Infame, ma necessaria premessa: codesto insieme di sillabe contiene qualche spoiler, se ne raccomanda la lettura a un pubblico di adulti consenzienti e coscienti di aver appena letto questo mini-foglietto illustrativo d’apertura. Tenere lontano dalla portata degli analfabeti.
Avete mai visto “The Wire“? Se si, qua la zampa! Se no, catapultatevi a procurarvelo, la vostra vita ne necessita anche se ancora non lo sapete. Trattasi (in teoria) di un poliziesco che fa di tutto per non sembrare tale e tramutarsi in qualcos’altro, come abbiamo già avuto modo di raccontarvi, che ha come protagonista un detective irlandese con un caratterino veramente pepato che risponde al nome di Jimmy McNulty (il cui volto appartiene a Dominic West, un attore semplicemente meraviglioso la cui carriera non ha ancora ricevuto i meriti che gli spetterebbero, proprio come il suo personaggio). Come tutti i bianchi di Baltimora, il Nostro è ormai in minoranza rispetto alle altre etnie che popolano la città americana, cosa che complica ulteriormente il suo già difficile compito di sbirro addetto ai quartieri più poveri e criminosi.
Molti si scoraggerebbero, svolgerebbero il loro mestiere con timore e farebbero di tutto per trovarsene uno migliore mentre Jimmy no, lui va in giro avvolto nel suo giubbotto di pelle e mantiene sempre la testa alta. Perché? Ve lo abbiamo detto, è un tipetto fatto a modo suo e adesso proveremo a raccontarvelo.
Testardo come un mulo, divorziato, due figli, un rapporto fraterno con l’alcool, superbo con le donne e terribile con i suoi capi: quest’ultima caratteristica è la più strana tra tutte, perché il buon Jimmy è un poliziotto coi fiocchi, uno di quelli che hanno talento, che riescono ad entrare nella testa delle loro prede e che riescono a cogliere le più fini sfumature dei loro casi, mettendo in gioco tutti sé stessi pur di risolverli e attenzione, perché questo significa spesso dover andare oltre le regole.
Le regole. Tzé. Per McNulty sono solo insetti fastidiosi che ostacolano il suo cammino, calpestarli è quasi un piacere: culo bianco, anche se ti rifiuti di capirlo sappi che quelli non sono insetti, sono scorpioni che da un momento all’altro possono fartela pagare cara.
In effetti sono innumerevoli le punizioni che McNulty è costretto a subire, come ad esempio il suo memorabile trasferimento alla guardia costiera (che lui definì come il suo incubo peggiore) o una lista di sospensioni lunga quanto il grandissimo cazzo che gliene frega: lui va avanti, non importa quanto in fondo lo seppelliscano, riesce sempre a tornare e mettere le cose a posto.
Per di più il detective non sfida apertamente solo “i buoni” (che buoni non sono mai, come spesso accade in questa meravigliosa serie), ma anche i cattivi! Memorabili le sue provocazioni sibilate direttamente nell’orecchio di Stringer Bell, uno dei gangster su cui indaga, oppure le retate esattamente al centro dei quartieri popolari, aperta provocazione ai leader del traffico di droga.
Un figlio di buona donna insomma, ma con due attributi grossi quanto Dublino.
Al suo fianco troviamo il detective Bunk Moreland, il quale è la versione afroamericana e politicamente (un po’ più) corretta di Jimmy, ma che appena stacca dal lavoro o quando riesce a sganciarsi dalla sua famiglia si va a infrattare nei peggiori bar di Baltimora in compagnia di McNulty, uscendone in condizioni rivedibili diverse ore più tardi.
Sul lavoro, però, la loro coppia è perfetta: il rigore di Bunk tiene a bada Jimmy e l’intraprendenza di McNulty fa prendere i rischi giusti a Moreland. Quasi sempre.
Oltre che colleghi, ovviamente, i due sono anche amici e nonostante il bianco venga assegnato alla squadra speciale e il nero si ritrovi spesso a lavorare da solo, le rispettive indagini finiscono molto spesso con l’incrociarsi ed ecco che il dinamico duo ritorna a farsi sentire.
L’umorismo fiammeggiante con cui si offendono scherzosamente, la costruttività delle loro discussioni, la finezza dei loro brainstorming: anche se davanti a uno schermo, vederli lavorare rimane un piacere raro ed appagante che, statene certi, vi aiuterà a cogliere dettagli della vostra stessa vita che diversamente non notereste mai.
Dopo averne passate tante, troppe, compresa l’invenzione di un serial killer e l’ennesima fregatura da parte del sistema, il viaggio di McNulty si conclude con quella meravigliosa inquadratura dove il poliziotto guarda la città che per tanto tempo ha protetto e che nonostante tutto ciò che gli ha fatto…è ancora disposto a prendere in giro, a raggirare e a rivoltare come un calzino, pur di salvarla!
Si perché Jimmy McNulty è prima di ogni cosa un incorreggibile, nel senso che è proprio impossibile tentare di cambiarlo nell’illusione di migliorarlo; lui è quello che è, ha lottato tutta la vita per dimostrare faticosamente al mondo questa sua unicità e allora non ci resta che iniziare ad applaudirlo e smetterla di giudicarlo, punirlo o rincorrerlo, anche perché a quel maledetto irlandese non frega un cazzo né di voi né di nessun altro!
Non imparerai mai detective e forse è meglio così.