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Unwanted 1×05-1×06 – Ognuno per sé 

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Il seguente articolo contiene SPOILER sugli episodi di Unwanted 1×05 e 1×06.

Unwanted – Ostaggi del mare è giunta alle fasi conclusive, e lo ha fatto preparando i fan a quello che promette di essere un finale caotico e drastico, in cui può accadere davvero qualsiasi cosa. Le scene con le testimonianze dei personaggi nel post-crociera, fino a ora, hanno fatto intuire che il viaggio della Orizzonte non si sia concluso con un “e vissero tutti felici e contenti”, ma tale proposito era prevedibile visti gli impedimenti imposti dall’alto e la tensione a bordo della nave; nel frattempo, mentre sul ponte di comando prosegue un vero e proprio duello stile vecchio West, c’è tempo per far emergere le storie e i tratti caratteristici di tutti i personaggi della serie, sia lato migranti che lato passeggeri: ora, con gli episodi di Unwanted 1×05 e 1×06, il quadro è completo, ed è quasi giunto il momento di tirare le somme di questo viaggio ai confini del dramma umano più spaventoso, in cui ognuno sembra stare dalla parte dei più deboli, almeno fino a che non sente di rischiare qualcosa per se stesso. La nostra recensione.

La storia di Unwanted è complessa da narrare: la palpabile tensione di un dramma del genere è l’aspetto più difficile da rendere in una rappresentazione visiva, ed è praticamente impossibile non lasciare momenti morti, soprattutto ora che il caos è alle porte e tutto ciò che conta è mantenere forte il senso di incertezza.

Arrigo (640×360)

Lo scenario che si sviluppa negli episodi 1×05 e 1×06 di Unwanted, all’interno del ponte di comando, è molto delicato: Tareq sembra irremovibile e nemmeno la sicurezza di un cambio di rotta lo fa arretrare dalla sua posizione; ma se apparentemente il peggior incubo dei migranti è stato sventato, resta aperta la possibilità di un trattamento tutt’altro che di favore per loro, un limbo che li tormenta ancora, perché hanno capito che il paradiso non esiste e che l’incertezza è nemica della buona sorte. Il percorso di Arrigo, l’ex capitano della Orizzonte, è ormai compromesso: dopo aver fatto un passo da gigante sulla strada che lo avrebbe condotto a riprendere in mano la sua stessa vita, sul più bello si è tirato indietro, messo alle strette più dalla sua paura di fallire che dal “nemico” che gli si è presentato davanti, in tutti i sensi, perché esternamente pare che la mini rivolta dei migranti possa essere soppressa senza troppi problemi, ma per due interi episodi questi si ritrovano a fare il bello e il cattivo tempo sul ponte di comando. Arrigo non ci ha pensato due volte: si è sentito prevaricato da Edith, che ha assunto il comando per sopperire alla sua instabilità, e questa condizione di disagio, questo senso di inferiorità che lo attanaglia gli ha fatto completamente perdere la rotta. Ora Arrigo non è più l’eroe, e tanto meno può aspirare a esserlo, si è trasformato piuttosto nella raffigurazione del sistema che rappresenta, quello per cui non ci sono margini di manovra, le cose devono andare così e non bisogna farsi ingannare dalle emozioni.

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Unwanted (640×360)

Il personaggio di Arrigo, tuttavia, ha sicuramente qualcosa da rimpiangere: un uomo instabile e insicuro, che vive un dramma personale che fino a ora abbiamo dato troppo per scontato, meriterebbe forse (o avrebbe meritato) un momento per parlare al pubblico di Unwanted, di sé e della sua storia, per raccontare cosa e come lo abbia spinto ad agire concedendo alle circostanze di sottomettere il proprio istinto di essere umano, oltre che di accettare un compromesso, quello con Edith, che fin dall’inizio dei problemi sulla nave sembrava impossibile. Fatto sta che, forse non sentendosi più al centro dell’attenzione, ha agito, e il suo allarme ha causato l’inevitabile: ora la Marina è in procinto di intervenire per sedare una situazione che non è nemmeno lontanamente pericolosa, ma che è destinata a precipitare per via di ideali repressivi e violenti di uomini che non hanno alcuna intenzione di fidarsi di un gruppo di stranieri, colpevoli di aver macchiato quella che non è altro che una pomposa e illusoria rappresentazione della società moderna. Uomini come Carl Fields, il capo della sicurezza della Orizzonte, che sta dirigendo una personale crociata contro i migranti, chiamando in causa ogni mezzo a sua disposizione pur di farsi trovare pronto e di sedare una rivoluzione inesistente, perché di questo si tratta, mosso da ideali di odio e insofferenza.

Ma c’è ancora speranza a bordo della Orizzonte? Il blocco sul ponte di comando ha dato il via libera all’esplorazione dei personaggi, i cui drammi personali si fondono in uno scenario sempre più variopinto.

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Unwanted (640×360)

C’è il dramma di Jurgen, in primo piano, negli episodi 1×05 e 1×06 di Unwanted, il dramma di un ragazzo dalla dolcezza spiazzante, un animo sperduto nel marasma generale di una società che lo ha rifiutato, a partire dalla sua stessa famiglia, che di per sé è già parecchio caotica: il giovane fa avanti e indietro dall’ala dei migranti, provvedendo a informarli e a proteggerli come può, perché ha finalmente trovato un qualcosa per cui abbia senso battersi, una causa da difendere con le unghie e con i denti; era quel che gli serviva per sentirsi vivo, oltre che fiero, perché ciò che emerge dal suo sguardo spento e pensieroso è una grande personalità che non ha ancora avuto modo di esprimersi. Quello di Jurgen è uno dei pochissimi esempi, in Unwanted, in cui il senso del dovere nei confronti di una causa non è mosso da pretestuose motivazioni personali, ed è proprio questa limpidità che lo rende uno dei personaggi migliori della serie, al pari di Edith, che ha raggiunto uno status di credibilità decisamente superiore a quello del suo collega Arrigo, ma anche di Mary e Elvis, che continuano a vivere in una dimensione a metà tra il fantastico e il reale, proprio come in una favola, e che attraverso il loro sguardo innocente ci mostrano il lato più umano di questa storia.

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Unwanted (640×360)

Dall’altro lato della barricata ci sono personalità contrastanti, personaggi ambigui mossi da esigenze primordiali che li spingono in prima linea nella comprensione del dramma, senza tuttavia prendere mai una vera e propria posizione a riguardo. Da una parte Franco, in piena crisi di mezza età, che confonde le attenzioni di una donna adattandole alle proprie esigenze, salvo poi tirarsi indietro ed evitare il confronto con sua moglie Silvia, preso dalla vergogna e dal senso di inadeguatezza, intrappolato in una bolla di vetro da cui è il primo a non voler uscire; dall’altro lato troviamo un’altra coppia, quella composta da Diletta e Nicola, che fino a questo momento ci era sembrata la vera ancora di salvezza della Orizzonte, umanamente parlando: forse però Nicola ha ragione, dal momento che Diletta si affeziona a Miracle solo perché non è mai riuscita a superare il dramma di aver perso un bambino, e quella le sembra una scorciatoia come tante altre. Tutti questi personaggi hanno un compito difficile, che gli rende difficile empatizzare con il pubblico: al pari della nave su cui è ambientata Unwanted, questi devono portare in scena la rappresentazione di una società che, a contatto con un dramma totalmente sconosciuto, tende ad affrontarlo senza rinunciare al proprio punto di vista, senza mettere da parte interessi ed esigenze personali; ed è proprio questo il vero dramma che negli episodi 1×05 e 1×06 di Unwanted emerge: la serie, più che empatizzare, vuole parlare chiaro al suo pubblico, senza falsi eroi e senza ricorrere a un inadatto buonismo di fondo.