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Finalmente Netflix ha azzeccato una comedy: Unstable

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Dopo diverso tempo possiamo finalmente godere del ritorno di Rob Lowe su una piattaforma di streaming, ma questa volta lo ritroviamo al fianco del figlio John Owen Lowe nella serie comica di otto episodi di Netflix Unstable. La combinazione padre/figlio ad opera di Victor Fresco si è fin da subito distinta, forte di un autore che alle spalle ha anche la nota serie di successo Santa Clarita Diet.

Si tratta di una serie tv che può apparire come la classica commedia, ma che alla fine ti porta ad un coinvolgimento emotivo maggiore di quello che avresti immaginato. Inoltre, il ritorno di Lowe era atteso e l’attore, come al solito, ha soddisfatto tutte le aspettative.

Unstable: oltre la commedia

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Unstable (640×360)

Gli attori che recitano insieme ai loro figli in diversi progetti non sono una novità, tuttavia è una scelta che più volte ha dimostrato di avere successo (pensiamo a Margaret Qualley e Andie MacDowell in Maid). L’elenco potrebbe continuare all’infinito e con la nuova commedia Netflix Unstable, con Rob Lowe e John Owen Lowe, questo continua ad essere possibile. I due hanno recitato insieme in altri progetti, ma mai in una serie tv come questa, in cui l’intera trama è costruita proprio attorno alla loro relazione.

Unstable segue la storia di un genio della biotecnologia che tenta di riprendersi da un forte dolore con l’aiuto di suo figlio, che da sempre cerca di prendere le distanze dal padre e occupare il suo spazio nel mondo. Ellis, dal canto suo sta lottando per riprendersi dalla perdita della moglie, tentando di farlo senza però concedersi una pausa dalla compagnia che ha costruito troppo presto. Quindi, Anna, la sua assistente, arruola Malcolm, apparentemente ossessionato da Ellis, per andare a New York per trovare l’unica persona che potrebbe rimetterlo in carreggiata, suo figlio.

Non proprio una serie leggera

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Unstable (640×360)

La chimica tra i personaggi principali e il loro irriverente avanti e indietro sono i punti in cui questa nuova serie brilla di più.

Nei suoi primi due episodi, la spinta centrale della storia è incentrata sul fatto che padre e figlio possano riconciliarsi ed elaborare il loro dolore condiviso per la morte della persona amata. Ma poi arriva l’episodio tre, in cui sembra che hanno elaborato, e la posta in gioco si estende ai tecnici di laboratorio della compagnia (Luna di Rachel Marsh e Ruby di Emma Ferreira).

Oltre a ciò, a dare quest’aria di novità alla serie è l’ambientazione, che inserita nel contesto dell’azienda del padre la rende originale e la distingue dal calderone di serie tv comiche già viste e riviste.

È ora di distinguersi

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Unstable (640×360)

Unstable, rispetto ad altre serie dello stesso regista che affrontano temi comuni, è molto meno critico nei confronti della critica tecnologica. Ellis potrebbe anche essere modellato sul noto Elon Musk, o comunque sul modello degli amministratori delegati della tecnologia che affermano di salvare il mondo con invenzioni grandiose e copertura mediatica annessa.

Ma in contrasto con la figura dell’imprenditore delle serie precedenti, Ellis è in realtà un genio altruista, le cui idee derivano da una fantasia infantile che alimenta le sue innovazioni. Proprio tutto ciò rende questo spettacolo così piacevole da vedere.

Perché dovreste guardare Unstable

Unstable (640×360)

Più andiamo avanti con le puntate, più la discordia familiare perde importanza ai fini della trama, lasciamo l’attenzione al resto degli avvenimenti negli uffici e nelle sale riunioni di Dragon. La costruzione della trama è ottima a livello di coinvolgimento, riuscendo, nonostante le poche puntate di breve durata ad affrontare tanti punti diversi e soprattutto caratterizzando bene diversi personaggi.

La serie si distingue per la sua scrittura e la sua regia, che rendono il racconto coinvolgente e avvincente e diverso dalle recenti uscite di questo medesimo genere. La narrazione si sviluppa in modo fluido e progressivo, rivelando le motivazioni e le emozioni dei personaggi, e offrendo al pubblico la possibilità di immergersi completamente nella storia e decidere a chi affezionarsi.

Un altro punto di forza della serie è il cast, che offre interpretazioni solide e coinvolgenti. John Owen Lowe, figlio dell’attore Rob Lowe, si distingue per la sua capacità di mostrare la complessità del suo personaggio, rendendolo reale e accessibile al pubblico, aiutato dal resto del cast che non passa certo inosservato.

Netflix, continua su questa linea

Unstable (640×360)

Purtroppo come sappiamo negli ultimi anni Netflix non ha assolutamente azzeccato tante serie tv. Questo dovuto al fatto che tende a puntare più sulla quantità che sulla qualità delle sue produzioni. Esistono infatti pochi casi di produzioni seriali comedy che hanno funzionato di recente e sempre di più, adesso, si avverte il divario con i colossi che hanno caratterizzato l’infanzia di molti (pensiamo ad How I Met Your Mother o a Friends).

Casi più recenti, lontani dalle sitcom ma vicini a Unstable, li troviamo in Never Have I Ever e ancora, più forzatamente nella meravigliosa Sex Education (qui vi diciamo qualche curiosità sul suo protagonista). La considerazione finale che è bene fare, inoltre, è che in mondo in cui di produzione di questo tipo ne esistono così tante inizia ad essere difficile distinguersi nell’originalità, e questo è proprio ciò in cui Unstable vince. Lo sguardo interessante e vivace sul mondo hi-tech e ciò che ne concerne, mescolato con maestria a dinamiche familiari complicate ci tiene incollati allo schermo, permettendoci di divorare le puntate come non capitava da tempo.

Le gag frenetiche e le battute divertenti di Fresco sul mondo del Big Tech sono una goduria e superano tutte le recenti uscite Netflix. Io personalmente non vedo l’ora di vedere una seconda ipotetica stagione, e voi?