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Unorthodox: quando la musica è un atto di ribellione

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Non convenzionale, diverso: non poteva essere scelto un titolo migliore per la toccante miniserie di Anna Winger e Alexa Karolinski (qui troverete la nostra recensione). Diversa è la comunità di nicchia che ci viene mostrata, così come lo è anche la protagonista, interpretata dalla fenomenale Shira Haas. Dal linguaggio suggestivo e poetico, Unorthodox è una storia di liberazione e ridefinizione della propria identità. Un racconto potente sulla riappropriazione del proprio corpo e sulla rottura delle catene del patriarcato.

Esty Shapiro è una diciannovenne di fede ultra-ortodossa, cresciuta in una comunità chassidica dalle regole rigide e secolari. Agli occhi di coloro che non vi appartengono, la realtà di Williamsburg appare soffocante e irragionevole: ai limiti del fanatismo la religione controlla ogni aspetto della vita, soprattutto quella delle donne. Viste solamente come mogli e madri, sono obbligate a mostrarsi sempre con modestia e umiltà, oltre che a rinunciare all’istruzione e alla carriera. È questa la tradizione, l’unica via da seguire per poter onorare il proprio retaggio. Ma Esty è diversa. Per quanto legata alla sua fede, non riesce a trovare la felicità in un sistema che sopprime ogni suo desiderio, sogno e speranza.

Arte meravigliosa, in quante ore grigie,

quando il vortice selvaggio della vita mi opprime,

hai infiammato il mio cuore di caldo amore

Le lezioni di pianoforte sono il primo atto di ribellione a cui assistiamo nella serie, ancor prima della fuga nella capitale tedesca.

La passione per la musica e il canto, proibiti poiché inappropriati, è infatti troppo forte per essere rinnegata. L’unico nota di colore in un mondo grigio che sembra appartenere a un’altra epoca, soprattutto se paragonato con la modernità di Berlino: accogliente, fresca e artistica, la città è piena di ispirazioni e musica. Sarà proprio questa terra densa di ricordi dolorosi ad offrirle le opportunità vietatele dalla comunità ebraica.

Mi hai trasportato verso un mondo migliore,

trasportato verso un mondo migliore

L’incontro con i musicisti cosmopoliti (ma tutti adottati da una Berlino mai così accogliente) le darà la risposta che stava cercando: vincere una borsa di studio per poter dedicare la propria vita all’arte musicale. Il suo percorso di emancipazione trova la sua forza proprio nella musica, un piacere un tempo proibito che l’accompagnerà lungo tutto il suo percorso. Il viaggio verso l’autonomia non sarà facile, i compromessi interiori ancora di più. Ma il desiderio di autodeterminarsi è troppo urgente per essere ignorato. Immergendosi nelle acque del Lago Wannsee, Esty si purifica e libera delle restrizioni del passato. Pronta a lasciarsi tutto alle spalle, cerca di costruirsi una nuova vita in cui poter gioire della sua passione senza paura.

Spesso un sospiro uscente dalla tua arpa,

un tuo dolce, divino accordo,

mi ha schiuso il cielo dei tempi migliori

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Nella capitale tedesca, la protagonista di Unorthodox non si sente giudicata.

Berlino la chiama a sé, indirizzandola verso una nuova famiglia che l’accetta per quello che è. Cullata dal canto seducente della città, Esty inizia a conoscere se stessa e a trovare la propria identità. Sotto le luci al neon dei club tedeschi, abbandona la rigidità e disciplina del passato. Pronta a vivere nuove esperienze, scopre un amore delicato e intenso insieme a Robert: una connessione umana che il marito non era mai stato in grado di darle. Per la prima volta nella sua vita si sente come una donna libera, non come una moglie con un ruolo da rispettare.

Mentre la comunità ebraica cerca di riportarla indietro, Esty si prepara per un’audizione che potrebbe cambiare per sempre il suo percorso. La scelta di An die Musik non è assolutamente casuale: amatissimo dalla sua Babby, il Lied di Schubert è un vero e proprio inno alla musica, l’unica ancora di salvezza in una vita di cui si è sempre sentita prigioniera. Simbolo di un’infanzia che ricorda con tenerezza, ma anche di un sistema oppressivo dal quale ha scelto di fuggire. Nervosa e trepidante, la sua voce e il pianoforte riempiono il silenzio, destando la curiosità della commissione. Quando le viene chiesto di cantare qualcos’altro la ragazza sembra persa, ma una volta intonata Mi Bon Siach tutte le sue paure si dissolvono.

Unorthodox sceglie un brano tradizionale Satmar per il riscatto della protagonista.

La canzone religiosa si infiamma grazie alla potentissima voce di Shira Haas. La musica prende il controllo del suo corpo, rigettando il passato e abbracciandolo allo stesso tempo. Se durante i matrimoni chassidici il pezzo pone l’uomo al centro dell’attenzione, in questo momento sancisce l’emancipazione della protagonista. Nota dopo nota emergono tutte le sofferenze del passato, l’ardente legame con la fede e il pressante desiderio di liberarsi. L’urgenza di esprimersi si manifesta attraverso quella voce che non avrebbe mai potuto usare nell’anacronistica Williamsburg. Mi Bon Siach ha il dolce sapore di un’ironica ribellione: cantando del suo legame con un uomo, lo spezza definitivamente.

Arte meravigliosa te ne sono grato,

arte meravigliosa, ti ringrazio

L’anima di Esty si risveglia, toccando il cuore di chi la circonda: da una tastiera di carta nascosta sotto il letto a un esibizione emozionante tesa sia verso il passato che il futuro. Nonostante non venga rivelato l’esito dell’audizione, sappiamo che la direzione intrapresa è quella giusta: non si può più tornare indietro, ma solo prepararsi per l’avvenire.

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Esther Shapiro è un personaggio che lascia il segno, grazie al suo invidiabile coraggio e all’insistente voglia di libertà. Nonostante le pressioni sociali e le tradizioni opprimenti, non abbandona mai quella vocazione sbocciata tra le spine di una società inflessibile. Il prezzo per essere sé stessi è alto, ma la ragazza deve e vuole pagarlo. Attraverso i suoi occhi eloquenti, Unorthodox ci trasporta in un commovente viaggio interiore alla ricerca della strada da intraprendere. Un racconto necessario dal messaggio universale che difficilmente riusciremo a dimenticare.

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