8) Michael e il suo tatuaggio
Memorabile il dialogo che sigla la prima stagione. “Hai visto le planimetrie?” chiede Lincoln a Michael; “Meglio, le ho addosso”. Il mega tatuaggio di Michael è parte integrante della serie. Oltre a tutte le planimetrie del carcere di Fox River, contiene tutta la fuga progettata, tutti i piani di riserva, tutto quello che serve per “sparire” dopo l’evasione. E’ bellissimo scoprire, di puntata in puntata, un significato in più, un dettaglio che ci permetta di capire almeno in parte come si svilupperanno le vicende. Ci viene spiegato che Michael ha disegnato tutto nei minimi particolari in 24 disegni che formano sul suo corpo un unico grande tatuaggio. Mahone usa i disegni ritrovati nell’hard disk recuperato nel fiume per cercare di prevedere le mosse di Michael e riuscire a catturarlo, ma non fa quasi mai i conti con i piani di riserva. Nella quarta stagione il tatuaggio viene fatto sparire per aiutare Scofield a nascondere la sua identità, ma noi lo ricorderemo sempre in un determinato modo.
9) A volte ritornano: non è mai morto chi non vedi morire
Anche questa è una grossa caratteristica delle serie TV, ma in Prison Break risalta ancora di più. Non basta una pistola alla tempia e il rumore di un colpo, non basta una testa in una scatola, non bastano 30 puntate senza che si sappia nulla di un personaggio, se non è morto al 100000%, state certi che ritornerà. Abruzzi se ne va con la gola tagliata e torna più vivo di prima, Theodore Bagwell viene prematuramente dato per morto dopo che gli viene tagliata la mano nella prima stagione, Lincoln crede di aver trovato la testa di Sara in una scatola, ma noi non lo vediamo chiaramente e non possiamo crederci. Kellerman si trova su un pullmino per un viaggio di sola andata per il carcere; il pullmino viene assalito e con un “Ce ne avete messo di tempo, eh?” sembra chiudersi anche quel capitolo. Ovviamente ci sbagliamo di nuovo. Prima di tutti anche Terrence Steadman, il fratello del vice Presidente degli Stati Uniti, viene fatto credere morto, salvo poi scoprire che è in vacanza forzata in mezzo ad un bosco per nascondere tutti i vari casini della sua finta morte.
10) Non funziona il piano A? No problem, si passa al B, al C….Z!
Una costante forse ancora più evidente delle altre. In Prison Break non ne va mai bene una. Ogni piano, ogni progetto ha 10 ostacoli da superare, 56 imprevisti, 23 persone in più che vogliono ucciderti e altre 10 pronte ad intervenire se tutte le altre cose fallissero. Ma non c’è problema se c’è Michael in zona. E se poi c’è tutta la sua “compagnia” che lo aiuta è ancora meglio. Ogni piano ha mille riserve e la mente geniale del nostro protagonista troverà una soluzione a qualsiasi problema.
Un saluto ai ragazzi di Prison Break: Prigionieri della propria identità !