Sarebbe stato impensabile escludere dal nostro #VenerdìVintage uno dei più iconici show per bambini che siano stati creati negli ultimi anni ’90: Bear nella grande casa blu merita senz’altro una piccola quanto significativa menzione. Prodotto dalla The Jim Henson Company e dalla Shadow Projects (e poi anche da Playhouse Disney) e giunto in Italia grazie alla messa in onda dal 1999 su Rai 3, Bear nella grande casa blu ha rappresentato, per molti bambini, l’appuntamento televisivo preferito della domenica mattina.
Chi, come me, si ricorda di questo imperdibile momento, adesso starà sicuramente viaggiando fra i propri ricordi più cari, travolto dalla nostalgia. Ripenserà a quelle mattine in cui, spensierato e libero dall’idea di doversi preparare per andare a scuola, si concedeva una serena colazione con gli occhi incollati alla Tv per non perdersi neanche un istante del suo amatissimo Bear nella grande casa blu. E anche se tutti noi piccoli spettatori sapevamo che dopo ci saremmo dovuti impegnare per i compiti della nuova settimana scolastica, niente e nessuno poteva privarci di quel tempo felice.
Il protagonista indiscusso dello show è Bear, un enorme orso che vive in una casa blu – da qui il nome dello show – della Valle Boscosa. I suoi interni sono arredati con graziosi mobili dai colori pastello ed è sempre invasa da un affiatato gruppo di simpatici pupazzi che gli tengono compagnia e sono i suoi amici più cari: il topo Tutter che vive in una tana nella cucina di Bear, l’orsacchiotta migliore amica Ojo, il curioso lemure Treelo alla costante ricerca di risposte alle sue domande e due lontre burlone di nome Pip e Pop. Oltre a loro abbiamo anche Raggio di Sole che dà a Bear indicazioni sul tempo atmosferico della giornata in corso (se sorge), o della giornata successiva (se tramonta) e, infine, Ombra che si diverte a nascondersi ma è un grandissima chiacchierona.
Il peloso protagonista ha sempre la canzone giusta per guidare i più piccoli alla scoperta delle meraviglie del mondo circostante. Ogni episodio, infatti, è incentrato sulla conoscenza di un particolare oggetto di uso comune e degli strumenti ordinari della vita quotidiana che vengono quindi presentati in maniera divertente, accattivante e soprattutto coinvolgente, con domande e “quiz” didattici che aiutano nella memorizzazione delle informazioni fornite. Con la sua intelligente ironia, Bear riesce a rendere i più piccoli dei protagonisti attivi delle sue avventure, in maniera sempre nuova e interessante.
Passiamo però ora alla vera protagonista di questo tuffo nel passato: la Canzone dell’Arrivederci. Anche chi non ha mai visto questo show per bambini, non può non ricordare l’iconica sigla finale cantata da Bear sul balcone della sua casetta in compagnia della Luna parlante. Con un velo di tristezza, il grande orso arancione si congedava così, al termine di ogni episodio, dai suoi piccoli spettatori, dando loro appuntamento alla prossima avventura insieme. Diventata un tormentone, la Canzone dell’Arrivederci, ancora oggi continua ad essere un vivido ricordo per chi ha vissuto durante i primi anni 2000 la sua infanzia.
Nel duetto di Bear sul balcone con Luna, mentre scorrevano le immagini dei bizzarri protagonisti dello show nei loro più memorabili momenti insieme, salutavano tutti i bambini all’ascolto rincuorandoli del fatto che molto presto sarebbero tornati a vivere altre magnifiche avventure con loro, “torneranno per giocare con voi, qui con voi” dicevano. “Addio, addio, amici addio”, in fondo, era solo un arrivederci e per quanto i nostri amichetti stessero dicendo che ci avrebbero fatto ancora compagnia, eravamo subito sopraffatti dalla malinconia perché desiderosi di essere ancora allietati da quegli allegri pupazzetti a cui, ormai, ci sentivamo legati.
La fortuna di questa sigla è confermata dal fatto che ancora oggi, se ci capita di salutare con ironia dei nostri amici, quella canzoncina spunta ancora fuori, qualcuno inizia a cantarla ed è subito tutti in coro: “È stato divertente giocare in allegria… C’è un solo inconveniente, che il tempo vola via..”
Lo sappiamo che l’avete letto cantando, non preoccupatevi, non siete soli!
La Canzone dell’Arrivederci è l’emblema di ciò che, ancorato ai ricordi, resiste nel tempo perché custodito profondamente e legato alla spensieratezza dell’infanzia, di quel periodo privo di preoccupazioni e tristezze e che, in un modo o nell’altro, rimane profondamente vivo in noi per tutta la vita. Basta poco per far riaffiorare quelle sensazioni, un canzone ad esempio come nel nostro caso, ed è subito più facile viaggiare a ritroso negli anni e riscoprire che anche i più semplici dettagli di quei momenti adesso, invece, ci scaldano il cuore.