Baywatch è un ricordo indelebile per noi che negli anni ’90 eravamo già dei series addicted. In questo Venerdì Vintage però non parleremo della celeberrima serie tv dove delle bagnine e dei bagnini corrono a rallentatore, ma del suo spin-off metà crime metà sci-fi: Baywatch Nights!
Se siete stati così fortunati da non averne mai sentito parlare prima, vi confermiamo che non è una svista: per un attimo Baywatch è stata davvero una serie di fantascienza. Per essere più precisi, la seconda stagione del suo spin-off lo è diventata per qualche oscuro motivo; infatti nella prima non c’è traccia di elementi soprannaturali (qui trovate qualche altro brutto spin-off).
Siamo nel 1995, Baywatch è arrivata alla quinta stagione e visto il clamoroso successo, i produttori decidono di dare un twist più intrigante alla storia classica. Nasce quindi Baywatch Nights che aggiunge un carico di lavoro extra alla già tanto frenetica giornata del bagnino più tosto di sempre, Mitch Buchannon alias David Hasselhoff, che ora è diventato un P.I. La serie vuole mostrare cosa accade di notte quando la spiaggia chiude. Se avete dubbi in merito alla credibilità della storia, vi basterà ascoltare la convincente spiegazione all’inizio della prima puntata.
Bagnino di giorno e investigatore privato di notte, Buchannon ha un secondo impiego e anche un ufficio all’interno del night club di Lou Raymond.
Al suo fianco per indagare sui crimini che accadono quando il Sole cala ci sono la detective Ryan McBride (Angie Harmon), l’amico investigatore Garner Ellerbee (Gregory Alan Williams) e Griff Walker (Eddie Cibrian). Un’idea bizzarra, perfino per gli anni ’90, ma tutto sommato credibile. Nello spin-off restano i bagnini sudati dai corpi tonici, ma si aggiunge un tocco thriller e un po’ di suspense qua e là. Eppure dopo 22 episodi l’esperimento non dà i frutti sperati e ipotizzano di abortire la missione, come direbbe Ryan.
David Hasselhoff non si arrende e trova una soluzione per salvare il progetto: dare vita a una seconda stagione con un concept e una trama completamente differenti; una stagione piena di elementi paranormali perché è quello che il pubblico brama in quel momento.
Ebbene nel 1996 Baywatch Nights si trasforma in una serie sci-fi!
Il motivo di questa improvvisa svolta è dovuto al successo che stava raccogliendo X-Files. Il paranormale e gli alieni sembravano quindi gli ingredienti necessari per risollevare le sorti dello show. In fondo una manovra simile era già stata compiuta nel 1966 con Dark Shadows, una soap opera diventata un cult che inizialmente non prevedeva i fantasmi.
Senza dare nessun preavviso e nessuna spiegazione plausibile – come era accaduto invece nella 01×01 – l’episodio 01×02 ci scaraventa in una Los Angeles ricca di eventi paranormali. Mitch sta solcando i mari, all’improvviso scorge una persona da salvare e, non appena rinviene, la donna inizia a urlare di vero e profondo terrore.
Nella scena seguente torniamo alla semi-normalità dove Donna (Donna D’Errico) fa notare a Mitch, seduto tranquillo al bar, che sta arrivando il suo amico Diamont Teague (Dorian Gregory), il personaggio chiave della stagione. Teague è un esperto di paranormale e senza troppi preamboli collega la vicenda della donna appena salvata in mare con una leggendaria creatura. Buchannon taglia corto perché lui non crede né alla fatina dei denti né al coniglietto pasquale, ma poi succede l’inimmaginabile: i due iniziano seriamente a parlare di mostri marini.
Di colpo arriva la sigla che conferma ogni sospetto.
Passiamo improvvisamente dalla sigla della prima stagione di Baywatch Nights tutta azione, corse, belle donne e una musica seducente:
alla nuova sigla della seconda stagione con una musica inquietante, urla, teste di lupo, teschi, candele, cimiteri e nebbia:
Momento, momento, momento… direbbe Peter Griffin, cosa sta succedendo?! Il passaggio al paranormale avviene così bruscamente da lasciarci spiazzati, anche se nel corso delle puntate hanno optato per una progressione abbastanza delicata. Nei primi episodi infatti i toni fantascientifici sono piuttosto timidi e tutto inizia con un tipico salvataggio in mare… anche se da un mostro marino.
La 02×02 comincia con una guardia di sorveglianza che non si sa bene per qualche motivo entra nella gabbia di una creatura misteriosa, la quale lo dilania e scappa. Per far luce sulla vicenda si rivolgono ovviamente a un esperto di paranormale e a un bagnino. Sulla scena del crimine l’occhio attento di Ryan cade su quella che a noi sembra una gomma da masticare appiccicata mentre per lei è un’incontrovertibile prova di DNA manipolato geneticamente. La mutante si rivela una bellissima ragazza bionda che Mitch vorrebbe salvare.
Più andiamo avanti con le puntate, più la natura di Baywatch viene stravolta da elementi sci-fi sempre più grotteschi e forzati.
All’inizio hanno provato a restare fedeli al concept della serie madre, ma a un certo punto la situazione è sfuggita di mano. Si passa con nonchalance da una scena in cui un uomo viene attaccato da un mutante a una dove un ragazzo sereno fa surf; in una scena Mitch ridipinge la vedetta dei lifeguards, in quella dopo va a curiosare su una piattaforma petrolifera dove è accaduto un fatto inquietante e resta così intrappolato con una creatura amorfa.
In tutti gli episodi troviamo lo stesso schema: circa 40 minuti che iniziano con un fatto misterioso che ricorda un qualcosa già visto in un’altra serie sci-fi, il bagnino viene coinvolto dal suo amico Teague, ogni tanto Mitch fraternizza con la strana creatura, ma alla fine mettono tutto a posto. Le stranezze aumentano, ma anziché terrorizzarci ci gettano in un’escalation di risate.
Oggi è il turno di una vampira sexy (02×09) che bacia perfino il bagnino (anche nella 02×14 una signorina che somiglia a Xena lo bacerà), l’indomani invece la squadra è alle prese con un virus alieno (02×10). Nella 02×11 Mitch e Ryan fanno un tuffo in un portale spazio-temporale, un’occasione che sarà sfruttata da Mitch per provarci con la detective, alla quale dirà ammiccando che quell’esperienza gli ha fatto capire che “devono godersi di più la vita”.
In un episodio Mitch combatte con un tipo metà Hercules metà uomo delle nevi e in un altro i protagonisti sono risucchiati in un gioco fantasy. E così, episodio dopo episodio, infilano in Baywatch Nights qualsiasi hot topic fantascientifico in un pot-pourri confuso e infelice: licantropi, alieni, reincarnazioni, serial killer, possessioni, vichinghi ibernati, sirene, strumenti di tortura, spore spaziali… accenneranno vagamente perfino ai Templari.
La seconda stagione di Baywatch Nights è quindi la vera e propria creatura paranormale e raccapricciante.
Una creatura che non ha né capo né coda e nemmeno una valida ragione di esistere, se non quella di farci godere di una versione di Mitch Buchannon ancora più gustosamente “ignorante” alle prese con gli incontri ravvicinati del terzo tipo! Nonostante l’impegno però bisogna ammettere che inserire degli elementi sci-fi alla rinfusa in uno spin-off che è stato concepito per essere tutt’altro – come grida di terrore, luci verdi, nebbia e musica cupa – non lo rendono né uno show di fantascienza né un prodotto come X-Files.
L’esito sta tutto nella chiave di lettura che vogliamo adottare. Se vogliamo prenderla come una parodia comica della serie ideata da Chris Carter con dei bagnini che fanno il verso a Mulder e Scully allora la serie è meravigliosa (in fondo Dana doveva essere interpretata da… Pamela Anderson). Ma David Hasselhoff e gli altri creatori non si aspettavano certo che lo spin-off diventasse una delle cose più ridicole e senza senso mai viste prima e dopo 22 episodi staccano inesorabilmente la spina. Perfino David ha dichiarato che Baywatch Nights è uno dei suoi più grandi rimpianti.
Chissà, forse fondere insieme due serie tv di successo come X-Files e Baywatch sulla carta sembrava una mossa geniale!
In ogni caso lo spin-off merita di essere visto proprio per la sua natura ibrida, insensata e spaventosamente ridicola. Se Baywatch per molti sarà difficile da dimenticare, Baywatch Nights resterà a tutti per sempre sullo stomaco, impossibile da digerire proprio come un triplo cheeseburger jalapeño, marmellata e friarielli!