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#VenerdìVintage – 10 cose che ho pensato dopo aver visto la prima puntata di Love/Bugs a distanza di anni

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Love/Bugs era una certezza. Non esistevano i siti streaming, non esisteva nient’altro che l’attesa. Se volevi guardarlo, dovevi aspettare. Così è andata avanti la nostra infanzia o la nostra adolescenza: nell’attesa perenne di qualcosa che per palesarsi aveva un obbligatorio orario da rispettare e che costava le nostre corse al bagno, il rientro a un determinato orario. Rinunciare a Love/Bugs era una cosa decisamente folle: quel prodotto – nonostante il suo esordio datato – era un vero e proprio format moderno che ancora oggi, se avesse la possibilità di tornare alla ribalta, riuscirebbe a portare a casa una gran fetta di pubblico. Ciò che avevamo di fronte non era altro che la vita quotidiana di una coppia che rappresentava tutti. Le loro peculiarità, se prese singolarmente, riuscivano a mettere in scena tutti i drammi e le leggerezze di un rapporto di coppia: si passava dalla gelosia al mito della suocera insopportabile, per poi passare dalla discussione per andare allo stadio fino alla diversità di due persone che, nonostante tutto, reggono insieme le fondamenta della costruzione di un rapporto.

Nulla ha un aspetto melodrammatico, e questa è stata decisamente la chiave di Love/Bugs. Da subito il mondo delle Serie Tv (e dei film) si è contraddistinto per i triangoli, la difficoltà di comprendersi, la pesantezza dell’amore. In questo caso è tutto leggero, è tutto normale. Riguardare il pilot della serie proprio adesso suona strano e affrontare questa esperienza potrebbe far fare mille pensieri alla nostra testa. Effettivamente è andata proprio così.

I pensieri durante la visione del pilot di Love/Bugs sono stati molti, ed escludervi sarebbe davvero egoista. Vediamoli insieme, e sappiate: vogliamo sapere i vostri!

1) Ho ancora bisogno di Love/Bugs

Una puntata tira l’altra. Guardando il pilot ho pensato a tutto il resto degli episodi: ero stranita perché quello che avevo davanti, così tanto datato, era attuale. Quel rapporto di coppia aveva la mia totale attenzione e non potevo fare altro che pensare: ma allora dopo che faccio? Ne vedo un’altra? Ha senso? E alla fine, si, aveva senso. Erano così lontani ma così vicini a noi che la curiosità sulla loro continuazione mi aveva completamente mangiata viva. Si, ne guardo un’altra.

2) Prendi dell’Amuchina, Fabio

C’è una scena nel primo episodio di Love/Bugs che – vista proprio adesso – fa pensare solo a una cosa: igienizzati, corri fuori, mettiti tre mascherine, smettila di fare ciò che stai facendo. In sintesi, Michelle e Fabio sono sull’autobus e quest’ultimo non fa altro che perdere l’equilibrio a cadere addosso alle persone mentre tocca tutti ogni angolo dei sedili, dei vetri, dei muri, del pavimento. Sono tutti stretti stretti. No, non è decisamente il periodo migliore per una scena del genere. Tieni un’amuchina Fabio, tra qualche anno mi ringrazierai.

3) La suocera di Fabio

Me la sono immaginata in tutti i modi. La suocera di Fabio fa parte di quella storia della serie che puoi solo immaginare: non la vedi, ma la conosci. Dentro di me si sono creati tanti diversi volti, tutti da brivido: la Umbridge direttamente da Harry Potter, la signorina Trinciabue di Matilda 6 Mitica, la mia maestra di matematica delle elementari. Tutte e tre avevano a che fare con i ragazzi, e tutte e tre mi hanno terrorizzata allo stesso modo. Ecco, la suocera di Fabio mi ha fatto lo stesso effetto. Oltre all’Amuchina – ho pensato – ti serve necessariamente una vacanza lontana. Hai mai sentito parlare del famoso viaggio per il Messico?

4) Cavolo però quanti cliché in Love/Bugs

C’è una ragione ben precisa per cui Love/Bugs ancora oggi riuscirebbe a funzionare: tutti i cliché che ha usato. Proprio loro riescono a salvarlo dall’ipotesi del fallimento: ci sono tutti e la cosa intelligente è che sono quelli su cui sempre ci sarà la battuta pronta. Lei che risponde “niente” quando invece vuole tirarti un vaso, e lui che – nel dubbio – va a ripararsi sotto al tavolo. Cavolo, quanti cliché. Eppure, cavolo, alla fine funzionano sempre.

5) L’anima di Fabio De Luigi è Love/Bugs, o Love/Bugs è l’anima di Fabio De Luigi

Vedendo il pilot di Love/Bugs la mia mente ha iniziato a viaggiare tra le pellicole cinematografiche di Fabio De Luigi e si è resa conto che l’attore non ha mai smesso di interpretare quel ruolo. Dopo la serie il successo è esploso, ma lui è rimasto tale e quale a quel momento. Non parlo di monotonia, ma di essenza. Per riassumere Fabio De Luigi basta guardare Love/Bugs perché lì c’è tutto quello che l’attore è sempre stato durante le sue interpretazioni: sarcastico, ironico, ingenuo, paravento. Il dubbio non mi molla: è Love/Bugs a essersi servito di De Luigi, o è De Luigi a non aver mai mollato la sua essenza love Bugsiana?

6) “Prova a dirlo nel 2021”

“Prova a dirlo nel 2021.”

Letteralmente io a ogni battuta di Fabio nei confronti di Michelle. Il politicamente corretto, adesso, li ammazzerebbe.

7) Fabio, SCAPPA!

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Michelle gli chiede – con una vena visibilmente esposta in procinto di scoppiare – “Mi dici come mai ci tieni così tanto a dimagrire, tesoro?” e lui rimane lì di fronte a lei. Non ho pensato, ho urlato direttamente. In questi casi o scappi, o ti fingi morto. Dilettante.

8) Il tipico momento in cui…

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Nella foto qui di fronte Michelle chiedeva un figlio a Fabio. Quello a cui stiamo assistendo è il tipico momento in cui Fabio ha ripensato al Messico. E io, effettivamente, mi sono chiesta: ma alla fine i due i figli li faranno? Ed è così che ho capito che il punto primo di questa lista stava effettivamente per concretizzarsi: avrei guardato altri episodi.

9) Sandra e Raimondo

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Un pensiero automatico, quasi spontaneo. Vedere Fabio e Michelle litigare e discutere con leggerezza mi ha riportato indietro di qualche anno e mi ha fatto rivivere Casa Vianello. Lo storico duo – Sandra e Raimondo – ha pervaso la mia mente provocandomi una malinconia infinita, e così – prima di continuare la maratona di Love/Bugs – ho deciso: devo ritrovare Casa Vianello.

10) La semplicità della comicità di Love/Bugs

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Fin dalla prima battuta ho capito di star ridendo per qualcosa che si proponeva l’obiettivo di far ridere con semplicità. Certo – come detto – l’uso dei cliché è stato fondamentale per Love/Bugs, ma ciò che mi ha fatto piacere è stato scoprire quanto fosse semplice il prodotto che avevo di fronte. Non stavo ridendo di gusto per delle battute ricercate, per delle parolacce che rafforzavano il concetto o per delle scene che necessitavano l’ausilio della volgarità, stavo ridendo di gusto per tutte le cose normali che Michelle e Fabio si dedicavano in ogni scena. Forse è un po’ ingenuo, ma è bello scoprire di saper ridere anche per le cose così piccole.

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