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Uonderbois: quando l’atavica magia partenopea incontra i veri tesori della vita

Copertina di Uonderbois con La Vecchia e Uonderboi (Coming Soon)
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In una folcloristica Napoli pre-natalizia, ancora più amplificate sono le leggende e i segreti di un luogo intriso di storia, tradizione e popolarità all’ennesima potenza. Tra le strade dei “vasci”, cinque ragazzini di 12 anni sono i più ferrati custodi di tutta la fantasia della città! Parliamo dei Uonderbois: così tanto temerari e mossi dalla bramosia di difendere le loro case e l’amicizia che li lega, da dare il nome alla serie. Si avventureranno pertanto nella Napoli invisibile alla ricerca di una statuetta e di colui che l’ha rubata. E se da una parte abbiamo una strabiliante Serena Rossi, nei panni della tenebrosa Vecchia che vuole riprendersi i vasci in cambio della statuetta, dall’altra troviamo un incredibile e rodato Massimiliano Caiazzo (migliore attore Under 30 ai Ciak d’Oro).

Proprio lui, nei panni di Uonderboi appunto, è il supereroe venerato dal gruppo dei piccoli Indiana Jones!

Il giovane, aleggiando sopra e sotto i tombini come un ninja, ruba la preziosa Maradona al truffaldino che la stava consegnando alla Vecchia per un motivo ben preciso. Al suo interno infatti, questa contiene la mappa del tesoro del Conte Lautrec! Nascosto nei sotterranei della città accessibile e da luoghi infestati come la Gaiola. Spiriti e superstizioni a parte, Uonderbois ci porta dunque alla scoperta degli angoli più reconditi e suggestivi di Napoli.

E ad accompagnarci per tutti e sei gli episodi, godiamo di una solenne colonna sonora creata ad hoc dall’acclamato rapper Geolier, insieme alle eteree note di Liberato e a quelle classiche del maestro Nino D’Angelo, guest star della serie. Che dire, tutto sembra difficile da credere, considerato anche che si tratti di una serie tutta italiana lanciata niente meno che su Disney +! Eppure è tutto vero. Uonderbois appare come incunabulo di qualcosa di grandioso che potrebbe dilagare sempre più in futuro.

I 5 Uonderbois nei sotterranei di Napoli (Il Mattino)
credits: Lotus Production

Legare insieme realtà e finzione in un contesto lontanamente fantasy o distopico è stata una novità assoluta

E l’originale idea di Romano, De Sica e i performanti sceneggiatori si è sviluppata al meglio, fornendo un prodotto di qualità in termini di trama, regia ma soprattutto della lunga e ambiziosa post produzione! Ragione per cui Uonderbois è uscita anni dopo la fine delle riprese. Tutto però viene mantenuto fluido e non eccessivamente artificioso, coerente appunto con i generi di produzione nostrani (qui la classifica delle migliori serie italiane). Ma cosa ci racconta davvero Uonderbois? Al di là di cuniculi stretti, solfatare, coccodrilli millenari e laboratori alchemici, Tonino Esposito aka Uonderboi e il tesoro, sono legati ad un passato intricato e ad un futuro ancora più epico. Innanzitutto, a questo punto, è doveroso approfondire la figura del Munaciello napoletano! Questi è una figura a metà tra il mito, il soprannaturale e la tradizione popolare.

La leggenda raccontava difatti che qualche eletto ereditava l’indole dello spiritello di un monaco che alle volte faceva del bene e altre qualche dispetto, soprattutto alle belle donne. L’ultimo dei Munacielli è stato Alfredo, l’innamorato dell’attuale Vecchia aka Donna Angelica. Questi, essendo di umili origini, era trepidante di trovare il tesoro per diventare il nuovo Robin Hood di Napoli e farsi così accettare dalla ricca famiglia dell’amata. Tuttavia “l’amico” e complice Clemente, non ha perso tempo a farlo fuori ad un passo dal forziere per impossessarsene da solo! Ma fortunatamente Alfredo era stato previdente, mettendo la copia della mappa del tesoro all’interno della famosa statuetta che avrebbe dato alla sua amata per ritrovarlo se non si fosse fatto più vivo.

Così però non andò

Pertanto, Angelica non solo perse la statuetta, ma anche il suo grande amore e il loro figlio che portava in grembo. I genitori infatti glielo fecero sparire senza spiegazione dopo il parto, provocando così il suo accelerato declino psico-fisico. Ma a questo punto il cognome Esposito non vi dice niente? Ebbene sì, agli orfani di solito davano questo cognome nella cultura campana. E in quel commovente momento in cui Tonino si confida con Antonia nei sotterranei, rivelandole che avrebbe voluto il tesoro perché era figlio di nessuno, qualcosa iniziamo a capire.

Poetico è inoltre il fatto che Uonderboi è come se avesse coltivato dal primo momento quell’innata eredità del padre Alfredo! Questo sembra quasi avesse agognato dall’aldilà, non che il figlio saziasse la stessa fame che aveva ucciso lui, ma che si ricongiungesse con la madre e conoscesse così amicizia e amore. Infatti Tonino non era consapevole inizialmente della potente influenza esercitata sui suoi giovanissimi fan e ad un certo punto, anche sui grandi che li hanno dovuto cercare per ore sopra i cunicoli.

Uonderboi interpretato da Massimo Caiazzo (Fanpage)
credits: Lotus Production

Dunque, attraverso i Uonderbois, Tonino ha ritrovato la famiglia che non aveva mai avuto

Mentre in Antonia, la coraggiosa sorella maggiore di Sasà, riscoprirà il delicato friccicóre adolescenziale che tutti si meritano di provare a quell’età. Ma non si tratta soltanto di questo. Rilevante è anche il valore concesso alle brillanti e intraprendenti menti di quei ragazzini, che prendono di petto ogni giorno la loro semplice vita senza paura o rancore. Non hanno molto oggettivamente, tuttavia possiedono tutto quello di cui hanno bisogno i loro cuori e sicuramente anche di più.

I bambini infatti vivono in un universo amplificato, fatto di curiosità, ingegno, sincerità e brio senza limiti. L’amicizia è la ricchezza più grande che potessero ottenere dal destino. Un legame basato sul concetto di stessa fame stesso piatto, che sperano vivamente possa durare per sempre. A differenza di molti loro coetanei inoltre, i Uonderbois sono anche inclusivi e grati alle loro fortune! Tanto da non pensarci due volte a far sentire subito a proprio agio Tonino! Ma come però la maggior parte di noi alla loro età, risultano abbastanza discoli agli occhi dei genitori (qui leggete dei peggiori delle serie tv), sui quali indubbiamente c’è da puntualizzare qualcosina.

Tutti loro sono distratti dai drammi da adulti e dall’imminente sfratto dai vasci

E proprio per questo motivo appaiono un po’ troppo indifferenti o intransigenti nei confronti dei loro bambini i quali, se non se ne fossero accorti, emanano una bellissima luce che cerca il loro orgoglio. Ridurli a marionette che vanno dove decidono i grandi, come Francesca con la storia di Brescia, o peggio evitarli come Samantha e il marito, non fa loro molto onore. La loro superficialità però verrà in parte punita e “guarita” dagli stessi figli! Che sparendo per un po’ li hanno resi consapevoli degli errori e dell’enorme perdita a cui sarebbero andati incontro .

Pertanto, dal momento cruciale in cui Antonia chiede a Tonino di scegliere tra il potere del tesoro (ecco una serie sulle cacce al tesoro) e la sua nuova famiglia, non avevamo dubbi che scegliesse la seconda opzione! E nonostante ci avesse per un attimo depistati inoltrandosi con quell’assassino di Clemente verso il bottino, è stata la voce di Antonia a salvarlo… Manifestandogli quella gioia del cuore acquisita grazie a loro e alla madre tornata in vita. E questo è un passaggio così concitato e intenso, che nemmeno per un secondo ci sale il rammarico per il tesoro perso per sempre! I Uonderbois, i loro genitori, Tonino e Angelica hanno comunque vinto alla fine di tutto. Mentre i veri malvagi sono finiti là dove si meritavano di stare

credits: Lotus Production

Non immaginatevi quindi castelli fatati o elfi dei boschi, in Uonderbois!

Assisteremo bensì ad una Napoli avvolta nel mistero e a un finale coi botti di Capodanno sul mare, davvero mozzafiato! L’Italia infatti è una perla rara anche e soprattutto attraverso il fascino del capoluogo campano. E a tale proposito, con Uonderbois restiamo in visibilio davanti allo schermo dall’inizio alla fine. Cosicché, quando Tonino incide il suo nome sotto i Munacielli, una flebile lacrime ci bagna gli occhi… prima di fiondarci alla ricerca di news su una possibile seconda stagione!

Beh, le prerogative ci sono tutte, anche se un formato da miniserie sarebbe stato plausibile visto l’arco narrativo principale già concluso. Ma come si fa a lasciare aperto il plot twist su Uonderboi e La Vecchia? E l’ipotetica love story tra lui e l’acerba Antonia? Sono davvero finiti tutti i segreti di Napoli per i Uonderbois? Chissà, non c’è dato rispondere al momento. Tuttavia viste le promettenti premesse, non possiamo che affidarci all’Ad Maiora e sperare che il lieto fine resti una costante! Come in ogni rocambolesco racconto che si rispetti.