scoprire da dove provengono le delusioni (forse dallo stesso David?) Visivamente, la sequenza è bella da morire, in quanto applica lo stile “figure su sfondo solido” tipiche di alcune lezioni del Narratore.
La facilità con cui David letteralmente schiaccia il bug della follia nella Division 3 è quasi snervante. È in grado di vedere il pericolo così chiaramente, così rapidamente. Potrebbe comunque trattarsi di una vittoria minore, tesa a incrementare la sua fiducia nei suoi poteri. Inoltre c’è ancora Ptonomy da salvare, oltre al mistero della donna nella sedia a dondolo, che sembra essere visibile solo a Fukyama. La scena della rimozione del cestino di quest’ultimo, dà quasi l’idea di lui come un cattivo. Ma, ancora, non sappiamo chi è davvero un cattivo in questa Serie. Sicuramente abbiamo molto da imparare su Fukyama e probabilmente inizieremo dalla prossima settimana.