ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla figura di Vecna e sulla quarta stagione di Stranger Things!!
Il buio a Hawkins è anche una condizione mentale. Ci sono ombre che si aggrappano alle cose, ai contorni di un sorriso, alle sere spensierate, ai ricordi a colori. Si arrampicano fino alla cima dei luoghi assolati, danzano sul crepuscolo per abbracciarsi alla notte. Il buio di Hawkins è terrore, assenza di luce, desolazione lugubre e agghiacciante. Sono innumerevoli i servi dell’ombra in Stranger Things. Chi ha guardato la serie e conosce i suoi personaggi, ricorderà il senso di macabro suscitato dalla vista di alcuni mostri. Creature misteriose, umanoidi sfigurati, ragni giganti e Demogorgoni hanno popolato le quattro stagioni di Stranger Things, incutendo paura e un tremito di orrore. Ma di tutti i grandi villain che Undici e i suoi amici hanno dovuto combattere, nelle quattro stagioni dello show, nessuno è come lui.
Nessuno è come Vecna. Paralizzante, misterioso e sinistro, il grande cattivo della quarta stagione di Stranger Things è entrato letteralmente nella mente dei fan che, come i protagonisti, ancora non sono riusciti a liberarsene. La ragione è semplice: Vecna non è un mostro qualunque. O meglio, è il grande tessitore che tiene insieme tutte le orribili creature viste finora in Stranger Things. È lugubre, terrificante e osceno. Striscia sulla parte luminosa delle sue vittime e la inghiotte, lasciando solo un terrificante senso di vuoto. È un’ombra che cresce con la notte, che intinge i suoi artigli in profondità sconosciute e avviluppa tutto. Si incunea nelle paure delle sue vittime e permea le loro fragilità con la sua annichilente forza persuasiva.
Vecna è il peggiore dei villain che abbiamo incontrato in Stranger Things perché è un mostro che non va combattuto solo materialmente, ma soprattutto sul piano psichico.
Forza distruttiva e capacità di radere al suolo ogni cosa non sono le sue abilità più temute. Vecna è scaltro, sottile, ingannevole. Riesce a immedesimarsi con il dolore della vittima, a penetrare le sue barriere difensive e a cogliere i punti di maggiore vulnerabilità. I ragazzi che Vecna ha ucciso si sono quasi consegnati spontaneamente a lui. Riesce a logorare le prede fino al punto di svuotarle completamente. Di bruciare ogni traccia di resilienza, di tagliare i punti a qualsiasi attracco di speranza, seppur minima. Vecna è il simbolo del terrore, ma più di ogni altra cosa è l’incarnazione del terrore mentale. Assistere alle scene nelle quali si mette in connessione con le sue vittime, se ne impossessa e inizia a logorarle da dentro, è quasi disturbante.
Crea un certo senso di disagio. Più che la pelle d’oca, quello che immediatamente suscita nella mente di chi guarda è proprio disagio fisico. Paura di andare oltre, di superare quelle roccaforti mentali che sembrano assottigliarsi sempre di più in sua presenza. Ma chi è veramente Vecna? Da quale oscura cavità è stato partorito il più terribile dei villain di Stranger Things? Le ultime puntate della quarta stagione hanno fatto un bel tuffo indietro nel passato e hanno chiarito tanti punti oscuri che ci portavamo avanti sin dalla prima stagione. Il passato di Henry Creel è profondamente legato a Vecna. Harry è il Numero Uno, il primo degli esperimenti che il dottor Brenner ha iniziato a Hawkins.
Prima ancora di Undici, prima degli incidenti nel laboratorio, prima di tutti i raccapriccianti progetti di Brenner, c’era solo lui: Henry Creel.
Un bambino problematico con oscuri poteri di telecinesi. Un pericolo per la sua famiglia e per gli abitanti di Hawkins. Il dottor Brenner aveva provato a controllarlo, privandolo in parte dei suoi poteri e tenendolo di fatto imprigionato all’interno dei suoi laboratori. Solo che il potere di Henry di mettersi in connessione con gli altri è superiore a tutte le sue qualità e questo ha fatto sì che usasse le persone (e Undici in particolare) per liberarsi dalle sue catene e riacquisire potere. Tornato in libertà, Vecna ha avuto solo uno scopo: la distruzione totale. Henry Creel è ombra, terrore mentale, nichilismo (conoscete la teoria secondo la quale sarebbe imparentato con i Wheeler?). Domina il Sottosopra perché è nell’oscurità che trova il suo foraggio. Sono le ombre che lo tengono in vita e gli danno la forza.
È delle debolezze altrui che si nutre. Vecna è legato alle sue vittime da un filo sottile chiamato dolore. Ha sperimentato la solitudine, l’assenza di emozioni, la totale mancanza di affetti e ne ha fatto la sua arma più potente. In Stranger Things 4 i fratelli Duffer ci hanno mostrato il suo modo di agire. Vecna individua dei soggetti psicologicamente deboli. Ragazzi che stanno soffrendo, che attraversano un periodo particolarmente difficile della loro vita. Fiuta la sofferenza e ci si mette in connessione, insinuandosi nei pensieri e nelle debolezze delle sue vittime fino a diventare una voce nella testa che non va più via. Una voce che ti ricorda costantemente che sei solo al mondo. Che nessuno ti vuole bene, che hai perso i tuoi punti di riferimento, che sei indirettamente la causa del dolore di qualcun altro.
Che dentro di te, in qualche modo, alberga il male. E che sei tu stesso il male, una delle sue tante manifestazioni.
I soggetti che vengono catturati da Vecna sono divorati dai sensi di colpa. Si sentono inadatti, inadeguati, un peso per le persone che gli stanno accanto. Quando la sofferenza e il senso di colpa diventano così totalizzanti da non causare nemmeno più dolore, è in quel momento che scelgono di consegnarsi a Vecna. Non ci sono più parvenze di emozioni nelle vittime di Uno, né positive né negative. C’è solo il vuoto totale, la sensazione di non appartenere più a niente e a nessun mondo. La voglia stanca di consegnarsi al nulla, come se fosse il luogo naturale in cui debba sfociare l’assenza di emozioni. È quello che è successo ai ragazzi di Hawkins, scomparsi misteriosamente. Ragazzi che stavano soffrendo e che a un certo punto non hanno più avuto la forza di rialzarsi. Ed è quello che stava succedendo a Max dopo la morte di suo fratello Billy.
La ragazzina aveva iniziato un percorso di terapia, ma senza successo. Max (solo Max) si era chiusa nel suo piccolo mondo, con il walkman perennemente nelle orecchie, come se la musica fosse l’unico appiglio alla vita. L’ultimo appiglio alla vita. Non è un caso che Vecna, tra tutti i personaggi di Stranger Things, abbia scelto proprio Max. Dopo la morte di Billy, il dolore della ragazza si era fatto sempre più intenso. La scomparsa di suo fratello l’aveva costretta a misurarsi con la solitudine più oscura. I sensi di colpa sono cresciuti di giorno in giorno, alimentati da quella voce nella testa che continuava a ripeterle ossessivamente quanto di marcio ci fosse in lei. Max è stata sul punto di annegare, vinta anche lei dal potere annichilente di Vecna.
È così che i fratelli Duffer hanno costruito il più temibile villain di Stranger Things: facendolo muovere nell’ombra, legandolo alla psiche delle sue vittime.
A volerla cogliere, c’è una grande metafora che lega il personaggio di Vecna alla depressione. Uno dei grandi temi in ombra della quarta stagione di Stranger Things è proprio quello della sanità mentale. Attraverso meccanismi di rimozione, i personaggi dimenticano eventi cruciali del loro passato. È quello che succede a Undici, per esempio,. Attraverso la dissociazione, molti di loro tentano di sfuggire al dolore. Solo che il dolore non sparisce, mette radici nel subconscio e cresce nella zona d’ombra della nostra psiche. Il buio che domina Hawkins è il buio attraverso il quale Vecna vorrebbe dominare anche gli esseri umani.
Cancellare i loro pensieri belli e trasformarli in un unico, lunghissimo incubo. Con la sua quarta stagione, Stranger Things (ecco le news e tutto ciò che c’è da sapere sulla quinta stagione) ci ha detto che il peggio, forse, deve ancora venire. In mezzo a tanto buio però si è aperto un piccolo squarcio. Ed è da lì, da quel potente anelito di resilienza, che può partire la risalita verso la luce. È da lì, dai ricordi felici e dal calore degli affetti più sinceri, che il terrore mentale può essere sconfitto.